Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

XXVIII ORESTIADI DI GIBELLINA

Le ventottesime Orestiadi di Gibellina parlano di Sud, fanno parlare il Sud, parlano per il Sud

07 luglio 2009

ORESTIADI GIBELLINA '09
X X V I I I  E D I Z I O N E
Dal 13 Luglio al 29 Agosto 2009

Direzione artistica di Michele La Tona

E' in Sicilia che Eschilo, venti e più secoli fa, scrisse e portò sulle scene il tragico destino di Oreste, che cancellando con la vita dei progenitori il dispotismo teocratico negatore della ragione, dei sentimenti e della libertà dell'uomo, afferma, per la prima volta nella storia, lo Stato di Diritto e un nuovo ordine di democrazia e di pace. E' sempre in Sicilia, venticinque secoli dopo, all'indomani di un terremoto che cancella 14 città nella Valle del Belice, che viene riproposto il tema del riscatto dell'uomo dalle oppresioni di antiche e nuove miserie, dalle negate libertà e da una cieca sorte di emarginazione e violenza.
Così, per celebrare la rifondazione della città e segnare l'aurora di un nuovo destino, sulle rovine della distrutta Gibellina, novella Troia e immaginato Palazzo delle Atridi, si ripropone la recita dell'Orestea.
Un'operazione di fede nella vita da riconquistare, animata e recitata sulle macerie da tutta la popolazione di Gibellina, segnata dalle arti sceniche e musicali di grandi artisti, parlata con la forza della lingua dei padri e degli emigranti. Un messaggio di resurrezione per tutti i popoli minacciati nella loro vita e nella loro cultura dai sismi della Storia e dai più potenti terremoti di civiltà operati dalla spinta della guerra e dal nuovo dispotismo globale.
L'Orestea segna l'inizio, di una profonda germinazione di incontri creativi tra artisti, architetti, musicisti, poeti, contadini, artigiani, operai, donne e giovani che insieme rifondano la città, ne segnano le strade e le case, riscoprono il valore eterno dell'arte e della bellezza, scavano nelle radici della loro identità e della loro storia per scoprire il genius loci nella nuova terra promessa raggiunta dopo quattorci anni di esilio e di baracche.


Foto di fLeMmA (www.flickr.com)

ORESTIADI09èSUD XXVIII edizione
"Sud... è" come destinazione, come sintesi di una zona geografica ma anche come affermazione dell'esistenza sovente piena di contraddizioni, quasi impenetrabile ma comunque stimolante, di un'area, il Sud, il Sud del mondo, il nostro Sud, in cui convivono nella loro complessità, uomini con una realtà piena di tensioni, di interessi, di emozioni, di eterogenee problematiche.
La ventottesima edizione delle Orestiadi affronta il tema del Sud attraverso la presenza nella propria programmazione di testi ed autori che insistono nel loro percorso teatrale lungo i sentieri dell'approfondimento, dell'analisi, della riflessione.
E' la proposta di un teatro che affonda le proprie radici nei nuovi linguaggi che appartengono al mondo, ad un'umanità che vive nelle diverse latitudini del globo. Linguaggi delle periferie del mondo, che trovano la propria forza nel racconto e nella scrittura di Emma Dante, Saverio La Ruina, Vincenzo Pirrotta, Letizia Quintavalle, Giovanni Carroni, Salvatore Rizzo, Franco Scaldati.
I drammi e le tragedie così come la famiglia, la donna, l'uomo, l'impegno civile e sociale, le diversità e l'emarginazione, vengono vissuti con la consapevolezza di chi al cospetto della quotidianità fa lievitare il bisogno di dare risposte concrete, lontane dai luoghi comuni, alle domande che provengono dalla società, da quella società, sana nei principi etici, che è alla continua ricerca del riscatto sociale nel processo di crescita e di affermazione dei valori dell'uguaglianza e della solidarietà. Di una società che ponendosi interrogativi avverte l'esigenza di mostrare il proprio volto senza infingimenti ed ipocrisie, che vuole dare corpo e voce a chi è costretto a vivere sotto il giogo del malessere, del disagio, del degrado.

E' il Sud che parla e combatte attraverso il teatro, ma è anche il Sud che mostra il volto di chi ha il coraggio di confrontarsi con un sistema talvolta fatto di abusi, di sopraffazioni, di brutture, di violenza, di lutti, di miserie, di ingiustizie.
Un teatro che affronta ad esempio, il tema della tradizione islamica dell'uso del velo (Hijab o del confine) che ha causato forti scontri in Europa e in Italia, e che intende aprire un dialogo interculturale e interreligioso sui temi dell'immigrazione, dell'integrazione, della donne, delle nuove generazioni, delle differenze. Uno spettacolo, quello di Lorenza Quintavalle, che ha origine da un progetto internazionale di cultura tra Italia, Grecia e Bulgaria e che si fa carico di uno sguardo rivolto verso differenti direzioni: con protagoniste un gruppo di donne di religione islamica e donne italiane che lavorano per trovare, nella diversità, comunanze ed affinità.
Ed ancora le donne, la prostituzione, la diversità, l'amore, il sogno sono il tema de Le Pulle (le donne di malaffare nell'accezione palermitana) di Emma Dante, che prosegue il proprio rapporto con le Orestiadi dopo la positiva presenza dello scorso anno. Accanto alle donne, ora prostitute, ora madri, ora sorelle, si inserisce la drammaturgia di Emma Dante sempre più protesa a scrivere pagine sull'essere umano e le sue debolezze, al centro dell'attenzione, specchio di una fragilità e precarietà ai limiti dell'esistenza. "Le Pulle" viene definita dalla stessa autrrice un'operetta amorale in un atto unico di carattere popolare, in cui la recitazione si alterna col canto e l'argomento che viene trattato non ha relazione con la comune morale.


Foto di lorca56 (www.flickr.com)

Nel progetto delle Orestiadi 2009 è inserito Saverio La Ruina, autore, attore e regista di straordinario interesse. In scena "Disonorata, un delitto d'onore in Calabria", storia di una donna calabrese, riflessione soprattutto sulla condizione femminile nel sud, storia di diritti negati.
Un Sud che è altresì presente nell'opera del sardo Giovanni Carroni, anche lui appartenente a quella fortunata schiera di "nuovi" autori, che affida ad un ricordo di infanzia e di immagini ingiallite il testo "L'albero del riccio, Antonio Gramsci dal bambino all'adulto" che visita, nel filone della ricerca, l'opera di Gramsci. E' un tentativo dice l'autore, di raccontare il grande pensatore sardo nella sua dimensione privata di figlio, padre e marito, affidandosi alle lettere del carcere divenute un classico della letteratura contemporanea. Tuttavia Gramsci viene interpretato anche alla luce della sua militanza politica per la quale ha saccrificato la sua esistenza. Un testo su cui aleggiano i tragici avvenimenti dell'avvento del fascismo e la condizione umana di un periodo che poi, per certi versi, si è riverberato fino ad oggi.

Salvatore Rizzo è l'autore de "Le mille bolle blu" che racconta la struggente storia d'amore omosessuale vissuto per trent'anni nella clandestinità. Un sentimento vero, profondo, universale, che coinvolge ed appassiona lo spettatore. Un amore nato all'interno di una bottega da barbiere nel '61, anno in cui Mina cantava "Le mille bolle blue". In scena Filippo Luna. Spettacolo intenso in cui i tabù, le ipocrisie, gli inquietanti silenzi rivelano una realtà piuttosto diffusa.
Dall'osservazione della realtà e del racconto di un uomo, di un latitante, di un mafioso, Vincenzo Pirrotta ricava materia per la sua "La ballata delle balate" (spettacolo presentato, tra l'altro, recentemente all'estero con commenti critici lusinghieri) una "piéce", una ballata dove la poesia, la ricerca della musicalità vorrebbero essere - scrive l'autore - il filo rosso di questo canto di colpa e di "non espiazione". Ma nelle Orestiadi 2009 c'è il Pirrotta "cuntista", che torna ne "La fuga di Enea": un classico della sua drammaturgia, con il "cunto siciliano mirabile esempio di teatro epico".
La presenza di Pirrotta alle Orestiadi 2009 si lega tuttavia in assoluto a "Terra Matta" tratto dall'autobiografia di Vincenzo Rabito. Un bracciante siciliano si è chiuso a chiave nella sua stanza e ogni giorno, dal 1968 al 1975, senza dare speigazioni a nessuno, ingaggiando una lotta contro il proprio semi-analfabetismo, scrive con una vecchia Olivetti la sua autobiografia. Ha scritto, una dopo l'altra, 1027 pagine a interlinea zero, senza lasciare un centimetro di margine superiore né inferiore né laterale, nel tentativo di raccontare tutta la sua "maletratata e molto travagliata e molto desprezata vita".
Imprevedibile, umanissimo e vitale, "Terra Matta" ci racconta - scrive Vincenzo Pirrotta nelle note di regia - le peripezie, le furbizie e gli esasperati sotterfugi di chi ha dovuto lottare tutta la vita per affrancarsi dalla miseria; per salvarsi la pelle, ragazzino, nel mattatoio della Prima e della Seconda guerra mondiale; per garantirsi un futuro inseguendo il sogno fascista del grande impero coloniale, per arrabbattarsi, in mezzo a "brecante e carabiniere", tra l'ipocrisia e la fame del secondo dopoguerra; per tentare, a suo modo la scalata sociale con un matrimonio combinato e godere, infine del benessere degli anni Sessanta. A fare da contraltare ad un testo straordinario reso teatrale da un adattamento (ai limiti dell'impresa) pressochè perfetto con la lingua, il "rabitese", che uno straordinario Vincenzo Perrotta utilizza al meglio delle sue qualità.


Foto di fLeMmA (www.flickr.com)

Giovanni Sollima, invece, in un concerto-performance esplorerà tutte le sonorità del violoncello all'ombra della "montagna di sale" di Mimmo Paladino. Un concerto dedicato a Joseph Beuys ed al suo rapporto con Gibellina. Una sorta di atto d'amore nei confronti dei luoghi, della natura che avvolge spazi dove soffia il vento della memoria. Insieme a lui il violoncello di Monika Leskovar e la voce recitante di Alda Giallongo in un trittico riassunto nel titolo "Beuys, quel silenzioso mondo sospeso".
Franco Scaldati animerà, dal canto suo, il progetto speciale "Tra ricamati cieli, tra ricamati giardini" in cui l'ausilio di frammenti dei suoi testi più rappresentativi, percorrerà in un ciclo di quattro incontri-spettacolo, il tragitto museale della Fondazione Orestiadi. I temi ed i contenuti del Museo delle Trame Mediterranee, degli atelier, della collezione d'arte contemporanea situata nel Granaio saranno rivissuti attraverso la scrittura di Scaldati.
Le Orestiadi vivranno anche di alcune iniziative collaterali legate al rapporto con i paesi del Mediterraneo ed in particolare con la Tunisia. Sono previste alcune serate tematiche all'insegna della cultura e della tradizione tunisina in collaborazione con il Consolato Generale di Tunisia in Sicilia.

Il prologo della XXVIII edizione delle Orestiadi, lunedì 13 luglio, coinvolgerà Gibellina ed il suo centro abitato con un concerto in Piazza XV Gennaio della Banda "Maestro Gabriele Asaro" di Paceco rinsaldando il legame tra la città e la Fondazione Orestiadi, istituzione sempre più radicata nel territorio.
L'epilogo, invece, delle Orestiadi è affidato alla drammaturgia religiosa, con la manifestazione "Nella valle della memoria" realizzata al Cretto di Burri in collaborazione con la Diocesi di Mazara del Vallo: evocazione della Festa della Madonna delle Grazie nella Gibellina vecchia e rappresentazione in parole, canti, musica, religiosità, fede e misticismo. Il popolo della città distrutta rivivrà un'usanza che è rimasta nei cuori degli anziani. Una processione che è festa ma anche ricordo di un evento tragico, un rito da consumare al Cretto di Burri tra l'idea di un centro urbano che emerge dal Cretto ed i ricordi che affiorano alla memoria. Una sorta di pastorale della memoria con cori religiosi e testi di Roberto Mussapi, di Alda Merini, di San Bernardo, di Mario Luzi, Alessandro Manzoni, a suggellare una spiritualità che ha sempre permeato l'animo di chi ha dovuto affrontare le tragedie della vita. Come il terremoto (oggi tornato di drammatica attualità) che nel '68 sconvolse l'esistenza, oltre che il territorio di Gibellina ed i suoi abitanti.

La ventottesima edizione delle Orestiadi, con tema il Sud si pone come obiettivo, in ragione delle scelte operate, di assecondare uno schema progetttale perseguito e consolidato nel tempo dalla Fondazione Orestiadi: confronto, dialogo, ricerca e valorizzazione di attori, autori e testi che innovano, e si affermano nella scena teatrale e culturale nazionale ed internazionale, attraverso un linguaggio i cui contenuti parlano e sono vicini alla gente.
Autori, interpreti, artisti che rappresentano "eccellenze" di una cultura da sempre protagonista dei processi di rinascita, rinnovamento e crescita.

Il Direttore artistico Michele La Tona

- IL PROGRAMMA (pdf)

- SCHEDE DEGLI SPETTACOLI (pdf)

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

07 luglio 2009
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia