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Yemen/ Assonanze

Arte e mito dalla terra della Regina di Saba. A Palermo in mostra i tesori yemenita

18 gennaio 2005

Yemen/Assonanze.
Arte e mito dalla terra della Regina di Saba

30 dicembre 2005 - 20 febbraio 2005
Albergo delle Povere - Corso Calatafimi - Palermo

La mostra, sostenuta dall'Assessorato ai Beni Culturali e alla Pubblica Istruzione della Regione Siciliana e dal Ministero della Cultura e del Turismo e dalla Soprintendenza alle Antichità della Repubblica dello Yemen, è a cura della Soprintendenza di Palermo e della Fondazione Orestiadi di Gibellina, per il coordinamento scientifico di Alessandro de Maigret, direttore della missione archeologica italiana nella Repubblica dello Yemen.

Oltre trecento reperti che raccontano la civiltà yemenita, dopo aver fatto il giro del mondo, approdano a Palermo: si è inaugurata il 30 dicembre scorso, all'Albergo delle Povere, ''Yemen. Assonanze. Arte e mito dalla terra della Regina di Saba'', una mostra-evento costruita su un Paese definito da Pasolini, "il più bello del mondo".
La mostra racconta attraverso i suoi reperti archeologici, una terra di particolare bellezza, originale e antica, unica nel suo genere, lontana da noi nel tempo e nello spazio, ma vicina nell'immaginario per l'incenso, le spezie, il mito di Bilqis, regina di Saba.

Gli italiani sono stati sempre particolarmente vicini allo Yemen (Arabia Felix, da cui partivano le carovane dell'incenso): all'inizio degli anni '80, grazie anche alla maggiore stabilità politica dello Yemen del Nord, nasceva una missione archeologica italiana, guidata da Alessandro de Maigret, che fece luce sull'essenza e l'origine della cultura sudarabica. Furono scoperte (nel corso di questa e altre missioni italiane, a cui si aggiunsero quelle tedesche, americane, francesi, russe) necropoli, dighe, comprensori irrigati, antiche vie di comunicazione. E reperti, sculture, bronzi, vasellame, sigilli, gioielli e monete che raccontano a noi, oggi, in maniera chiara, i favolosi regni dei Sabei, dei Minei, dei Qatabaniti, degli Hadramiti, degli Himyariti.
Gli studi iniziano naturalmente dai simboli di cui la cultura sudarabica è piena: la statua dell'orane, le figure di animali, la stele, ogni particolare non va letto soltanto nella sua unicità, ma interpretato per il suo significato interiore e il legame con l'ambiente intorno. La yemenita è un'arte intimista, la divinità è un'entità astratta, sentita in modo privato, soggettivo, non esprimibile, spesso non ha nome.

I pezzi più antichi in mostra sono spesso difficilmente databili, più facile la cronologia con l'avvicinarsi del I secolo a.C., quando viene aperta la via commerciale attraverso il Mediterraneo. E' il momento in cui una cultura sinora isolata e autonoma, viene intrisa di influenze ellenistiche e romane nelle statue, nei bronzi, nei rilievi, nelle decorazioni.
A fianco degli straordinari reperti che saranno esposti in quattro saloni dell'Albergo delle Povere, la Soprintendenza di Palermo mette in mostra alcune stele votive e altarini di cultura fenicio-punica, provenienti dagli scavi del tofet di Mozia e dalla Necropoli di Palermo.
Assonanze, dunque, anche negli scatti del grande fotografo palermitano Melo Minnella che espone alcune immagini dello Yemen di oggi. Un viaggio moderno che si collega idealmente alla memoria di un paese meraviglioso dall'architettura verticale (unica nel mondo arabo), i terrazzamenti, i muri e le tegole di fango asciugato per un anno, gli uomini che masticano qat e portano fieramente la jambie.

La Fondazione Orestiadi di Gibellina ha voluto riprendere la tessitura dei rapporti con lo Yemen: a Sana'a è stata presentata nei mesi scorsi, la traduzione in arabo de "La storia dei Musulmani in Sicilia" di Michele Amari. E sempre nella capitale yemenita, le Orestiadi hanno aperto un atelier di arti visive di artisti contemporanei, italiani e yemeniti.

Orari: giorni feriali 10.00 / 19.00 - giorni festivi 10.00 – 13.00. Chiuso il lunedì
Ingresso libero
Info: Fondazione Orestiadi 0924.67844

- ''VIAGGIO NEL PAESE DELLA REGINA DI SABA'' di Agostino Spataro

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18 gennaio 2005
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