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Zanele Muholi - ContemporaryVisual ARTIvist

Il percorso "verso il Palermo pride 2013" parte con la mostra di Zanele Muholi

15 gennaio 2013

Zanele Muholi - ContemporaryVisual ARTIvist
Palazzo Ziino, Palermo
18 Gennaio - 17 Febbraio 2013

Dopo dOCUMENTA (13) e il Museo Pecci di Prato, Palermo ospita un'importante personale della Muholi, grazie alla collaborazione tra il comitato Palermo Pride e l'Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo.

Il percorso culturale e politico che accompagnerà Palermo verso il Pride nazionale del prossimo giugno parte significativamente da una mostra fotografica che segna la riapertura degli spazi espositivi di Palazzo Ziino. È una scelta, non è un caso: restituire alla città uno dei tanti spazi negati, attraverso una riflessione sui diritti negati attraverso l'opera di un'artista nera e lesbica. La fotografa sudafricana Zanele Muholi, che coniuga la produzione artistica con I'impegno politico, dando vita a quello che lei stessa definisce "attivismo visuale".
Le fotografie della Miholi danno visibilità ai corpi lesbici, alla comunità nera di lesbiche, gay, bisessuali, trans e intersex (LGSTI) in Sudafrica, combattendo razzismo, sessismo, patriarcato e violenza degli uomini contro le donne.
Smontando gli stereotipi della rappresentazione sociale dominante, le immagini di Muholi ritraggono la molteplicità di una comunità cancellata dalla storia ufficiale, con l'obiettivo di collezionare tracce visuali per una storia collettiva delle soggettività lesbiche, gay e trans. Muholi non indugia mai sulla vittimizzazione, ma al contrario rappresenta la forza e la bellezza delle persone che ritrae, e delle donne in prima istanza, traducendole in scatti di alto valore artistico ed estetico, oltre che sociale e politico.

"Una stanza tutta per sé"
di Agata Polizzi

"La verità è che spesso le donne mi piacciono. Mi piace il loro anticonformismo. Mi piace quel loro essere così complete. Quel loro essere anonime". Così nel 1929 scriveva Virginia Woolf nel saggio che esprime la sua idea di libertà paritetica tra i sessi, la sua identità artistica, "Una stanza tutta per sè" è un testo ruvido, forte, anticipatore; è un "testo critico" valido, mi pare, anche a distanza di molti anni, a commentare un lavoro come quello di Zanele Muholi.
Anche gli scatti di Muholi raccontano storie di donne, donne forti e fiere, donne che amano. Prima di tutto amano se stesse. Sono donne che non si nascondono. Alcune mostrano il loro viso serio e sereno; altre esibiscono il loro corpo nudo e sinuoso, con dignità e naturalezza. Sono donne nere, sudafricane come lei, sono donne che amano altre donne, come lei.
Il suo è un lavoro politico certo, ma fortemente artistico. È un lavoro unitario che non può essere circoscritto da nessuna categoria, perché la potenza delle immagini sconfina oltre il significato apparente.

Le figure levigate a volte distaccate, colte in gesti normali o furtivi, i volti persi in sguardi lontani, rimandano a molte figure di donne e immagini che la storia dell'arte ci ha consegnato. Sarà per questo che ci ritrovo dentro la morbidezza della Grande Odalisca di Dominique Ingres, del 1814, la timidezza della Donna in vasca di Edouard Manet del 1878, la bellezza esotica delle donne tahitiane di Paul Gaugain. Ci ritrovo il fascino sofisticato dei ritratti di donne di Man Ray, l'ambiguità seducente dell'autoritratto di Luigi Ontani in Terza Grazia del dado d'après Tintoretto, del 1975. Ci ritrovo la sensualità del corpo nudo esibito nella sua spontaneità e insieme il mistero della nudità, che è materna quanto provocatoria. Ci ritrovo dentro la citazione quando è scelta di nuove possibilità espressive affidate all'immagine in cui l'artista è regista di una scena che si astrae, perdendo qualsiasi connotazione reale.

Faces and Phases è un lavoro del 2012, presentato in occasione della 13° Documenta di Kassel. È un lavoro che inchioda lo sguardo in un dialogo ipnotico tra soggetto ritratto e osservatore; nella profondità di quegli sguardi si può intravedere il vissuto di chi esce dall'ombra per andare verso la luce.
Le immagini assumono per questo una bellezza pulita, lontanissima da quella patinata e artificiale dei Media. Queste donne hanno una bellezza complicata, tormentata, che viene da esperienze di vita gravi e da scelte non sempre facili. Sono sorelle, amiche, compagne. Sono donne comuni.

Being è un lavoro del 2007, è un intreccio di corpi e di storie, un paesaggio umano in cui, con delicatezza, Zanele Muholi traccia il precario equilibrio del sentimento amoroso, colto nei suoi gesti intimi e quotidiani. Scene di donne ritratte nella loro gioiosa tenerezza, in contesti domestici.
Complice e misurato si cela dietro queste vite il punto di vista dell'artista che prelude all'idea che ha di sé e del suo valore, confrontandosi con il cambiamento sociale, con lo spostamento dei parametri culturali e il mutamento dei concetti di libertà espressiva o sessuale. A qualunque latitudine geografica, anche e nonostante le resistenze politiche, culturali e religiose.

Dunque come fare i conti con tutto questo? Dopo la riflessione di Jeffrey Deitch in "Post Human" non solo non è semplice parlare di identità o di possibilità di significare le tradizionali nozioni culturali legate a questi temi, ma non ha senso provare a dare delle risposte.
Zanele Muholi risponde nel solo modo possibile, riempiendo la sua azione di un forte valore politico, e lo fa con una partecipazione diretta alla storia, attraverso il suo impegno attivo e creativo. Cerca di riempire un vuoto, di riflettere sulla effimera verità delle certezze. Lascia che sia l'arte a ridefinire alcuni concetti culturali, scardinando le credenze retrograde, ridicolizzando i pregiudizi. Senza sensazionalismi. Solo raccontando la sua storia.

La Proiezione - Difficult Love (Peter Goldsmid e Zanele Muholi Sudafrica, 2010 Video - 48') 
Difficult Love racconta le sfide quotidiane delle lesbiche nere in Sudafrica in un contesto in cui 'razza' 'nerezza' e povertà sono spesso semplicisticamente allineati per escludere coloro che continuano ad esistere marginalmente nelle township. Attraverso le conversazioni con Petra Brink e Pra-line Hendricks - una coppia che vive sotto un ponte a Città del Capo - il film esplora quanto il collegamento fra classe e sessualità produca emarginazione per le donne. Le voci degli uomini e le loro opinioni sull'omosessualità e la violenza di genere sono particolarmente rivelatrici di uno sguardo che analizza i rapporti di potere e lo stereotipo razziale.

Biografia - Zanele Muholi è nata a Umlazi (Durban) nel 1972. Ha studiato Advanced Photography al Market Photo Workshop a Newtown e ha tenuto la sua prima personale alla Johannesburg Art Gallery nel 2004. Ha lavorato come community relation officer per il Forum for the Empowerment of Women (FEW), un'organizzazione nera lesbica di Gauteng e come fotografa e reporter per Behind the Mask, una rivista online dedicata a questioni gay e lesbiche in Africa. Il suo lavoro rappresenta il corpo della donna nera in un modo franco e al contempo intimo, sfidando la tradizione del ritratto dei corpi delle donne nere nella fotografia documentaria.
La sua personale Only half the picture, esibita alla galleria Michael Stevenson nel marzo del 2006, ha partecipato dal Market Photo Workshop di Johannesborg all'Afrovibes Festival ad Amsterdam. Nel 2008 Muholi ha tenuto una personale a Le Case d'Arte, Milano, e nel 2009 ha partecipato a una mostra con Lucy Azubuike al CCA Lagos, in Nigeria. Nel 2005 ha ricevuto il Tollman Award far the Visual Arts, la prima BHP Billiton/Wits Universiry Visual Arts Fellowship nel 2006, e nel 2009 è stata artista residente Ida EIy Rubin al Massachusetts Institute of Technology (MIT). Nel 2012 è stata presente a Documenta 13 – Kassel (Neue Galerie) con la serie Faces and Phases. [www.zanelemuholi.com]

L'esposizione sarà visitabile fino al 17 febbraio, dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 18.30

INFO
Comitato Palermo Pride
Palermo - Via Degli Schioppettieri 8 (90133).
Info@palermopride.it
www.palermopride.it

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15 gennaio 2013
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