A Palermo un progetto sperimentale contro la "cimice del nocciolo"
Nel nuovo laboratorio dell’Esa si alleveranno gli insetti antagonisti del Gonocerus acuteangulatus
Si chiama lotta biologica ed è una tecnica che sfrutta i rapporti di antagonismo fra gli organismi viventi per contenere le popolazioni di quelli dannosi. Questa tecnica si è evoluta a fini agronomici e in genere si applica in campo agroalimentare per la difesa delle colture e delle derrate alimentari.
A Palermo è partito il progetto sperimentale per l’allevamento del Gryon muscaeformis, l’insetto antagonista della cimice del nocciolo (Gonocerus acuteangulatus), una specie che aggredisce il frutto, compromettendone le caratteristiche organolettiche ed il valore commerciale.
Nei giorni scorsi sono state consegnate le chiavi dei laboratori allestiti dall’Ente Sviluppo Agricolo (ESA), nei locali di Partanna Mondello al Professore Stefano Colazza che guiderà il gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali dell’Università di Palermo che sarà affiancato dal personale dell’Esa e del Servizio Fitosaniario Regionale, tutti partner del progetto.
L’insettario comprende 200 metri quadrati di strutture al chiuso, attrezzate per il condizionamento termo idrometrico, in modo da garantire i parametri necessari con temperature costanti da 20 a 25 gradi in spazi confinati ed un’umidità del 70%.
Il progetto prevede l’allevamento sia dell’insetto antagonista che della cimice. Il Gyron muscaeformis si nutre infatti delle uova della cimice del nocciolo. Nelle scorse settimane il personale del Servizio Fitosanitario Regionale ha provveduto alla cattura degli insetti nelle campagne del messinese, (tra le aree più colpite dal fenomeno del cimiciato e tra le più vocate alla coltivazione del nocciolo) per accumulare le prime colonie utili ad avviare l’insettario. Non appena verrà raggiunto un numero sufficiente di antagonisti verranno testati i primi lanci in pieno campo, previsti nella primavera del 2018.
Il progetto di ricerca consentirà di ottenere gli strumenti necessari per fronteggiare la proliferazione della cimice del nocciolo che ha gravemente danneggiato i produttori siciliani, in particolare nell’area del messinese.
Dopo i successi ottenuti nei mesi scorsi con i lanci di Torymus per fronteggiare il cinipide del castagno (meglio conosciuta come "vespa del castagno"), questa nuova ricerca, assicurano tecnici e ricercatori, consentirà di acquisire un know how scientifico per la produzione di questi insetti che la Regione siciliana insieme a l’Esa metterà a diposizione dei produttori agricoli siciliani.