Alla scoperta del favoloso e coloratissimo Borgo Parrini
A due passi da Partinico (PA) un luogo straripante di creatività dalla storia antica e travagliata
In questo articolo scoprirai:
È diventato un polo d'attrazione per turisti e curiosi. Un luogo che fa subito pensare all'estro artistico di Antoni Gaudì e alle sue decorazioni fatte di variopinte tessere di ceramica, colori caldi e mediterranei, allegria e buonumore. Case azzurre dalle porte contornate di giallo sole e case bianche dai balconi straripanti di fiori. Murales, dipinti e barche-vasi multicolori piene di piante ed alberelli.
Questo favoloso luogo si chiama Borgo Parrini e si trova a Partinico, a circa 30 km da Palermo.
La Tenuta dei "Parrini" e la sua storia
Uno scorcio del Borgo dei "Parrini" - ph. GiuliaFood
Borgo Parrini è ubicato nella contrada omonima e nasce agli inizi del '600, quando i Padri Gesuiti del Noviziato di Palermo ("I Parrini", appunto) acquistarono delle terre in alcuni feudi delle zone a nord est del territorio di Partinico.
Agli inizi del '700, per esercitare più da vicino il controllo sull'attività agricola dei coloni e dei contadini (basata essenzialmente sulla coltivazione delle terre a vigneti e agrumi), i gesuiti vi fecero costruire una Chiesetta dedicata a Maria SS. Del Rosario attorno alla quale si sviluppò un vero e proprio villaggio.
Intorno alla metà dell'800 divenne un dormitorio per gli operai impiegati nell'azienda vitivinicola del principe francese Henry d'Orleans duca d'Aumale, che qui era arrivato per produrre e commercializzare il Moscatello dello Zucco.
A metà degli anni '70 del 900, il borgo fu abbandonato e nei decenni successivi inghiottito dall'oblio.
A tirarlo fuori dalla silenziosa oscurità dell'abbandono ci ha pensato chi quel borgo lo ha vissuto da bambino: Giuseppe Gaglio, imprenditore, partinicese doc.
"Sono uno nato e cresciuto a Partinico e in quel borgo ho passato gran parte della mia vita. Trent'anni fa ho deciso di investire in questo luogo abbandonato. Ho acquistato quelli che erano dei ruderi e nel tempo, a poco a poco, li ho ristrutturati. Ma ho voluto osare e puntare sulla bellezza e sui colori del mediterraneo".
Colori che non sono stati scelti a caso. Infatti, quelli adottati per dipingere le case di Borgo Parrino si riallacciano alle tradizioni antiche: l'azolo (di colore azzurro e che si usava per lavare il bucato bianco) e l'ocra. Due colori largamente utilizzati per dipingere le abitazioni siciliane e che hanno poi ceduto il posto, purtroppo, agli squallidi e scialbi bianchi e grigi dei palazzoni di cemento di anni più recenti.
- Vuoi soggiornare nella provincia di Palermo? Trova le strutture ricettive nella zona di tuo interesse - CLICCA QUI
"Frida alla Luna", murales realizzato dall'artista Peppe Vaccaro
Architettonicamente, invece, l'ispirazione è arrivata da altre culture mediterranee, come la Spagna, il Portogallo e la Grecia, e quindi il Parco Güell di Gaudì, le maioliche portoghesi e le casette di Santorini.
Per Gaglio, la rinascita di Borgo Parrini è diventato il progetto della sua vita a cui ogni anno aggiunge un tassello. L'ultimo è stato posizionato giusto l'anno scorso: la realizzazione di un centro culturale e caffè letterario, una vera "officina della cultura" che ha dato un'ulteriore spinta per far diventare ciò che oggi è il borgo, un irresistibile polo d'attrazione per turisti e curiosi
A Borgo Parrini si possono magiare tante cose buone...
A Borgo Parrini ci sono anche tre pizzerie e un panificio storico: "Nu Parrinaro", "U Vota e Sbota a Stidda", "La Borgatella" e l'Antico Panificio da "Za Santa". Quest'ultimo, aperto nel 1942, ancora oggi fa un pane buonissimo, cotto nel forno a legna, ed è diventato punto di riferimento per gli abitanti di Partinico e dei comuni limitrofi.
Le specialità delle tre pizzerie, invece, sono "u vota e sbota" (una focaccia di grano duro che fa un passaggio rapido in forno - rigorosamente a legna - e viene girata e rigirata - vota e sbota - della pizzeria A Stidda) e la pizza al limone, buona in tutte e tre i locali.
Vicino al Borgo c'è poi l'Azienda Vaniglia, un allevamento di bufale con accanto il caseificio e la rivendita dei prodotti caseari come mozzarelle, burrate, ricotte e molto altro ancora.
Altra interessante realtà è quella della Cooperativa agricola No.E. (No Emarginazione), nata su un terreno confiscato alla mafia, dove tutto è coltivato in biologico ed è possibile acquistare ortaggi e verdure di stagione.
- Vuoi gustare la gastronomia tipica della provincia di Palermo? Scopri i locali del territorio - CLICCA QUI