Alla scoperta della Sicilia Sud-occidentale
Tra i tesori archeologici di Selinunte, i sapori del Belìce e la storia dei Gattopardo
Scoprire a Selinunte il più grande parco archeologico di Europa, conoscere la Sicilia maestosa del Gattopardo e quella ferita dal terremoto del Belice. Oppure andare a ritroso lungo l'antica rotta dei Fenici, senza tralasciare le eccellenze enogastronomiche, come il pane nero di Castelvetrano, l'olio extravergine Nocellara del Belice, le sarde del litorale di Sciacca, le arance di Ribera, e arrivare fino alla strada del vino di Menfi.
Sono solo alcuni degli itinerari possibili nella Sicilia sud-occidentale che il Distretto turistico "Selinunte, il Belice e Sciacca Terme" valorizza e fa scoprire ai turisti. A essere coinvolti sono 18 comuni nelle province di Trapani e Agrigento (Vita, Santa Ninfa, Partanna, Salaparuta, Poggioreale, Castelvetrano-Selinunte, Menfi, Montevago, Santa Margherita Belice, Sambuca di Sicilia, Giuliana, Sciacca, Caltabellotta, Ribera, Cattolica Eraclea, Calamonaci, Montallegro, Siculiana) e decine di aziende private.
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Capofila del distretto è il comune di Castelvetrano, dove si trova la chiesa di San Domenico, talmente maestosa nel suo manierismo da essere chiamata "la Cappella Sistina di Sicilia". Tra i tesori da scoprire all'interno del Distretto, il mare di Sciacca con la storia dell'Isola Ferdinandea, che emerge e scompare tra i flutti per un fenomeno vulcanico registrato per l'ultima volta nel 1831.
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Dalla costa ci si può spostare a Caltabellotta (Ag) sulle tracce degli antichi Sicani, Punici, Elleni, Arabi e Normanni a quasi 959 metri sul livello del mare. Citata nel Decameron di Boccaccio, definita da Goethe "straordinaria per la sua posizione", e terra fertile per il geografo arabo Edrisi, Caltabellotta è famosa per la pace firmata tra Angioini e Aragonesi nel 1302.
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Per scoprire invece la Sicilia del Gattopardo, occorre andare nel comune di Santa Margherita Belice. All'interno di quello che era il palazzo dei principi Filangeri di Cutò, antenati dello scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa, si trovano il municipio e il museo del Gattopardo. Il complesso del palazzo Filangeri Cutò secondo Giuseppe Tomasi era una sorta di "Vaticano con stanze e appartamenti di rappresentanza, teatro e chiesa privati, un grande orto e giardino" distrutti il 15 gennaio del 1968 dal terremoto del Belice.
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La tensione alla conservazione del proprio patrimonio culturale e la ricerca di modernità convivono oggi all'interno del museo della Memoria di Santa Margherita, sui ruderi dell'ex Chiesa Madre, con immagini, giornali d'epoca e contributi multimediali che descrivono ai più giovani quegli "accumuli di memorie", descritti da Vincenzo Consolo, di colpo diventati "terreno nudo e vago" per il terremoto, "forza d'una maligna natura".
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