Ancora nessun "Rilancio" per il settore wedding, events e congress...
"Dimmi come e quando" è il nuovo slogan di Italian Wedding Industry che rappresenta un ampio settore ancora drammaticamente abbandonato
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All'indomani dell'approvazione del nuovo "Decreto Rilancio", il 90% delle attività del comparto italiano del settore wedding, events e congress risultano ancora "vietate" e senza regole.
Da tutta Italia, veicolato dall'Italian Wedding Industry, si alza il grido "Dimmi come e quando", per ottenere risposte improrogabili sulle modalità e le date certe per mettere in moto le attività e uscire dal baratro.
A un mese di distanza dal primo appello (LEGGI) - completamente ignorato - torna a farsi sentire IWI, il movimento spontaneo che, partendo dalla Sicilia, con l'imprenditore Umberto Sciacca, l'event manager Barbara Mirabella e l'imprenditore Luca Damiani, ha coinvolto, da Sud a Nord, l'intera filiera italiana del settore wedding, events e congress che, annualmente, fattura 40 miliardi.
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Con oltre 5000 firme, anche da parte dei più prestigiosi brand nazionali della produzione di abiti da sposa, sposo e cerimonia, il movimento ha generato una sottoscrizione che dà nomi e cognomi alle vittime inascoltate dell'ecatombe economica, conseguente alla pandemia da Covid-19, per essere stati i primi a fermare la macchina organizzativa e, in base alle recenti disposizioni, anche gli ultimi a rimetterla in moto.
Da IWI dicono con chiarezza: "È assurdo che, nonostante le nostre ripetute richieste di confronto, attraverso la sottoscrizione nazionale che è stata inviata al Presidente della Repubblica Mattarella, al premier Conte e a tutti i gruppi parlamentari e del senato, nessuno abbia preso in considerazione le nostre proposte concrete per riprogrammare le cerimonie e i grandi eventi, o dato attenzione alle istanze di un intero comparto oggi al collasso, con l'85% del fatturato nazionale già andato perduto".
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"Siamo convinti che, così come è stato possibile trovare delle soluzioni per i mercati rionali, il trasporto pubblico e gli spazi ristretti come gli aerei, si possa immaginare, anche il supporto degli ordini professionali come gli architetti, gli ingegneri e i geometri, per cerimonie all'aperto o, per esempio, riorganizzare sale per convention ed eventi aggregativi in maniera composta, con nuove modalità di servizio, salvando un intero comparto, che adesso è stato reso vietato e privo obiettivi neanche a medio termine. Chiediamo che il governo ci dia gli strumenti per ripartire, ma soprattutto non ci lasci nell'eco sordo delle nostre richieste di aiuto".
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Ma non è finita qui, in virtù dell'onda emotiva che ha letteralmente colpito come uno tsunami commerciale l'intera filiera, con migliaia di richieste pervenute, Italian Wedding Industry ha deciso di riaprire una nuova raccolta firme, volta a rafforzare il grido di aiuto e a raggruppare tutti i professionisti del comparto, che rappresentano un'eccellenza italiana: per firmare la petizione CLICCA QUI