Carnevale 2020 è arrivato!
Trucchi, scherzi, lazzi e feste: quello che c'è da sapere (in grandi linee) sulla festa più pazza dell'anno
Carnevale 2020 è arrivato. Una folla colorata di principesse, supereroi, maghetti, animali di ogni tipo, dalla coccinella al leone, è pronta a invadere per le strade italiane in mezzo a coriandoli e stelle filanti.
Dal Giovedì al Martedì Grasso - quando si chiuderanno le danze - e seguiterà il Mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima.
Come si "calcola" il Carnevale
Il Carnevale è collegato alla Pasqua che è una festa mobile. Per calcolare la Pasqua si parte dal giorno d'equinozio di primavera, il 20 o il 21 di marzo. Si prende il primo giorno di luna piena dopo l'equinozio (o il giorno stesso, regola maggiore o uguale) e la prima domenica successiva al giorno di luna piena viene eletta come giorno di Pasqua. Quest'anno sarà domenica 12 aprile.
I festeggiamenti Carnascialeschi in Italia
In diverse città italiane il Carnevale è festeggiato con sfilate di carri e maschere. Le celebrazioni più conosciute, sia entro i confini nazionali, sia all'estero, sono sicuramente quelle che si tengono a Venezia e a Viareggio. Di grande richiamo poi, quelli di Cento (in provincia di Ferrara), Ivrea (in Piemonte), Fano (nella provincia di Pesaro Urbino), Putignano (l'antico Carnevale del "tacco d'Italia", la Puglia) e quello che viene definito il "Carnevale più bello di Sicilia": il Carnevale di Acireale.
Cosa significa Carnevale?
Non si sa da dove derivi il nome "carnevale": c'è chi dice da carrus navalis, il rito della nave sacra portata in processione su un carro; secondo altri significa carnem levare ("togliere la carne") o carne vale ("carne, addio") e allude ai digiuni quaresimali, dato che il Carnevale si conclude con il martedì grasso, il giorno che precede, nei paesi cattolici, il mercoledì delle Ceneri.
Nel Medioevo il Carnevale era il tempo delle scorpacciate comunitarie e delle danze infinite. Come a Capodanno, semel in anno licet insanire: si può ben essere folli una volta l'anno. I ruoli sociali si invertivano: gli uomini si vestivano da donne e viceversa, i poveri da ricchi, i ricchi da accattoni o da giullari.
Le maschere italiane
Le maschere italiane - come si spiega nell'enciclopedia Treccani - nacquero a Venezia e sono già ricordate verso la fine del Tredicesimo secolo. Erano usate per diversi scopi. Da Venezia si diffusero in Italia e in Europa e furono adottate dal Teatro dell'Arte.
Ebbero la massima diffusione nei festini di Carnevale del Settecento, in cui conobbero grande fama personaggi come Rosaura la dama, Florindo l'innamorato, Lelio il bugiardo, inseriti da Carlo Goldoni nelle sue commedie.
Le maschere celebrano le tradizioni delle città e delle regioni d'Italia: il Piemonte con Gianduia, Bergamo con Arlecchino e Brighella, Venezia con Pantalone e Colombina (innamorata di Arlecchino), Milano con Meneghino, la Toscana con Stenterello, Roma col Sor Tartaglia, con Rugantino e Capitan Spaventa, Napoli con Tartaglia e il mitico Pulcinella, la Sicilia con Peppe Nappa e i personaggi della tradizione dei paladini.