Caro Babbo Natale, quest'anno non portare ai bimbi giocattoli sessisti...
Giochi e giocattoli no gender: è iniziato il cambiamento (e passa per la Grande Distribuzione Organizzata)
Una bambina vestita da astronauta? Un bambino che si diletta ai fornelli nella preparazione di deliziosi manicaretti in una cucina perfettamente attrezzata?
Fino a poco tempo fa sarebbe stato praticamente impensabile, visto e considerato che la maggior parte dei giocattoli per bambini erano fortemente marcati da paradigmi sociali pregressi.
Non stupiva (e non stupisce) l'esistenza di giochi da femmina, relazionati alla cura della famiglia, salute, educazione o faccende domestiche (spesa, cucina, stirare) in contrapposizione ai giochi da maschio, focalizzati nel settore dell'automotive, della costruzione, dello sport o dell'ingegno.
Questa divisione è una realtà che continua ad essere presente e che si accentua particolarmente in occasioni di alto consumo, come il Natale.
È iniziato il cambiamento (e passa per la GDO)
Si può osservare però che queste differenze si stanno progressivamente riducendo. Tanto che Tiendeo.it, leaders in servizi drive-to-store ed esperti in cataloghi digitali, ha osservato che 8 su 10 dei principali cataloghi digitali di giocattoli iniziano ad essere inclusivi rispetto alle distinzioni di genere.
La maggior parte dei volantini e dei cataloghi vantano un'offerta ampia e variegata, e iniziano a integrare un numero di immagini e fotografie sempre maggiore di bambini e bambine che in diversi contesti utilizzano indistintamente diversi giochi.
"Sembra che le marche e i negozi siano ricettivi rispetto a questa crescente necessità della società di offrire ai più piccoli la possibilità di scegliere, lasciando da parte gli stereotipi, e che si stia producendo lentamente un cambio di paradigma già visibile nei cataloghi e nei punti vendita", spiega Eva Martín, CEO e co-founder di Tiendeo.
È interessante notare come supermercati e centri commerciali siano la categoria che maggiormente abbatte le differenze di genere, a dispetto dei brand prettamente dedicati al giocattolo, che risultano più reticenti al cambiamento e in alcuni casi, tuttora ancorati alla distinzione "giochi da maschi" e "giochi da femmine".
La Grande Distribuzione Organizzata infatti, per questo Natale predilige cataloghi incentrati sulle immagini del prodotto, senza alcun tipo di connotazione che possa dar luogo a distinzioni di genere.
La maggior parte dei cataloghi di negozi di giocattoli invece, si servono ancora delle immagini che vedono le donne in cucina e i maschi al volante di fuoristrada di ultima generazione.
I colori continuano ad essere una nota dolente
Quello del giocattolo è ancora oggi un settore fortemente stereotipato, e il Natale fa da cassa di risonanza. Un chiaro esempio risiede nel monopolio dei colori ROSA VS AZZURRO, che continua ad essere molto presente tanto nella grafica dei cataloghi, quanto negli stessi giocattoli.
La buona notizia è che sono sempre più predominanti nuovi formati, come i giochi solidali, che permettono di sensibilizzare e al tempo stesso raccogliere fondi per progetti sociali. O casi come quello di Playmobil e Lego...
Playmobil attraverso l'introduzione della principessa non vedente, una cowgirl in sedia a rotelle e un personaggio con apparecchio acustico e il secondo con la creazione di una città accessibile, la Lego City, con la presenza della sedia a rotelle.
Dal canto suo, una marca emblematica del settore come la popolarissima Barbie, vanta una nuova collezione composta da differenti personaggi che rispecchiano diverse realtà (incluse le disabilità fisiche) e modi di intendere che cos'è la bellezza.
I giocattoli sono un pilastro fondamentale dell'educazione costruttiva e da essi i bambini estrapolano forti valori in un contesto in cui sono "tutti benvenuti!", come dice Mattel nel suo "Creatable World", un nuovo concetto di personaggi, attrezzati di ogni sorta di parrucche e accessori in modo che bambini e bambine possano sperimentare e facciano viaggiare la propria immaginazione.
Si iniziano finalmente a rompere tabù a favore di una maggiore consapevolezza: un altro obiettivo fondamentale e promettente, senza dubbio, per il settore retail.