Cosa fare, veramente, se si viene punti da vespe, api, meduse o tracine
I trattamenti, VERI, da intraprendere se si è vittime delle tipiche punture dell'estate
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Ogni anno puntualmente, durante il canonico periodo delle ferie, su riviste, magazine e giornali online spunta l’articolo sul come difendersi/intervenire in caso di fastidiosi morsi e punture di vespe, calabroni, tracine e meduse.
Ogni anno puntualmente, in questi articoli si leggeranno varie metodologie da adottare: da quelle ormai ampiamente riconosciute (e puntualmente dimenticate da chi ha già letto articoli del genere e poi viene punto) a quelle che vanno dall’assolutamente inutile al fantasioso/bizzarro e che è meglio non praticare.
Anche noi, puntualmente, in questo periodo vogliamo dare il nostro contributo affidandoci però alla scienza e coscienza degli specialisti di Medical Facts, il magazine online di informazione scientifica e debunking delle fake news, con la direzione scientifica di Roberto Burioni...
Cosa fare con le punture dell'estate?
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A terra api e vespe. In mare, tracine e meduse. Le punture e i morsi sono un tratto tipico dell'estate. In città, ma soprattutto nelle campagne, può capitare di essere punti dagli insetti.
Solitamente la reazione, più o meno dolorosa, regredisce da sola in pochi giorni. In meno di un caso su dieci, invece, la reazione è più di rilievo e può chiedere l'intervento del medico.
Cosa si può fare? Su Medical Facts, Giorgia Protti, specialista di medicina interna, spiega che in caso di api e vespe il pungiglione e le sacche velenose possono "rimanere attaccati alla cute". "In questo caso bisogna rimuoverli il prima possibile, avendo cura di non schiacciarli per non favorire la penetrazione del veleno", dice.
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Il consiglio è di fare un movimento parallelo alla pelle, per esempio con una tessera come una carta di credito. Per i casi più lievi viene suggerita un'applicazione di ghiaccio sulla puntura, o l'uso di antidolorifici o antistaminici. Per i casi più gravi, che hanno una zona cutanea interessata superiore ai 10 cm, "la terapia è sostanzialmente sintomatica, ma si può considerare l'assunzione di farmaci cortisonici per 3-5 giorni".
Peggiore è la situazione delle reazioni anafilattiche sistemiche, con orticaria diffusa, gonfiore delle mucose, difficoltà a respirare, nausea, vomito, dolore addominale. "Se si sospetta questa condizione bisogna agire in fretta, perché la situazione di aggrava rapidamente - aggiunge - Se si dispone di adrenalina iniettabile bisogna somministrarla immediatamente a livello dei muscoli anteriori-laterali della coscia. Fondamentale è cercare soccorso medico il prima possibile".
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Al mare, invece, è particolarmente dolorosa la puntura della tracina: si nasconde sotto la sabbia, dunque è facile che possa colpire i piedi. In questo caso, spiega Mariangela Elefante, medico Fimmg, sempre su Medical Facts, è necessario "mantenere la calma, immergere la parte colpita in acqua calda per 30/90 minuti", con l'acqua almeno a 45 gradi, "rimuovere eventuali spine con pinze e non a mani nude e pulire bene la ferita con acqua". "Sono assolutamente da evitare rimedi fai da te come spegnere sigarette o urinare sulla ferita", prosegue.
Nel caso di punture di medusa, invece, bisogna uscire subito dall'acqua ed evitare di grattarsi e di sfregare la zona colpita. "La miglior misura è la prevenzione", spiega Protti. Ad esempio, "È buona norma evitare di toccare a mani nude le meduse 'spiaggiate' sul bagnasciuga", dice, sottolineando come i "rimedi 'chimici' tradizionalmente usati" sono "spesso fantasiosi: dall'aceto all'alcol, fino all'urina". "Purtroppo - spiega - nessuno di questi composti è stato validato, anche per la comprensibile difficoltà di eseguire studi clinici in tali circostanze".
Nei giorni successivi alla puntura, è necessario pulire regolarmente la zona colpita ed eventualmente applicare antibiotici topici per prevenire infezioni. Se non vi è pericolo di infezione, possono essere assunti farmaci corticosteroidei o antinfiammatori per ridurre la reazione locale.