Cosa vorrebbe fare la Sicilia con il Recovery Fund
Intervistato dal settimanale britannico The Economist, il presidente Nello Musumeci ha fatto la lista degli investimenti prioritari
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Quello che la Regione Siciliana vorrebbe fare con i fondi del Recovery Fund, il presidente Nello Musumeci lo ha raccontarlo all'Economist.
Intervistato dal settimanale britannico, il governatore siciliano ha infatti indicato una lista con alcuni degli investimenti prioritari, di cui l'Isola ha bisogno, da realizzare con il fondo europeo:
- un hub portuale che sia da sponda nel commercio di beni tra il Canale di Suez e il Mediterraneo;
- un aeroporto internazionale ("Malta, più piccola della meno estesa provincia siciliana, ce l'ha", spiega il governatore);
- un sistema ferroviario moderno ("buona parte di quello siciliano è a binario unico o non elettrificato");
- un'autostrada sulla costa meridionale;
- rimediare alla carenza di infrastrutture sociali, prima fra tutte, gli asili nido.
Il settimanale ha però sottolineato che la lista dei progetti inviati a Roma dal governo siciliano prevede interventi su larga scala e tempi lunghi di realizzazione, in contraddizione con le indicazioni del Recovery Fund che privilegia investimenti "smart" e "green" da completare in fretta.
Inoltre, ha sottolineato la tesi dell'economista Vincenzo Provenzano, docente all'Università di Palermo, che si è detto preoccupato dagli obiettivi "troppo ambiziosi" della Regione, mentre dovrebbe concentrarsi sul "Green Deal", affinché gli investimenti abbiano effetti immediati: "Serve - ha detto Provenzano - investire su settori in cui la Sicilia si trova in vantaggio rispetto ad altri, come l'agricoltura biologica".
L'Economist ha ricordato anche la "notoria indolenza" della burocrazia siciliana, specificando che il 70% dei fondi europei dovrebbe essere impegnato entro il 2022 e il restante 30% entro l'anno successivo, mentre le somme devono essere spese non oltre il 2026.
Infine, c'è la preoccupazione che gli investimenti in Sicilia favoriscano la mafia, anche se Cosa nostra, a partire dal 1990, ha perso terreno nei confronti della Camorra e della 'Ndrangheta. Infatti, le numerosi leggi per impedire le infiltrazioni criminali nell'economia legale, hanno determinato un rallentamento negli investimenti pubblici e "Musumeci ritiene che le precauzioni siano diventate eccessive e chiede che il governo centrale semplifichi le procedure per la concessione dei fondi europei”.
Il settimanale britannico ha comunque riconosciuto a Musumeci, ex presidente della Commissione regionale antimafia, di aver sostenuto forze dell'ordine e magistratura nella lotta contro la mafia.