Dopo l'orto sul balcone è il momento dell'ungardening
La nuova frontiera ecologica è il giardino bio che rifiuta pesticidi, coltiva piante autoctone e accoglie gli amici insetti
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In tempi di transizione ecologica, potendo godere di un giardino, se si vuole veramente rispettare l'ambiente ed essere sostenibili, ricordate che un prato all'inglese con l'erba perfettamente rasata non è la rappresentazione dell'ecologia. Pensate al consumo di acqua e all'uso di concimi chimici per curare giardini del genere (facendo strage, anche, degli insetti che ci vivono dentro).
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Per vivere nel verde con animo e pratiche green, sarebbe bene sposare i nuovi dettami dell'ungardening, ovvero della cura del verde in modo totalmente ecologico. Niente antiparassitari, niente anticrittogamici e niente piante esotiche o erba geneticamente modificata. Solo piante autoctone, essenze native e uso di terricci, concimi naturali e (per chi può) piccoli stagni: un inno alla crescita spontanea del verde invitante per insetti, invertebrati, api, farfalle e fauna (uccelli, pesci, ranocchie).
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Il trend, anglosassone, sta prendendo piede anche da noi. Dopo gli orti sui balconi, il giardinaggio si trova di fronte ad un nuova svolta. "L'ungardening ha l'obiettivo di ripristinare gli ecosistemi nativi - spiegano gli esperti -, anche modificando un metro alla volta dei nostri spazi, dai giardini ai balconi, dai davanzali ai cortili dalle scuole e degli uffici”.
Perché sostituire il classico giardinaggio con le tecniche alternative dell'ungardening, compatibili con l'ambiente, significherebbe trasformare il proprio cortile in un paradiso terrestre. Il senso infatti è proprio quello di accompagnare la natura a fare il suo lavoro per creare delle aree spontanee protette che, in poco tempo, si popoleranno di animali.
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Guru dell'ungardening è l'inglese Jenny Steel (www.wildlife-gardening.co.uk), ecologista e specializzata nel giardinaggio della fauna selvatica da oltre 30 anni, che intervistata dal Guardian ha dispensato consigli sul modo migliore per trasformare un giardino all'inglese in un idillio per uccelli, mammiferi e insetti.
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"Rifiuta i pesticidi e fai lavorare la tua fauna selvatica per te - dice Steel -. Il giardinaggio biologico è incredibilmente importante. Se stai usando pesticidi e spray, stai sostanzialmente rimuovendo una grande fonte di cibo, specialmente per gli uccelli, poiché si nutrono di piccoli invertebrati".
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"Contro le lumache, - ricorda Steel sul quotidiano inglese - puoi usare una trappola di birra versandola in un piccolo contenitore a terra dove entreranno le lumache. Se gli afidi mangiano le tue rose puoi incoraggiare gli uccelli insettivori a venire a gustarsene appendendo una mangiatoia per uccelli accanto alle rose".
Per essere fedeli al giardinaggio biologico e selvatico, naturalmente, non si può avere repulsione per gli insetti, fondamentali per mantenere l'ecosistema. Al contrario sarebbe bene creare zone umide di terra dove scartafacci, lombrichi e invertebrati possano rintanarsi.
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È bene, comunque sottolineare che l'ungardening non significa lasciare crescere erbacce e arbusti in libertà. Le ortiche, ad esempio, vanno levate perché soffocano le altre piante. Altre varietà, seppure selvatiche, garantiscono invece il vero ecosistema attraente per insetti ed animali.
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Infine, per attirare farfalle, coccinelle, api e falene tutti gli esperti invece concordano: le piante migliori sono la Buddleja (che in Sicilia cresce benissimo ma con la quale bisogna fare attenzione perché invasiva, va quindi gestita) e le officinali come lavanda, rosmarino, origano, timo, verbena, achillea, maggiorana e menta.