Gli ultimi Presìdi Slow Food Siciliani, simbolo di rinascita e resilienza
Quando il cibo buono, pulito e giusto ha come obiettivo la costruzione di una società migliore
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Nato in Italia nel 1986 - col nome di Arci Gola -, Slow Food è un movimento culturale internazionale che opera sotto forma di associazione senza scopo di lucro e che da sempre pone la difesa della biodiversità al centro dei suoi progetti con l'obiettivo di tutelare la straordinaria ricchezza del nostro Pianeta.
Ed è proprio nella nostra Penisola, ricca di prodotti artigianali, tecniche tradizionali, specie autoctone e paesaggi rurali, che già nel 1999, l'Associazione ha dato vita a uno dei suoi strumenti più significativi: i Presìdi Slow Food.
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Questi progetti sostengono le piccole produzioni tradizionali che rischiano di scomparire, valorizzano territori, recuperano antichi mestieri e tecniche di lavorazione, salvano dall'estinzione razze autoctone e varietà di ortaggi e frutta. Oggi sono oltre 600 in 79 paesi (in Italia se ne contano più di 350) e coinvolgono migliaia di produttori. La Sicilia è una delle regioni più ricche di Presidi Slow Food, contando attualmente ben 52.
Gli ultimi Presìdi Slow Food della Sicilia
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Come appena detto, la Sicilia è una delle regioni che detiene il maggior numero di presìdi (vedi tutti i Presìdi Slow Food siciliani - CLICCA QUI). Per fare un esempio, solo negli ultimi due anni al lungo elenco se ne sono aggiunti sette (Pasta reale di Tortorici, Carciofo di Niscemi, Miele di timo ibleo, Salsiccia al ceppo di Linguaglossa, Fagioli di carrazzo dei Nebrodi e Pomodoro buttiglieddru di Licata). Di seguito la storia di tre presìdi tra i più recenti, simbolo di rinascita e resilienza.
PASTA REALE D TORTORICI
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L'ultimo arrivato dei Presìdi Slow Food siciliani nasce a Tortorici, centro di seimila abitanti in provincia di Messina noto soprattutto per i noccioli, di cui oggi troviamo ancora numerosi ecotipi locali. Il Presidio tutela la pasta reale di Tortorici, dolce costituito da soli tre ingredienti: acqua, zucchero e le nocciole che crescono sui monti dei Nebrodi. Piatta e irregolare, la pasta reale si contraddistingue per un rigonfiamento al centro che si produce in cottura, nel momento in cui l'impasto "scoppia", facendo sciogliere lo zucchero e generando la particolare forma. Non esiste una ricetta precisa, molto dipende da come vengono tritate le nocciole tostate.
SCATTATA DI ALIA
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Come per la pasta reale, anche nel caso della scattata di Alia la preparazione non richiede molti ingredienti. Il dolce tipico di questa cittadina montana a sud est di Palermo prevede solo mandorle, acqua e farina di maiorca, un grano antico presente ancora oggi nel territorio delle Madonie. Si dice che nessuna scattata viene mai uguale all'altra. La ricetta tradizionale, tipica dei giorni di festa, risalirebbe ai primi anni del Novecento e continua a essere tramandata da generazioni. Valorizzare questo lavoro artigiano è il principale obiettivo del Presidio, che mira anche a coinvolgere e rinforzare il tessuto agricolo e rurale del territorio, a partire dalle coltivazioni necessarie per realizzare il dolce, come il grano di maiorca e i mandorleti, nettamente diminuiti.
POMODORO BUTTIGLIEDDRU DI LICATA
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Nell'Agrigentano invece, il buttiglieddru di Licata non è solo un pomodoro che, come suggerisce il nome, ha una forma simile a quella di una bottiglia. La sua particolarità è data da una coltivazione pressoché unica, con semina a dicembre, maturazione a fine maggio e utilizzo di insetti "utili" al posto di fitofarmaci. Ottimo fresco per la sua dolcezza, il buttiglieddru viene da sempre trasformato anche in passata, polpa e pomodori secchi. Il Presidio oggi riunisce una decina di produttori attorno a un rigido disciplinare di produzione che prevede, tra le altre cose, l'autoriproduzione della semente, il divieto del diserbo e la semina in campo aperto.