Il destino di una carruba: da umile alimento ad esclusivo superfood
C'è la grappa, la crema spalmabile e le tavolette... Un'azienda di Modica (RG) con le carrube ci fa questo e altro
Foto di Giorgio Leggio - Flickr.com, CC BY-SA 2.0
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Pianta antichissima, l'area di origine del Carrubo è molto incerta. La maggior parte degli studiosi lo ritengono originario dell'Asia Minore o della Siria, altri pensano che abbia avuto origine in Egitto; altri ancora lo credono autoctono della Sicilia.
Nell'Isola, di sicuro, durante la seconda guerra mondiale i frutti del Carrubo sfamarono migliaia di persone, destinate altrimenti a morire di fame e ancora oggi le rigogliose piante verdi e frondose, caratterizzano il paesaggio di alcuni territori insulari.
Versatile come una carruba…
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Frutto dimenticato quanto importante e versatile, all'inizio degli anni 2000 un'azienda di Modica, la CioKarrua Srl, con lungimiranza ha recuperato l'uso della carruba per creare tutta una serie di prodotti alimentari.
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Dalla sua lavorazione, infatti, l'azienda produce la farina - dalla polpa (ottima per diverse preparazioni come pasta fresca, biscotti, dolci, etc.) e dai semi (impiegata come additivo naturale alimentare utilizzato in gelati, caramelle, confetti, etc) - e l'estratto di polpa di carruba, superfood esclusivo di CioKarrua, ottimo dolcificante e rimedio naturale per alleviare la tosse, grazie al potere espettorante.
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Tra le ultime "invenzioni" di CioKarrua bisogna sicuramente citare l'esclusivo Carrubato di Sicilia, la crema spalmabile alle carrube e la Grappa alla carruba.
La prima è una inedita tavoletta composta al 55% da polpa di carruba, con l'aggiunta di burro di cacao (ma senza zucchero aggiunta, perché il frutto ne contiene naturalmente il 40%), nella quale si riconoscono tutti i sentori di frutta matura, fichi, datteri e melassa propri della carruba in purezza.
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CioKarrua produce anche le tavolette aromatizzate (con olio essenziale di arance di Sicilia, con nocciole dei Nebrodi e miele italiano) e col Carrubato ha prodotto anche la prima crema spalmabile alle carrube in vasetto (fatta con nocciole dei Nebrodi, olio d'oliva e senza zuccheri aggiunti).
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La Grappa alla carruba invece, sul mercato dallo scorso novembre, è distillata da uve di Nerello mascalese e ha una gradazione alcolica di 40 gradi. La sua peculiarità è che non viene aromatizzata con l'essenza alla carruba ma direttamente tramite l'infusione della carruba sezionata che è imbottigliata al suo interno.
Il frutto rilascia gradualmente i suoi sentori e dona alla grappa un colore ambrato, sprigionando un profumo intenso e un gusto rotondo, caldo e avvolgente. L'incontro tra le carrube e l'uva coltivata sulle pendici dell'Etna, tra terrazze nere di pietra lavica, provoca un'esplosione di sentori legati a una terra che sa di mare, di cenere, di spezie e pistacchi, che profuma di mandorli, ulivi e... carrubi.
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Insomma, da quando CioKarrua ha rivoluzionato il modo di concepire la carruba - da semilavorato per le industrie alimentari e la zootecnia, a protagonista indiscusso di prodotti golosi, buoni e sani - il frutto dei tipici alberi iblei è entrato sempre più di frequente in raffinate preparazioni gastronomiche, diventando da umile e povero alimento a prodotto di nicchia, esclusivo e ricercato.