Il futuro è nei piccoli borghi (e Geraci Siculo lo sa)
I borghi sono cultura, storia e tradizione e il turista del terzo millennio ha voglia di conoscerli
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L'emergenza pandemica, la capillarità della comunicazione online e la trasformazione dei turisti attratti sempre più dall’esperienza, pongono nuove sfide agli amministratori dei piccoli borghi, nonché inedite opportunità di crescita e di visibilità. La missione turistica alla quale i primi cittadini sono chiamati oggi è una riconversione delle offerte e dei servizi capace di incontrare le nuove esigenze del turista esperienziale, in un'ottica di sviluppo sostenibile.
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Sebbene nel 2020 il settore del turismo abbia subito un grave arresto nel trimestre marzo-maggio a causa del Covid-19, le ultime rilevazioni ISTAT sul Movimento Turistico in Italia hanno registrato un incremento del +6,5% rispetto al 2019 nell'estate 2020, a favore soprattutto delle destinazioni "meno consuete, presumibilmente meno affollate e con una più ampia ricettività di tipo extra-alberghiero, a discapito delle destinazioni estive più tradizionali".
I piccoli borghi, insomma, hanno di fronte ad un'occasione che costituisce a tutti gli effetti un moltiplicatore di vantaggi per tutti gli attori coinvolti nel settore turistico.
Foto di Davide Mauro - Opera propria, CC BY-SA 4.0
Geraci Siculo e la sua amministrazione, grazie anche alla vetrina di Rai3 con il concorso "Il Borgo dei Borghi" (sul podio al terzo posto), pensa ad un piano di sviluppo strategico per rilanciare e ripopolare i borghi, ma soprattutto fare in modo che i giovani possano decidere di restare nei territori di appartenenza.
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La rappresentazione di una necessità venuta fuori dalla tavola rotonda, organizzata nelle pagine Youtube e Facebook "Visit Geraci Siculo", che ha avuto per tema "I borghi, motore della rinascita": un punto sull'economia locale e la vita sostenibile nei centri più piccoli della Sicilia. "Non abbiamo vinto - ha spiegato il sindaco di Geraci Siculo, Luigi Iuppa, riferendosi al concorso - ma siamo certamente tra i borghi più amati. Abbiamo avuto il sostegno di tantissimi siciliani".
Foto di Giuseppe Fazio - Opera propria, CC BY-SA 4.0
Un punto di partenza a livello di visibilità e di condivisione, secondo il sindaco Iuppa, che deve far seguito ad un potenziamento dell'ospitalità e della qualità dei servizi, non solo di Geraci ma di tutte le Madonie in generale, puntando su una tipologia di turismo slow e delle radici.
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"I borghi sono cultura, storia e tradizione che promuovono i valori e l'appartenenza - ha detto Salvatore Bartolotta, coordinatore regionale de "I borghi più belli d'Italia" -. Oggi il turista del terzo millennio vuole scoprire l'entroterra, non vuole più spiaggia-sole-mare, ma vuole essere coinvolto, vuole emozionarsi, vuole essere complice e sentirsi parte integrante della comunità che va a scoprire".
"Per questo vorremmo scegliere Geraci Siculo per presentare il piano strategico dei borghi per chiedere alla politica di evitare lo spopolamento. Il virus ci ha fatto scoprire che nei paesi si vive meglio. Vanno adeguate le infrastrutture e i servizi. Lo spopolamento dei piccoli centri rappresenta la distruzione della nostra economia".
Foto di Davide Mauro - Opera propria, CC BY-SA 4.0
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La sfida più grande è proprio quella di fare in modo che i giovani restino nei borghi, creando opportunità di lavoro anche nei piccoli centri, come ha sottolineato Giulia Sonzogno, esperta di sviluppo di "Riabitare l'Italia". "Stiamo portando avanti il nostro primo grande progetto che si chiama "Giovani dentro" proprio per capire quali sono le motivazioni a restare, come è possibile promuovere opportunità per i giovani delle aree interne".
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Dai primi dati raccolti di "Giovani dentro" si evince che il 70% dei giovani vuole restare e oltre il 50% vuole promuovere strategie di sviluppo e progetti perché pensa alla sua vita nei territori. Prospettive da tenere in grande considerazione e che si possono concretizzare attraverso le risorse europee con le quali oggi è possibile attivare una serie di opportunità.
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