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Il Palazzo Reale di Palermo disvelato...

Uno straordinario archivio multimediale. La reggia normanna in 3D grazie ad una piattaforma digitale virtuale innovativa

27 giugno 2018
Il Palazzo Reale di Palermo disvelato...

Il Palazzo Reale di Palermo come non si era visto mai. Un palinsesto architettonico, vecchio di 2500 anni, in cui le fasi costruttive e le storie si intrecciano in un sorprendente labirinto di dati realizzato grazie al rilievo in 3D, il primo dopo quelli borbonici del 1801 e del 1846, presentato in questi giorni all'Assemblea regionale siciliana nell'ambito del convegno internazionale "Il palazzo disvelato" dedicato alla reggia palermitana e agli altri luoghi del potere mediterraneo.

Il progetto, iniziato nel 2010 e coordinato da Ruggero Longo, è frutto della sinergia fra l'Ars, un gruppo interdisciplinare dell'Università della Tuscia e la Tecno-Art aggiudicataria del bando per un costo di circa 500 mila euro.

Dopo 8 anni, lo studio è giunto a compimento con la realizzazione di una piattaforma digitale virtuale innovativa, che interagisce con innumerevoli banche dati creando uno straordinario archivio multimediale che consente l'accesso a un grandissimo numero di informazioni.

Per realizzarlo sono stati necessari 3 miliardi di punti battuti dai laser, oltre 40 mila fotografie, 600 campioni di materiali e migliaia di documenti studiati tra testi, cartografie e fotografie.

Il rilievo tridimensionale e le banche dati hanno consentito di leggere la straordinaria sintesi di culture (arabo, greco-bizantina e normanna) espresse dal palazzo, un unicum nel Mediterraneo, e di analizzare dettagliatamente, grazie alle moderne tecniche diagnostiche, fra gli altri, i mosaici della Cappella Palatina, la stanza di Ruggero II, la Sala dei Venti e le segrete.

E sono venute fuori alcune importanti novità sul palazzo medioevale. Quello che oggi conosciamo è mutato profondamente nel corso dei secoli...

Anzitutto la facciata dell'edificio era intonacata di bianco e contornata di rosso. Anche la stanza di Ruggero II - è stato dimostrato che era proprio la sua - ha riservato delle sorprese. Era una sala dedicata a udienze private con una loggia belvedere aperta sullo straordinario paesaggio di Palermo.

Anche nella Cappella Palatina - sicuramente coeva alla cappella inferiore - dove sedeva il re c'era una grande finestra, probabilmente a sottolineare l'importanza della luce nella costruzione dell'immagine del Monarca.

Per Maria Andaloro, già sovrintendente del Palazzo e ideatrice del progetto - cominciato da Gaetano Armao quando era assessore ai Beni culturali -, l'indagine ha scoperto, attraverso due strumenti informatici, il rilievo in 3D e la banca dati, incrementabili all'infinito: "un palazzo-città che testimonia come in nessun altro luogo, la stratificazione della storia di Palermo".

In questo senso, per Ruggero Longo, si è costruito uno straordinario archivio della memoria, aperto al futuro. Un archivio a cui a breve potranno accedere tutti dal sito dell'Ars.

Sarà messo in rete in coincidenza con l'apertura dell'ingresso principale del Palazzo, chiuso dal 1840, i cui lavori di restauro stanno per essere ultimati. Sarà un patrimonio di informazioni preziose consegnato alla pubblica fruizione e al percorso Unesco arabo normanno di Palermo, in un programma di collaborazione fra Assemblea e Città di Palermo. [ANSA]

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27 giugno 2018
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