In Italia le aziende agricole sono sempre più rosa
Sul territorio nazionale un’impresa agricola su quattro è guidata da donne, maggiormente nel Sud
In Italia più di un'azienda agricola su quattro è guidata da donne, con il 45% delle circa 215 mila imprese in rosa che si concentra al sud dalla Sicilia alla Puglia, dalla Calabria alla Campania, dalla Basilicata al Molise.
È quanto emerge da un'elaborazione di Coldiretti su dati Unioncamere, in occasione della Giornata mondiale delle donne rurali che ha visto l'elezione di Monica Merotto, nuova responsabile nazionale di Donne Impresa Coldiretti la maggiore associazione femminile di categoria.
Allevatrice di bovini e produttrice di olio e vino in Toscana, Merotto sarà affiancata per i prossimi cinque anni da una giunta formata dalle due vice presidenti Rita Licastro, olivicoltrice della Calabria e Chiara Bortolas coltivatrice di ortaggi in Veneto; oltre a Elisabetta Secci dalla Sardegna, Wilma Pirola dalla Lombardia, Cristina Adelmi dalla Liguria, Margherita Scognamillo dalla Sicilia, Floriana Fanizza dalla Puglia e Antonella Di Tonno dall'Abruzzo.
Tra gli elementi di novità, rileva Coldiretti, è l'arrivo sui campi di imprenditrici che hanno seguito percorsi formativi diversi dall'agricoltura. La neo presidente di Donne Impresa, ad esempio, è laureata in Storia dell'Arte Medioevale e aveva iniziato una carriera universitaria prima di tornare alla terra.
Cia - Agricoltori Italiani, donne rurali 43% forza lavoro in paesi via di sviluppo
"Le donne rurali nei paesi in via di sviluppo rappresentano il 43% della forza lavoro e producono la maggior parte del cibo disponibile con un ruolo primario per la sicurezza alimentare; sono le vere eroine del nuovo mondo" afferma l'Associazione Donne in Campo di Cia-Agricoltori Italiani.
"Le donne che vivono e lavorano nelle zone rurali - afferma la presidente nazionale Pina Terenzi - sono lì come presidio, creano vere e proprie comunità, a volte dal nulla, affrontando con coraggio i problemi che la zona rurale presenta. Basti pensare alla difficoltà di gestire una famiglia per mancanza di servizi a supporto o la mancanza di banda larga per ancora molte zone".
"Sono donne che fanno impresa nelle zone rurali per vocazione - conclude Terenzi - svolgendo il lavoro con un sentimento che va al di là del mero business; intendono davvero gettare le basi per costruire un futuro agricolo migliore, sopportando sforzi oltre le proprie possibilità".
Confagri, contributo femminile ad agricoltura è strategico
"È fondamentale il contributo femminile all'agricoltura per lo sviluppo sostenibile dell'agroalimentare, un settore che in Italia ha un giro d'affari di 190 miliardi di euro pari al 17% del Pil" afferma la presidente di Confagricoltura Donna, Gabriella Poli.
Il divario tra uomini e donne nella classifica mondiale del Gender Gap Index è in caduta libera, ricorda la presidente, con l'Italia terzultima in Europa, dopo Cipro e Malta e preceduta da Grecia, Lussemburgo e Austria. "Ci auguriamo un impegno 'verde rosa' delle Istituzioni per garantire l'inclusione, la parità di genere e la formazione - precisa la presidente - in modo da favorire l'insediamento, la permanenza e la crescita dell'imprenditoria femminile in agricoltura che sfiora il 29%".
Copagri, da sempre a fianco delle donne rurali
Secondo la Copagri, la naturale propensione femminile all'innovazione, la capacità di adattamento, il legame più forte che le donne hanno con la terra e con il territorio sono elementi vincenti delle aziende agricole a conduzione femminile.
Un valore aggiunto che va sostenuto con adeguate risorse economiche e politiche. "Il valore delle donne rurali - afferma Franco Verrascina, presidente della Copagri - non è commisurato solamente al grande lavoro che svolgono, dal momento che la loro importanza sta anche nel contribuire al sostegno economico e sociale delle proprie comunità che sempre più spesso portano avanti affrancandosi da un sistema patriarcale dal quale sono state penalizzate".