In Sicilia, grazie all'agroecologia, sta crescendo una foresta commestibile
È la prima Comunità del cambiamento di Slow Food e nasce nei terreni confiscati alla mafia
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Raccoglie in sé tutto quello che c'è di buono nei concetti di Madre Terra e Agricoltura il progetto Valdibella, nato a Partinico, trenta chilometri a sud-ovest di Palermo, che coinvolge due realtà siciliane: la cooperativa agricola Valdibella, attiva nella vicina Camporeale dal 1998, e NoE (No Emarginazione), cooperativa sociale che dal 1993 si occupa di inclusione sociale di persone portatrici di handicap.
Foto di Michael Calabrò
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C'è la volontà di coltivare per rigenerare il suolo e scongiurare il rischio desertificazione; c'è la volontà di agire secondo i principi dell'agroecologia e nel rispetto della biodiversità; c'è la volontà di aiutare la comunità, offrendo un impiego a persone fragili e portatrici di handicap. Il tutto in un terreno confiscato alla mafia.
È la prima Comunità del cambiamento di Slow Food, un progetto collettivo con cui imprese, singoli individui e portatori di interesse si impegnano a realizzare un cambiamento nei sistemi alimentari locali, adottando pratiche più sostenibili e inclusive.
Foto di Michael Calabrò
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La storia di questo rivoluzionario progetto ci riporta indietro al 1998, quando la cooperativa NoE ricevette in affidamento un fondo proveniente dalla confisca alla mafia. Due anni dopo, l'agronoma di NoE, Carla Monteleone, per gestire il fondo e renderlo produttivo chiede aiuto al presidente di Valdibella, Massimiliano Solano, che a sua volta coinvolge Rafael da Silveira Bueno - ecologo brasiliano che ha svolto il dottorato di ricerca in Scienze agrarie, forestali ed ambientali a Palermo - che vedendo il terreno pensa sia il luogo adatto dove far crescere una food forest, una foresta commestibile.
Foto di Michael Calabrò
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Se vi state chiedendo cosa sia una foresta commestibile, la spiegazione ce la dà Rafael da Silveira Bueno: "Una food forest è un sistema produttivo creato dall'uomo la cui struttura vuole assomigliare a una foresta spontanea, ma dove coabitano tante tipologie di piante, arbusti, alberi e coltivazioni diverse".
Nella fattispecie Partinicese "l'elemento principale sono gli alberi da frutta: varietà antiche, oggi quasi scomparse, ma che sono il risultato della selezione fatta dagli agricoltori siciliani che, per centinaia di anni, hanno scelto quelle che meglio si adattavano all'ambiente". Si tratta di meli, peri, albicocchi, susini e melograni, solo per citarne alcuni.
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Nell'area si stanno piantumando anche alcune specie tipiche della macchia mediterranea come querce e rose canine, queste insieme a mirti, biancospini, corbezzoli e ginestre assicurano anche le risorse alimentari per le api. Ci sarà inoltre un biolago, per la gestione delle acque reflue fitodepurate, un'area di compostaggio, uno spazio per la coltivazione di cereali ed erbe aromatiche e verranno piantate siepi "anti-incendio".
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Le parole d'ordine sono biodiversità e soprattutto agroecologia, l'approccio in agricoltura che Slow Food promuove da tempo: "Significa intendere l'agricoltura come un sistema complesso, ricco di interazioni, e che grazie alla biodiversità assicuri conservazione del suolo, risparmio idrico, incremento della materia organica e mantenimento delle interazioni ecologiche".
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Infine, un altro obiettivo del progetto Valdibella è quello di assicurare il successo imprenditoriale dell'attività perché, senza stabilità economica, alla sostenibilità ambientale vengono a mancare i presupposti. Sotto questo aspetto, a sostenere economicamente il progetto è FPT Industrial, marchio che fa parte del gruppo CNH Industrial, che ha immediatamente scelto di sposarne la causa.