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L'Assegno Unico e Universale nel 2023

Cosa cambia, cosa rimane uguale e come percepire l'assegno unico nel nuovo anno

13 gennaio 2023
L'Assegno Unico e Universale nel 2023
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Anno nuovo, governo nuovo, Legge di Bilancio nuova. Sono i tre fattori che fanno chiedere agli italiani se cambierà qualcosa riguardo alcuni degli interventi con i quali si era appena fatto in tempo a prendere confidenza. Come ad esempio l'Assegno Unico e Universale, entrato in vigore lo scorso marzo.

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Chi avendone fatto regolare richiesta nel 2022, tra gennaio e marzo, e oggi si chiede come ci si deve comportare con l'entrata dell'anno nuovo, riceve la risposta direttamente dall'INPS:

"Dal primo marzo del 2023, coloro che nel corso del periodo gennaio 2022-febbraio 2023 abbiano presentato una domanda di assegno unico e universale per i figli a carico, accolta e in corso di validità, beneficeranno dell'erogazione d'ufficio della prestazione da parte dell'Inps, senza l'onere di presentare una nuova domanda".

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Chi invece non ha mai usufruito dell'AUU e per quanti avevano - prima del 28 febbraio 2023 - trasmesso un'istanza che non è stata accolta o non è più attiva, potranno presentare domanda attraverso i seguenti canali:

  • Portale web dell'Istituto, utilizzando gli appositi servizi raggiungibili direttamente dalla home page del sito www.inps.it, se si è in possesso di SPID di Livello 2 o superiore, di una Carta di identità elettronica 3.0 (CIE) o di una Carta Nazionale dei Servizi (CNS);
  • Contact Center Integrato, contattando il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile a pagamento, in base alla tariffa applicata dai diversi gestori);
  • Istituti di Patronato, utilizzando i servizi offerti dagli stessi.

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Eventuali variazioni delle informazioni precedentemente inserite nella domanda di assegno unico, trasmessa all'INPS prima del 28 febbraio 2023, (es. nascita di figli, variazione/inserimento della condizione di disabilità, separazione, variazioni iban, maggiore età dei figli) dovranno essere comunicate dai richiedenti, integrando tempestivamente la domanda già trasmessa.

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Per quanto attiene la decorrenza della prestazione, l'INPS ricorda che: per le domande presentate entro il 30 giugno dell'anno di riferimento, l'Assegno è riconosciuto a decorrere dal mese di marzo del medesimo anno. Qualora la presentazione della domanda avvenga dal 1° luglio dell'anno di riferimento, la prestazione decorre dal mese successivo a quello della domanda stessa.

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L'ASSEGNO UNICO E L'ISEE

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C'è tempo fino al 28 febbraio per inviare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) all'Inps per ottenere l'aggiornamento dell'Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) del nucleo famigliare. Chi non lo farà, riceverà soltanto la quota minima dell'assegno unico e avrà comunque tempo fino al 30 giugno per recuperare eventuali somme non percepite.

In altre parole, chi presenterà la documentazione dopo il 30 giugno non potrà fare affidamento sugli arretrati e percepirà l'assegno aggiornato soltanto dal momento in cui si è allineato alla direttiva.

N.B. - Da sottolineare che circa 350mila nuclei famigliari, oltre a percepire l'assegno unico, godono anche del Reddito di cittadinanza: la produzione dell'Isee è quindi vincolo per ottenere entrambe le prestazioni.

LE NOVITÀ

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Con l'entrata del 2023, le vere novità dell'Assegno unico riguardano la rimodulazione degli importi per alcune categorie sociali.
La legge di bilancio 2023, infatti, apporta significative modifiche alle cifre spettanti alle famiglie beneficiarie di AUU con figli di età inferiore a un anno e per i nuclei familiari numerosi, con tre o più figli a carico, con la presenza di almeno un figlio in età compresa tra uno e tre anni.

In particolare, per l'anno appena cominciato è sancito ufficialmente quanto segue:

  • l'aumento del 50% della maggiorazione forfettaria, per i nuclei con almeno 4 figli, che sale a 150 euro mensili a nucleo, 50 euro in più dell'importo attuale (100 euro).
  • l'aumento del 50% dell'assegno per i nuclei familiari numerosi, con tre o più figli a carico, limitatamente ai figli di età compresa tra uno e tre anni per i quali l'importo spettante per ogni figlio aumenta del 50%, per livelli di ISEE fino a 40.000 euro;
  • l'aumento del 50% dell'assegno, da applicare agli importi spettanti secondo le fasce Isee di riferimento, per i nuclei familiari con figli di età inferiore a 1 anno.

In questi due ultimi casi, quindi, l'importo dell'assegno, a valori attuali, anziché oscillare tra 50 e 175 euro, avrà come minimo 75 e come massimo 262,50 euro (perché a un Isee di 40mila euro corrisponde oggi l'importo di 50 euro per il figlio minorenne). La legge di bilancio interviene anche in favore dei nuclei con figli disabili, disponendo la corresponsione a regime degli aumenti che erano stati riconosciuti nel corso del 2022.

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Infine, è stato stabilizzato l'incremento di 120 euro (finora applicabile solo nel 2022) della maggiorazione che viene riconosciuta alle famiglie con ISEE non superiore a 25mila euro che nel 2021 hanno percepito l'assegno per il nucleo familiare.

L'Inps riconoscerà le maggiorazioni e la rivalutazione degli assegni già a partire dalla mensilità di febbraio 2023, fatto salvo il diritto ad eventuali conguagli spettanti a decorrere da gennaio 2023.

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13 gennaio 2023
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