La famiglia Pellegrino svela l'archivio Ingham
Il racconto degli scambi commerciali, avvenuti dal 1814 al 1928, tra la città di Marsala e il resto del mondo
Pellegrino - prestigiosa cantina siciliana produttrice di vini bianchi e rossi, passiti di Pantelleria e Marsala - dedica una nuova sala, aperta al pubblico, all'archivio Ingham-Whitaker, che prende il nome dalle famiglie inglesi che hanno scritto alcune delle più belle pagine della storia economica della Sicilia dell'800.
La tutela dell'archivio, affidata a Pellegrino, è certificata da una lettera della Soprintendenza ai Beni Archivistici. I testi sono custoditi all'interno delle cantine storiche di Marsala, con lo scopo di promuoverne la conoscenza.
Qui, tra i filari di botti dove affina il leggendario Marsala, la famiglia Pellegrino, la più longeva dinastia siciliana del vino, oggi giunta alla sesta generazione, ha adibito un nuovo spazio per la consultazione, dotato di un moderno impianto di deumidificazione e tende. La sala assicura le ottimali condizioni di temperatura per i volumi, al riparo da umidità e luce diretta del sole.
Dal 1880 i Pellegrino sono impegnati nella produzione vinicola e nella tutela dell'identità culturale del territorio d'appartenenza. Le collezioni private della famiglia sono fruibili attraverso le visite guidate in cantina, disponibili tutto l'anno.
Nell'itinerario sono inclusi il museo degli attrezzi agricoli, con i ferri dei maestri bottai, la collezione dei cinque carretti siciliani ottocenteschi e i calchi in gesso originali della Nave Punica del 241 A.C. (esposta al Museo Lilibeo di Marsala), al cui recupero la famiglia Pellegrino ha partecipato attivamente.
Con la nuova sala, dedicata all'archivio Ingham-Whitaker, continua pertanto quell'attività di mecenatismo che ha sempre contraddistinto il nome di Pellegrino. I volumi hanno finalmente trovato una "nuova casa" per continuare a raccontare quel glorioso passato in cui la città di Marsala era il centro principale delle rotte commerciali del Mediterraneo.
L'archivio Ingham-Whitaker è stato dichiarato di "notevole interesse storico" con provvedimento della Soprintendenza ai Beni Archivistici della Sicilia del 1985 e, da trent'anni a questa parte, è stato letto e analizzato da grandi studiosi come il Professor Francesco Brancato dell'Università di Palermo, oltre che disponibile alla consultazione per gli studenti universitari che svolgono attività di ricerca.
Cenni storici sull'archivio Ingham-Whitaker
L'archivio prende il nome dalle due grandi famiglie inglesi stabilitesi, agli inizi dell'800, sulla costa occidentale siciliana per intraprendere fiorenti scambi commerciali tra l'isola e Londra.
Originariamente conservato presso Villa Inglese, dimora privata di proprietà dei Whitaker a Marsala, arriva nelle disponibilità della Pellegrino grazie a una donazione di Manfredo Pedicini, ultimo erede degli imprenditori inglesi che, per evitare il possibile danneggiamento dei volumi causato dall'umidità, decide di affidarli a chi ritiene abbia la sensibilità per custodirli al meglio.
L'incontro tra Pedicini e Pietro Alagna, oggi Presidente di Cantine Pellegrino, avviene in occasione del recupero della nave punica di Marsala. A presentarli fu Honor Frost, l'archeologa inglese di fama mondiale giunta in Sicilia negli anni '70 per seguire la delicata missione di salvataggio. Colpita dalla sensibilità e generosità di Pietro Alagna e dei suoi familiari, che diedero un contributo economico e logistico fondamentale per il recupero del relitto, la Frost decide di donare ai Pellegrino i calchi in gesso originali ancora oggi esposti nelle cantine storiche di famiglia.
L'archivio Ingham-Whitaker rappresenta l'unica testimonianza esistente sulla storia del Vino Marsala. Mentre gli archivi Florio e Woodhouse andarono irrimediabilmente distrutti nel secondo dopoguerra, l'archivio Ingham-Whitaker, grazie alla cura dei Pellegrino, è invece giunto pressoché integro fino ai giorni nostri.
Dai suoi 110 volumi è possibile ricostruire dettagliatamente l'evoluzione e i benefici che la commercializzazione del vino marsala portò nello sviluppo sociale, economico e politico del territorio siciliano.
L'archivio si compone di quattro serie di copia-lettere di affari indirizzate prevalentemente ad agenti, mediatori e commissari sparsi in Italia e in tutto il mondo anglosassone, tutte trascritte fedelmente a mano da Ingham e dai suoi nipoti. C'è la corrispondenza, sia in italiano che in inglese, i registri contabili, i libri giornali, i libri mastri e di cassa.
Da tutti questi elementi è possibile risalire alla politica economica adottata da Benjamin Ingham e ritrovare gli insegnamenti lasciati ai nipoti. Tra le fonti anche una campionatura di stoffe, a dimostrazione che oltre al vino, i commerci riguardavano diverse attività come i pregiati tessuti inglesi, le ceneri impiegate per la produzione del vetro e la prelibata uva passa di Pantelleria.
La parte più importante dell'archivio contiene i documenti degli investimenti finanziari effettuati da Benjamin Ingham negli USA nella prima metà dell'800, che determinarono il successo finanziario della sua famiglia grazie alla produzione e al commercio del Vino Marsala.
L'archivio offre uno spaccato del modus operandi della nuova classe borghese emergente, che tanto peso avrà nelle vicende politiche successive. Le informazioni contenute nelle unità documentarie costituiscono dunque una fonte di primaria importanza per ogni ricerca di storia economica e sociale sulla Sicilia dell'800.