La Sicilia "segreta" vista dagli occhi dei Siciliani
La ricerca Doxa-Birra Messina svela le meraviglie di un'Isola ancora da scoprire
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La Sicilia è una terra conosciuta e apprezzata, da secoli e in ogni parte del mondo: meta irrinunciabile del grand tour ottocentesco e destinazione d'elezione del turismo moderno. Eppure, esiste ancora una Sicilia "segreta", che stupisce e meraviglia perfino i siciliani.
Recentemente, una ricerca realizzata da Birra Messina, in collaborazione con Doxa (su un campione di 600 siciliani rappresentativo dell'intera popolazione) ha messo a nudo il lato meno noto dell'isola e alcune sue caratteristiche che raccontano l'accoglienza, la passione e la ricchezza di un luogo unico nel Pianeta.
Tra i dati della ricerca più curiosi, un 12% degli intervistati che ammette di conoscere poco la propria terra, mentre l'84% del campione afferma con sicurezza che prova spesso un senso di meraviglia e stupore di fronte ad aspetti inediti e poco conosciuti dell'Isola, provando subito il desiderio di condividere questa scoperta con amici e familiari.
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La ricerca svela anche i luoghi del cuore dei siciliani - quelli più intimi, fuori dalle rotte del turismo di massa. Primo fra tutti Borgo Cunziria, a Vizzini (CT) (64%), scenario dell'amore drammatico fra Turiddu e Lola, raccontato nel duello rusticano di Verga. Al secondo posto San Mauro Castelverde (55%), nel Parco delle Madonie.
Poi due località in provincia di Messina: Rometta (con la sua bellissima chiesa bizantina di Santa Maria Cerei) e Roccavaldina (54%), celebre per il suo castello. E ancora due borghi storici - fra i più belli d'Italia - in provincia di Siracusa e Agrigento: Palazzo Acreide (47%) e Naro (46%).
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Fra le tradizioni più antiche, sinonimo dei valori più veri di questa terra, i siciliani mettono al primo posto la cucina tipica e il cibo di strada (88%), seguita da feste/tradizioni religiose (72%), artigianato delle ceramiche (65%) e opera dei pupi (63%).
Infatti, se chiediamo a un siciliano quali sono i mestieri più antichi che oggi possono essere riscoperti in chiave moderna e trasformati in progetti di vita lavorativa, al primo posto troviamo il puparo (65%), seguito dall'artigiano delle maioliche (57%), dal pescatore (52%), dal pastore (50%) e dall'agricoltore (49%).
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Anche a tavola i siciliani ci fanno scoprire un'Isola che sa andare oltre i due o tre piatti conosciuti in tutto il mondo. Esistono ricette note magari in una sola zona della Sicilia che i siciliani segnalano affinché non se ne perda traccia e memoria. Primo fra tutti lo sfincione palermitano, tipica focaccia con pomodoro e caciocavallo (67%), seguito dall'ormai quasi dimenticata granita ai gelsi neri (64%) e dalla pasta con i tenerumi (53%), una zuppa realizzata con gli spaghetti spezzati, la zucchina lunga siciliana e le sue foglie (i cosiddetti tenerumi).
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Seguono la pasta 'ncasciata, al forno, resa celebre da alcune scene de "Il Commissario Montalbano" (52%), la stigghiola (51%), piatto povero palermitano realizzato con le budella di agnello, e la pignolata (47%), dolce tipico messinese con una montagnola di pasta dolce fritta, poi ricoperta con una glassa di limone o cioccolato.
Insomma, il ritratto globale che ne scaturisce evidenzia come sia sempre attuale, per i siciliani, la riscoperta della propria terra, delle sue bellezze e delle tradizioni, e come sia forte e singolare il desiderio di scoprire qualcosa in più su di essa.