La vendemmia 2016 secondo Planeta
Etna e Menfi, i grandi protagonisti di quest’annata soddisfacente e da ricordare
Riceviamo e volentieri pubblichiamo...
La Sicilia archivia la vendemmia 2016 come una di quelle da ricordare: e se questo vale in modo generico per tutta l’Isola, non possiamo fare a meno di rilevare significativi picchi di qualità sull’Etna e nella zona ovest, a Menfi, a fronte di qualche piccola fatica nel Sud Est, a Noto e Vittoria, dovuta alla prolungata siccità.
Grazie ad un’estate perfetta, mai troppo calda, ma anzi asciutta e rinfrescata da qualche pioggia settembrina, questa vendemmia ci ha regalato uve perfette sia dal punto di vista sanitario, consentendoci un abbattimento spontaneo e naturale degli interventi di profilassi con zolfo e rame, sia dell’espressione del profilo aromatico e tannico.
Il risultato generale è di bianchi aromatici e freschi e rossi con colori e tannini fitti, grazie alla maturazione senza stress termici e ad una produttività equilibrata, che non ha richiesto interventi di riduzione. Per i rossi da varietà autoctone, in particolare il Nero d’Avola e in minor modo il Frappato, abbiamo addirittura registrato uno spontaneo calo produttivo, per una vendemmia che si dimostra quindi positiva anche dal punto di vista della quantità delle uve.
Andando nel dettaglio, a Menfi (sud ovest), ad un inverno scarsamente piovoso e temperature mediamente più fredde del 2015, è seguita una bellissima primavera con un marzo piovoso e piccole piogge cadenzate nei mesi primaverili, che hanno preparato al meglio le uve. L’estate non calda e con temperature medie tra giugno e settembre ben al di sotto del 2015 hanno completato la bella vendemmia. Il risultato è stato di bianchi aromatici e bilanciati con picchi di qualità in Chardonnay, Grecanico e Grillo, e rossi francesi "monstre" grazie alla lunga e lenta maturazione, quindi con particolare fittezza e densità tannica. Il Nero d’Avola in particolare, grazie anche alla bassa produzione, risulta molto profumato e colorato.
Il territorio di Vittoria, come tutto il sud est, ha subito una straordinaria siccità dopo un 2015 che era stato invece di buone precipitazioni. Le irrigazioni di soccorso durante l’estate (da noi sempre considerate una pratica agronomica indispensabile e, se ben gestita, fondamentale per la qualità dell’uva e del vino), una bella pioggia all’inizio settembre e in generale l’estate molto fresca hanno salvato la vendemmia. Le uve di conseguenza si sono rivelate sanissime integre, dandoci il risultato di una bassa produzione ma di vini ricchi e colorati: il Frappato, con profumi e colori non comuni, risulta migliore del Nero d’Avola, un po’ rigido ma anch’esso con toni affascinanti e note già floreali.
Anche a Noto è stata un’annata di poche piogge. Ma grazie ai suoli diversi e alla natura in generale più "suddista" del Nero d’Avola di Noto, i risultati sono davvero buoni: proprio il Nero d’Avola, in una versione molto austera e intensa, trae da questa vendemmia un’esaltazione del profilo aromatico. Il Moscato ha tratto grande giovamento dall’estate fresca, per cui sia nella versione dry che nell’appassimento si rivela varietale e aromatico.
Sull’Etna, come dicevamo, la vendemmia 2016 è sicuramente la nostra migliore in assoluto, da quando nel 2009 abbiamo cominciato a lavorare sul vulcano. Lo è senza dubbio per i bianchi e lo è per la nostra concezione dei vini rossi. Le ragioni sono di facile lettura osservando i dati metereologici: l’estate è stata fresca e cadenzata da giuste piogge, con un tempismo davvero molto fortunato. Questo ci ha fatto arrivare a fine settembre in una situazione idilliaca per l’equilibrio vegeto-produttivo e la sanità delle uve. La vendemmia, grazie alla mancanza di stress estivo, è iniziata con uve spettacolari e una precocità di circa 8 giorni, permettendoci di anticipare la fine della vendemmia, evitando le piogge della seconda metà di ottobre. I risultati sono un Carricante aromatico e fresco e un Nerello Mascalese di grande qualità, senza gli eccessi di alcol che in certe annate lo caratterizzano, con colori brillanti e fittezza tannica.
A Capo Milazzo, le condizioni sono state molto diverse: come spesso accade il nord est della Sicilia ha un clima che può differire in modo significativo dal resto dell’Isola. Qui abbiamo avuto un novembre eccezionalmente piovoso, seguito da un inverno al contrario abbastanza asciutto. A marzo, con l’inizio della primavera, si sono avute temperature sopra la media e piogge abbondanti a cui è seguita un’estate anche qui molto fresca. Il Nero d’Avola ed il Nocera hanno prodotto meno del normale, nel primo caso per un’allegagione imperfetta, nel secondo per motivi. Ma l’estate fresca ha aiutato le maturazioni e la qualità in questo territorio, per noi ancora in fase di studio, ci soddisfa in pieno.
Alessio Planeta