La vita nuova dello Stand Florio di Palermo
Dal tiro al piccione al "contemporary hub". Il gioiello liberty progettato da Ernesto Basile torna a splendere
Da circolo della nobiltà palermitana dei primi del Novecento a "contemporary hub". Dopo anni di abbandono, torna a splendere lo Stand Florio, piccolo gioiello della costa sud di Palermo.
L'edificio liberty, progettato nel 1905 da Ernesto Basile su commissione di Vincenzo Florio Jr, diventa oggi uno spazio dedicato agli eventi, mostre, esposizioni, degustazioni. Nei suoi spazi sarà possibile vivere contemporaneamente diversi tipi di esperienze, come assistere a una mostra d'arte o di fotografia, cenare in giardino e vedere un film o assistere a un concerto nell'arena da oltre 300 posti a sedere.
La riqualificazione dello Stand Florio rientra nell'ambito del progetto Valore Paese-FARI, l'iniziativa dell'Agenzia del Demanio e Difesa Servizi spa per recuperare e valorizzare le strutture costiere italiane in partnership con i privati. Lo Stand Florio, inserito nel bando 2016, è stato aggiudicato per 50 anni alla Servizi Italia srl che ha costituito la società di scopo Stand Florio Unipersonale srl per la gestione (e che pagherà un canone annuo quasi simbolico di 14.400 euro, ma a fronte di un investimento complessivo di 900 mila euro. Si tratta di fondi interamente privati, dato che non è stato chiesto nessun aiuto pubblico.
"I lavori di ristrutturazione - spiega Giuseppe Vaiana, l'architetto che ha firmato il progetto di restauro - sono durati 11 mesi, da dicembre 2017 a novembre 2018, sotto l'attenta sorveglianza della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo. Si è trattato di un restauro conservativo per quel che riguarda la palazzina centrale, l'edificio "del Tiro al Piccione", che presenta un aspetto moresco/arabo con una chiara connotazione liberty ed elementi propri del Basile".
"L'edificio a fianco - continua l'architetto Vaiana -, quello che un tempo era destinato agli scommettitori del Tiro al Piccione, ospita la cucina e la caffetteria e oggi diventa il "Caffè Targa". Si tratta di un avamposto verso l'ampio spazio esterno dell'area food. Ma è il giardino quello su cui abbiamo potuto realizzare un progetto del tutto innovativo grazie alla consulenza di un architetto del paesaggio. Dedicato a Donna Franca ed esteso per circa 3.000 mq, ospita oltre sessanta specie vegetali che si inseriscono nel paesaggio urbano donando agli ospiti un'oasi di relax e benessere".
Foto Scarabeolab
Ma lo Stand Florio sarà anche un nuovo spazio dedicato al Contemporaneo. La curatrice Alba Romano Pace in collaborazione con Maria Letizia Cassata proporranno al pubblico una programmazione di eventi all'interno dei quali verranno allestiti i lavori di artisti di fama internazionale. L'obiettivo è creare, in un luogo storico legato al territorio, un parco dedicato alla Land Art e non solo continuando l'affermato dialogo della città di Palermo con il contemporaneo, collaudato in occasione di Manifesta 12.
Lo Stand Florio sarà visitabile in occasione degli eventi che ospita ma avrà anche una serie di aperture al pubblico.
La storia dello Stand Florio
Il complesso dello Stand Florio si trova lungo la costa di Romagnolo, località marinara vicino al centro storico di Palermo che tra la fine dell'800 e i primi del '900, ospitò eleganti stabilimenti balneari, ville nobiliari, residenze di pregio.
È qui che Vincenzo Florio jr, discendente del capostipite, intorno al 1905, con l'intento di attuare un programma di iniziative sportive, specificatamente nell'area compresa tra la foce dell'Oreto ed il Tiro a Segno, chiede a Ernesto Basile di realizzare un Kursaal, un edificio di grande respiro per sport acquatici, divertimento e socializzazione che nel progetto originario includeva anche un teatro all'aperto che si sviluppava fino alle rive del mare. Purtroppo, del progetto originario, oggi sono visibili soltanto l'edificio dello Stand sulla via Messina Marine e quello vicino, destinato al locale per gli scommettitori.
Lo Stand Florio fu utilizzato a lungo per gare di tiro al piccione, come si evince dalla targa ancora oggi visibile nella sala posta a piano terra, mentre il primo piano nasceva come terrazza verso il mare, coperta solo da morbidi tessuti su una leggera intelaiatura in ferro. È da qui che i tiratori provavano a uccidere dodici piccioni.
Quella che nasce come terrazza fu trasformata nello spazio coperto attuale intorno al 1940, con la costruzione di una copertura a padiglione.
Alla morte di Vincenzo Florio Jr, la concessione passa agli eredi che la mantennero fino agli anni '70. Nel 1972 la concessione si conclude definitivamente e lo Stand ritorna tra le proprietà della Capitaneria di Porto. Durante la II Guerra Mondiale le attività furono soppresse e lo Stand venne utilizzato come magazzino per le truppe da sbarco, subendo numerosi danni proprio in conseguenza degli eventi bellici.
Foto di Igor Petyx
Successivamente venne acquisito dal vicino Ospedale Buccheri La Ferla per farne un solarium. Quindi, il bene resta inutilizzato per diversi anni, diventando oggetto di occupazioni abusive, di edificazioni non autorizzate e sede di attività irregolari, cui sono seguiti anche provvedimenti delle forze dell'ordine e della magistratura.
Successivamente passa definitivamente alla proprietà dello Stato con gestione dall'Agenzia del Demanio. Nel 2013 viene ampliato il "regime di tutela" e nel 2016 è stata bandita la gara per la sua valorizzazione nell'ambito del progetto "Valore Paese - Fari ed edifici costieri". Oggi, l'edificio risorge come "contemporary hub", spazio aperto e volutamente fluido, dedicato alla cultura ed alla convivialità.