"Le Rocce di Mazzarò" riconsegnate ai cittadini
Affidato ufficialmente a Fiumara D’Arte il nuovo Complesso artistico monumentale di Mazzarò
Occhi innocenti di bambini che guardano l’orizzonte del futuro; chicchi di melograno a rappresentare la pienezza della vita, l’energia e la rinascita, unite dal filo conduttore del sacrificio; e le tartarughe, simbolo di tenacia, immortalità, radicamento e simbiosi con la Madre Terra.
Così il mecenate Antonio Presti ha portato a battesimo uno dei luoghi più affascinanti della nostra terra, «profanati da un popolo, quello siciliano, che non ha saputo porre fine allo scempio e all’abbandono». Dopo oltre 50 anni "Le Rocce di Mazzarò" vengono riconsegnate ai cittadini, massacrate dalla noncuranza e violentate dal tempo: 25 casette diroccate e disseminate tra rifiuti, lamiere, frammenti di vetro a recidere la memoria che conserva ancora l’eco della "dolce vita" che fu.
La mattina del 13 dicembre 2016 una conferenza stampa per presentarlo ai giornalisti, così come si trova oggi - sospeso tra la natura e il mare - e per raccontare le "visioni" di un sogno che, vista la comunione d’intenti di tutti gli interlocutori istituzionali, potrebbe a breve diventare un museo all’aperto che si offre ai cittadini, ai turisti, a tutti coloro che amano Taormina e il suo profumo.
A raccontare il passato, l’iter istituzionale, la burocrazia che ha bloccato crescita, sviluppo e rinascita di questo luogo, è stato il Commissario straordinario della Provincia di Messina Filippo Romano: «Dopo diverse criticità burocratiche e organizzative - ha spiegato - finalmente apriamo un nuovo capitolo grazie alla Fondazione Fiumara d’Arte. Abbiamo cercato insieme di creare un assetto burocratico e amministrativo per consentire ad Antonio Presti di far rivivere Le Rocce nel tempo, consegnandole alla collettività: un comodato d’uso di 99 anni, segnato da cadenze temporali che ne consentiranno la fruizione in tempi brevi».
A fare piena luce sul progetto museale, che s’innesterà sul parco ambientale, anche il sindaco metropolitano di Messina Renato Accorinti: «Questo è un luogo straordinario - ha sottolineato - abbiamo bisogno di persone che sappiano lavorare con le frequenze dell’anima, per questo Antonio Presti metterà a disposizione di tutti quest’area, con l’energia che ha sempre caratterizzato le sue azioni».
A conclusione della conferenza, la firma ufficiale per il conferimento degli spazi che «già a marzo vorremmo aprire ai visitatori con un percorso all’aperto che metteremo in sicurezza in questi mesi con i tecnici - ha concluso Presti, che si è commosso alla vista dei piccoli della scuola primaria statale De Dominicis di Castelmola, intenti a consegnare alla terra i suoi frutti, testimoni di un momento che segna la storia, non solo di Taormina ma di tutta l’Isola - con l’obiettivo di far conoscere al mondo una vera e propria finestra che si affaccia sul cuore. Oggi inoltre voglio ufficialmente lasciare un testamento: quello della consegna di questo luogo della bellezza e della didattica ai ragazzi, e soprattutto ai guerrieri di luce: quelle anime innocenti con un cromosoma in più, che noi chiamiamo Down ma che in realtà sono gli unici esseri al mondo con una spiritualità che tende alla purezza. L’impegno etico universale per tramandare quest’opera al futuro è quello di consegnare spiritualmente questo patrimonio alla società civile, che è chiamata all’appello per contribuire moralmente ed economicamente alla sua realizzazione: è per questo che attiveremo strumenti di fundraising e crowdfunding per la raccolta fondi a sostegno di questa grande scommessa».
COSA PREVEDE IL PROGETTO
- Il recupero e la riqualificazione del Villaggio da destinare ad attività museale e alberghiera.
- La ristrutturazione con tecniche di bioarchitettura e soluzioni ecosostenibili.
- La trasformazione delle attuali fatiscenti strutture in stanze-albergo a cura di artisti di fama internazionale.
- L’istituzione di un museo all’aperto con opere provenienti da tutto il mondo realizzate in loco e disseminate nel territorio sul modello di Fiumara d’Arte.
- La realizzazione di un giardino di essenze spezie mediterranee.
- La realizzazione di un orto botanico.
- L’attivazione di percorsi turistici, ambientali e culturali in sinergia con altri comuni.
- L’attivazione di un’Accademia delle Arti e del Restauro, con una sezione dedicata al Turismo, con l’obiettivo di contribuire alla formazione di giovani altamente qualificati.
LA STORIA
Il Villaggio Le Rocce fu realizzato per volontà dell'assessorato regionale al Turismo e inaugurato nel lontano 1954. Erano gli anni del dopoguerra, un momento delicato denso di tensioni ma anche di tante aspettative: il turismo rappresentò in quella fase uno dei principali strumenti di cui si avvalse la Regione per attivare la ripresa economica e avviare sostanziali trasformazioni territoriali.
L’insediamento originale era stato pensato con una estrema cura del contesto creando una relazione ininterrotta con il paesaggio e l’ambiente circostante in un momento storico che vedeva l’ascesa di Taormina come destinazione privilegiata del turismo internazionale, ma anche della emergente classe media italiana figlia della ricostruzione.
Il bene ha vissuto fasi alterne causate dall’immobilismo amministrativo fino alla definitiva chiusura avvenuta all’inizio degli anni Settanta. Da quel momento la mancanza di cura e manutenzione dei luoghi ha lasciato che degrado e abbandono prendessero il sopravvento. Negli ultimi anni, l’ex Provincia Regionale di Messina, oggi Città Metropolitana, che è proprietaria del Villaggio, aveva avviato un percorso di riqualificazione attraverso lo strumento del project financing per la realizzazione di un albergo di lusso.
Oggi, l’idea di Antonio Presti e della sua fondazione Fiumara d’Arte, accolta con favore dagli Enti territoriali e dalle associazioni dei cittadini, traduce in realtà il desiderio collettivo di un sito da recuperare, in un punto straordinariamente panoramico, per esaltarne la sua storica vocazione naturalistica e per trasformarlo in un centro di aggregazione culturale.