Le "verità" sul Natale
La celebrazione del "Dies Natalis Solis Invict": le supposte verità sull'origine del Natale
L'effettiva data di nascita di Gesù è sconosciuta. Essa non è esplicitamente riportata dai Vangeli, né da altre fonti del tempo...
Questa verità è stata detta così tante volte che lo sanno anche i sassi, e nessuno può sostenere con assoluta certezza che Gesù sia nato il 25 di dicembre. Eppure, nonostante lo sappiano pure i sassi, i bambini non ne sono a conoscenza.
Loro recitano poesie al Gesù Bambino che nasce. I bambini si entusiasmano per quell'avvenimento. In quel giorno sono felici perché è tempo di regali e questa tradizione conta più di ogni altra cosa. Lo stesso entusiasmo, immaginiamo, di altri bambini, quelli vissuti al tempo del dio Sole, sotto la religione pagana del mitraismo, nel Solstizio d'Inverno...
Quando i bambini diventeranno adulti conosceranno, forse, la verità sul Natale. Allora qualcuno si affretterà a dire che, sì, è vero: Gesù non è nato il 25 dicembre ("lo sanno anche i sassi"). Non è escluso che questo qualcuno racconti un'altra bella bugia fantasiosa, degna di un abile scrittore di favole; darà alla nascita di Cristo un significato del caso o, visto i tempi, confezionerà una bella fake news complottistica.
Ma la vera storia era, è, sara un'altra. Ed allora raccontiamola la verità... Si fa per dire.
È un fatto acclarato dai Vangeli che Gesù non è nato il 25 dicembre. Né gli Apostoli, né alcun membro della Chiesa apostolica ha mai celebrato la festa del Natale.
Dizionario dell'Enciclopedia Cattolica, edizione 1941, voce: Natale: ''Nei primissimi tempi della Chiesa non esisteva una festa del genere''.
Nuova Enciclopedia Cattolica, voce: Il Natale e il suo ciclo: ''Per inspiegabile che sembri, la data di nascita di Cristo non è nota. I Vangeli non indicano né il giorno né il mese''.
Noi crediamo che sia possibile stabilire il mese se si riuscisse, attraverso la storia, a stabilire quando fu fatto il primo censimento sotto Quirino, mentre governava la Siria, e quanto durò (Luca 2:2). Ma quant'anche si potesse stabilire il giorno, il mese e l'anno, quale importanza può avere dal momento che si sa per certo che è vissuto?
La domanda importante, invece, è perché il 25 dicembre? La risposta a questa domanda rivela uno scenario scabroso! E ci viene fornita anche dalla Nuova Enciclopedia Cattolica: ''Alla nascita di Cristo fu assegnata la data del solstizio invernale perché in quel giorno, in cui il sole inizia il suo ritorno nei cieli boreali, i pagani che adoravano Mitra celebravano il dies natalis Solis Invict''.
L'Enciclopedia Americana, edizione 1944, afferma: ''Il Natale [...] secondo molte fonti autorevoli, non veniva celebrato nei primi secoli della Chiesa cristiana, in quanto l'usanza cristiana in generale era quella di celebrare la morte delle persone più importanti, non il giorno della loro nascita [...] Una festa fu stabilita in memoria di questo evento [la nascita di Cristo] nel quarto secolo [...] Poiché il giorno esatto della nascita di Cristo non era noto, la Chiesa occidentale nel quinto secolo ordinò che la festa venisse celebrata per sempre nello stesso giorno dell'antica festa romana in onore della nascita del dio Sole''.
La New Schaff-Herzog Enciclopedia of Religious Knowledge, così si esprime, alla voce Natale: ''Le feste pagane dei saturnalie della brumalia erano troppo radicate nel costume popolare per essere abolite dall'influenza del Cristianesimo [...] La festa pagana, con le sue baldorie e gozzoviglie, era talmente popolare che i Cristiani furono ben contenti di avere trovato una scusa per perpetuarne la celebrazione con pochi cambiamenti, sia nello spirito che nelle usanze [...] i Cristiani della Mesopotamia accusarono i loro fratelli occidentali d'idolatria, e di adorare il Sole, per avere adottata questa festa pagana''.
Ma la Bibbia cosa dice in merito? È d'accordo con i cristiani della Mesopotamia: definisce paganesimo l'aver adottato una festa idolatra. Del resto Dio, che prevede le cose prima che accadano (Isa 46:10) non poteva non avvertire per questo grave peccato. Infatti la scrittura dice: ''Guardati bene dal cadere nel laccio, seguendo il loro esempio, [...] e dall'informarti dei loro dèi, dicendo: 'Queste nazioni come servivano esse ai loro dèi? Anch'io voglio fare lo stesso'. Non così farai riguardo all'Eterno, all'Iddio tuo [...] Avrete cura di mettere in pratica tutte le cose che vi comando; non vi aggiungerai nulla, e nulla ne toglierai'' (Deu 12:30-32).
Fatta salva la buona fede di molti, rimane la prerogativa di una festa, non comandata da Dio, derivata dal paganesimo e condannata dalla Sacra Scrittura, perciò è un peccato di disubbidienza all'ordine di Dio.
L'Enciclopedia Italiana Treccani, edizione 1949, Sansoni, vol. XXIV, pag 299, dice: ''I Padri dei primi secoli non sembrano aver conosciuto una festa della natività di Gesù Cristo [...] La festa del 25 dicembre sarebbe stata istituita per contrapporre una celebrazione cristiana a quella mitraica del dies natalis Solis Invicti [giorno natalizio dell'invincibile Sole], nel solstizio invernale''.
Quindi la ragione vera del perché il 25 dicembre, e non una data più probabile al periodo della nascita di Gesù, va ricercata nel motivo di opportunità. In quel tempo si convertirono al Cristianesimo milioni di pagani; l'uso dello scambio dei doni, le baldorie ed i divertimenti integrati nei riti di adorazione del Sole erano radicati in loro, a tutto questo essi si rifiutarono di rinunciare.
Fu così che decisero di "appioppare" a Cristo una etichetta pagana. E quella tradizione è giunta fino ai giorni nostri: i regali non hanno perduto il loro smalto, i divertimenti e la baldoria neppure.
Gesù Cristo non ha chiesto di ricordarlo nel giorno della nascita. Il vero significato di Cristo è racchiuso nella Pasqua: con la morte ha guadagnato agli uomini il condono dei peccati. Ha aperto la strada della salvezza eterna. Questo evento i cristiani dovrebbero celebrare.
Anche perché Cristo ordina di farlo, quando dice: ''... Questo è il mio corpo il quale è dato per voi: fate questo in memoria di me'' (Luca 22:19). A queste parole, sappiamo, è stato dato un altro significato.
La Pasqua cade nel quattordicesimo giorno del primo mese (Lev 23:5); Gesù rispettò questo giorno, quando celebrò la Pasqua assieme ai suoi Apostoli: era il giorno della sua morte.
La Pasqua è stata trasferita in altro giorno, senza una ragione plausibile, snaturandone il vero significato, perché la risurrezione è altra cosa e non la si può confondere con la Pasqua di Cristo.
Questa volta non dobbiamo ricercare nella storia, né investigare le stagioni per stabilire quando Gesù è risorto. I Vangeli ci dicono quando Gesù è risorto: non si tratta del primo giorno della settimana, cioè la domenica.