Manifesta12 Palermo
Cos’è e cosa rappresenta Manifesta, la biennale emblema dell’anno magico di Balarm, il 2018
Il 2018 è l’anno di Palermo Capitale della Cultura e tra i vessilli che sventoleranno sulla città arabo-normanna Patrimonio dell’Umanità, provocando una eco internazionale, ci sarà quello di Manifesta 12.
Il 2018, infatti, vedrà Palermo protagonista di una delle più importanti - a livello mondiale - manifestazioni d’arte contemporanea (per alcuni la più importante biennale d’arte contemporanea).
Un’opportunità straordinaria per Balarm che ha sbaragliato tutti gli avversari in lista (che includeva Praga e un consorzio di città svedesi), ottenendo l’onore di ospitare la dodicesima edizione della celebra manifestazione.
Ma che cos’è Manifesta e cosa rappresenta? Ebbene, Manifesta è un’importante biennale europea di arte contemporanea con sede a Amsterdam ma che organizza le sue mostre in luoghi sempre diversi. Accanto a Documenta di Kassel e alla Biennale di Venezia, dalle quali si differenzia per la peculiarità di essere un evento itinerante, si può ritenere uno degli appuntamenti artistici internazionali di maggior prestigio nell’ambito dell’arte contemporanea.
Finora la manifestazione si è tenuta nei Paesi Bassi, nel Lussemburgo, in Slovenia, in Germania, in Spagna, in Svizzera, nel Belgio, in Francia e in Russia. In Italia Manifesta è stata ospitata nel 2008 in Trentino Alto Adige. Dieci anni dopo torna nel nostro Paese approdando a Palermo.
La mostra nacque come un’iniziativa olandese, con il proposito di creare una piattaforma paneuropea per l’arte visuale contemporanea. L’idea di un evento itinerante prese piede a Rotterdam nel 1996, in accordo con uno speciale organo consultivo internazionale (il predecessore dell’attuale Fondazione Internazionale) e con il sostegno di varie organizzazioni artistiche governative nazionali e di alcuni ministeri della cultura europei. L’evento si sviluppò in una crescente rete per giovani artisti professionisti in Europa e in una delle mostre biennali più innovative in programma nel mondo. Ciò è dovuto in gran parte alle sue ambizioni paneuropee e alla sua natura "nomade", unica nel suo genere. Sia la rete che la mostra, con le sue attività collaterali, sono egualmente componenti importanti di questo evento itinerante, capace di aprirsi flessibilmente alle novità in campo artistico, tecnologico e culturale.
Ogni edizione è caratterizzata dal fatto che il concetto di mostra paneuropea porta a sviluppare un lavoro che coinvolge un team di curatori esterni che lavora in consultazione con rappresentanti di tutti i tipi di istituzioni culturali, sociali e accademiche delle città ospitanti. In altre parole, ogni edizione ha lo scopo di stabilire un dialogo intimo all’interno della specifica situazione culturale e artistica e il più vasto contesto dell’arte visuale contemporanea europea.
Per l’edizione palermitana di Manifesta sono stati investiti 7 milioni di euro, due in più rispetto a all’edizione di San Pietroburgo. L’ultimo dato dei visitatori è di un milione di persone.
Questa dodicesima edizione, tra l’altro, con i suoi quattro mesi sarà la più lunga rispetto a quelle organizzate in passato. Insomma, come ha titolato il "The Guardian", "Palermo da campo di battaglia della mafia a capitale della cultura", slogan ripreso e riportato dagli stessi organizzatori di Manifesta sulla propria pagina ufficiale.
Ippolito Pestellini Laparelli e Hedwig Fijen, alla presentazione di Manifesta 12 a Milano, il 3 aprile 2017, alla Francesco Pantaleone Gallery. Photo © Guido Rizzuti & Manifesta 12
I "CREATIVE MEDIATORS" DI MANIFESTA 12 - Coordinati da Ippolito Pestellini Laparelli (architetto messinese trapiantato a Rotterdam e partner dello studio OMA di Rem Koolhaas), a firmare il progetto curatoriale della Manifesta palermitana sono: la curatrice svizzera Mirjam Varadinis, interna al Kunsthaus di Zurigo e già co-curatore di TRACK, mostra diffusa che riprende sul territorio di Ghent, in Belgio, la tradizione delle "Chambres d’amis"; Andrés Jaque, architetto, artista e studioso spagnolo, con base a New York e Madrid, fondatore dell’Office of Political Innovation, interessato all’intersezione tra ricerca, politica e design; e infine la regista e giornalista olandese Bregtje van der Haak, che ha diretto documentari e progetti transmediali sul cambiamento sociale a lungo termine, con particolare attenzione all’urbanizzazione e alla tecnologia.
Hedwig Fijen, direttrice di Manifesta, ha così definito la città siciliana: "Amichevole e fantastica, il luogo naturale per l’evento. Palermo è la rappresentazione perfettamente di due importanti temi che identificano l’Europa contemporanea: migrazione e cambiamenti climatici, e come questi problemi impattino le nostre città. La storia complessa e profondamente condensata di Palermo - che è stata occupata da quasi qualunque civiltà europea e che ha avuto lunghe connessioni con l’Africa del Nord e il Mediterraneo orientale nel corso degli ultimi 2000 anni - ha lasciato le sue tracce in questa società multiculturale nel cuore del Mediterraneo".
[Informazioni tratte da www.vivendopalermo.info e www.artribune.com]