Omaggio al padre siciliano del Toro di Wall Street
Sapevate che il "Charging Bull", uno dei monumenti più visitati di New York, lo ha fatto un artista siciliano?
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Avete presente la statua del toro furente, pronto alla carica, vicino Wall Street, a New York?
Ebbene, forse non tutti sanno che l'autore di quella statua di bronzo, diventata simbolo della Borsa newyorkese, è un siciliano, Arturo Di Modica, originario di Vittoria.
Una "curiosità" che sicuramente oggi hanno conosciuto in molti, vista la recente dipartita dello scultore 80enne, che si è spento nei giorni scorsi nella sua città natale dopo una lunga malattia.
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Ve ne vogliamo parlare principalmente per rendere omaggio all'artista, e poi perché pensiamo che, raccontare la sua storia, sia un buon modo per spiegare la sicilitudine, termine coniato da Leonardo Sciascia per descrivere quella condizione esistenziale di profonda appartenenza alla cultura siciliana vissuta in particolar modo da chi si trova a vivere lontano dall'Isola.
E infatti, Arturo Di Modica lasciò la Sicilia nel 1960, a 19 anni, per recarsi a Firenze e frequentare la Scuola Libera di Nudo dell'Accademia di Belle Arti. Poi, nel 1973 si trasferì a New York, dove aprì uno studio nel quartiere di Soho. E proprio nella Grande Mela l'artista di Vittoria diventò celebre grazie all'ormai iconico Toro di Wall Street (Charging Bull), realizzato nel 1989. Un lavoro finanziato dallo stesso artista per la cifra di circa 360.000 dollari, gesto d'amore per la città che lo aveva ospitato.
La storia del Toro di Wall Street
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In una recentissima intervista a Repubblica Palermo, Arturo Di Modica ha raccontato la genesi della scultura che, dopo la Statua della Libertà, è il monumento più visitato a New York. "Era un periodo di crisi - ha raccontato Di Modica - la Borsa di New York aveva perso in una notte più del venti per cento e tanta gente era piombata nella depressione più nera.
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Con qualche amico cominciai a chiedermi cosa potevo fare io per la "mia" città. Sì, certo, sono di Vittoria, ma se vivi più di 40 anni a New York non puoi non sentirla anche tua. E allora mi venne in mente di scolpire un toro, l'immagine della Borsa che cresce: doveva essere uno scherzo, una provocazione. E invece è diventata una cosa maledettamente seria".
La statua fu posizionata abusivamente in una notte di dicembre davanti alla Borsa di New York; fu fatta rimuovere l'indomani mattina, ma ai cittadini piacque così tanto che fu ricollocata poco lontano, a Bowling Green, all'inizio di Broadway, dove oramai si trova da oltre 30 anni "vittima" di foto, selfie e grattatine di attributi! (si dice che porti fortuna)
Dicevamo immagine iconica di New York, tanto che, tra il 7 e l'8 marzo del 2017, proprio davanti al Toro di Wall Street, viene collocata un'altra scultura, opera di Kristen Visbal, raffigurante la Fearless Girl, una bambina con le mani sui fianchi che guarda l'animale dritto negli occhi, a mo' di sfida, che richiama il tema dell'uguaglianza di genere.
Il posizionamento dell'impavida ragazzina però, non piacque per niente ad Arturo Di Modica che chiese di rimuoverla, perché alterava il significato della sua scultura, nata in un momento storico ben preciso. "È un insulto al mio lavoro - disse l'artista - e ne cambia il significato originario, che era di libertà, pace, forza, potere e amore". Alla fine, le ragioni dello scultore siciliano hanno prevalso e l'impavida ragazzina è stata spostata al New York Stock Exchange.
I Cavalli dell'Ippari
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Negli ultimi anni, tornato definitivamente a Vittoria, Arturo Di Modica stava lavorando alla realizzazione di un'opera monumentale denominata i Cavalli dell'Ippari che intendeva collocare nella Valle del fiume Ippari: una coppia di cavalli, alti oltre 27 metri, colti nell'atto di impennarsi, l'uno di fronte all'altro, formando in tal modo un gigantesco arco. Un omaggio alla sua amata città.
Un'opera che, forse, sarà realizzata dai suoi allievi che per anni sono stati al suo fianco in laboratorio. Una promessa che gli avevano fatto e che i tre candidati a sindaco alle prossime amministrative avevano sposato a pieno. Una volta realizzata, l'opera potrebbe essere la più grande scultura bronzea esistente in Italia e, forse, in tutta l'Europa.