Piccola storia dei sapori di Natale
Un dolce itinerario gastronomico tra Pandolce di Toni, Pane d'oro e Panforte
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Sa di canditi, di uva passa, di mandorle, miele e zucchero a velo...
Ogni anno a partire da Novembre e fino a fine gennaio gli scaffali di negozi, supermercati e pasticcerie si riempiono dei "Pani" natalizi. Pan-d'oro, pan-ettone, pan-forte allietano le tavole e fanno dolci le feste.
Oggi la maggior parte di queste preparazioni ci arrivano inscatolate direttamente dalle industrie dolciarie e si fa fatica a immaginare che anche queste torte un po' speciali hanno una storia e una tradizione che si perde nel tempo.
Il Pandolce di Toni
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Si racconta che un giorno a Milano alla corte di Ludovico il Moro si stesse tenendo una gran festa con ospiti illustri, ma mentre nella sala da pranzo si apprezzavano arrosti, bolliti e selvaggina in cucina si consumava un dramma...
Un bellissimo dolce preparato come dessert con mille guarnizioni si andava irrimediabilmente afflosciando. Fu a questo punto che Toni, il servitore di cucina, impastò in fretta e furia farina, uova zucchero e tanto lievito aggiungendo infine l"uvetta.
Lo strano dolce fu portato in tavola nella più grande preoccupazione del capocuoco. Appena assaggiato il dolce, fu chiesto che il creatore si presentasse ai commensali, cosÏ Toni si ritrovò con suo grande imbarazzo nel mezzo della sala. Ludovico stesso gli chiese il suo nome e alla risposta del servitore tutti gli invitati gridarono: "Evviva il Pan de' Toni!!". E di qui il nome del dolce.
Un'altra leggenda fa risalire l'origine del panettone al 1800 e a un giovane panettiere chiamato, guarda caso, Toni.
Toni era assai timido e non sapeva come dichiarare il suo amore a una bella fanciulla del suo paese.
Di fronte a lei ammutoliva fu cosÏ che un giorno decise di preparare un pandolce per lei, ma preso dalla passione, sbagliò la dose di lievito e torta crebbe a dismisura. Ma non tutto il male vien per nuocere, la ragazza apprezzò tanto quel dolce che decise di sposare Toni e la preparazione venne battezzata Pan de Toni.
Il Pane d'oro
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Come per il panettone anche per il pandoro ci diverse leggende. Secondo alcuni questo dolce soffice e profumato deriverebbe direttamente dall'umile "nadalin" una torta della tradizione veronese a forma di stella guarnita con pinoli, zucchero e liquore d'anice.
Per altri invece i natali del Pandoro, che nella sua preparazione lega le tecniche della preparazione della brioche, sono da ricercarsi nella più raffinata arte dolciaria della reale casa d'Asburgo influenzata a sua volta dalla tradizione pasticcera francese del 1700.
Tutta italiana sarebbe invece l'origine del Pandoro secondo la tradizione che lo vuole nato nella Repubblica veneta del Rinascimento. In un ambiente prospero grazie ai commerci marittimi con l'oriente, la ricchezza veniva esibita anche e soprattutto a tavola dove spesso campeggiavano cibi ricoperti da sottilissime foglie di oro zecchino; tra i dolci spiccava un pane dolce e morbido di forma conica chiamato "Pan de oro" e di qui il Pandoro.
La Tentazione del Demonio: il Panforte
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La leggenda della nascita del Panforte ci porta indietro nel tempo in un monastero medioevale, nei pressi di Fontebecci, dove una certa Sorella Leta con la passione per la cucina decise di riutilizzare degli avanzi preziosi per farne un dolce da dare ai poveri per il Natale. Così unì mandorle, canditi (allora rarissimi e costosissimi), zucchero, pepe e altre spezie.
Il demonio tentato dalla golosità si presentò alla suora sotto forma di gatto nero e strusciandosi alle sue gambe sperava di ottenere un pezzetto della profumata preparazione, ma commise un errore e, dimenticandosi che i gatti non parlano, si lasciò sfuggire un commento goloso.
Sorella Leta riconobbe immediatamente il Maligno e afferrato un tegame lo scagliò in testa al "povero diavolo".
Alla confusione accorse la badessa che congratulandosi della presenza di spirito della consorella volle assaggiare il dolce, forte e robusto anche nel combattere il diavolo. E fu subito un gran successo!!!