Racconti di Ballarò
Ballarò Tale: la poesia nascosta tra le pieghe della vita, espressione di desideri, di rivendicazione e bisogno di libertà
Ballarò Tale, il progetto di arte collettiva di trasformazione che racconta l’antico quartiere, attraverso la pittura murale creata dai bambini, ha già cominciato a restituire memoria e spazi al territorio.
Hanno già avuto luogo infatti le prime letture, e il primo murales è stato protagonista della riqualificazione e nascita di piazzetta Schiera, una delle 5 piazze protagoniste del Ballarò Buskers, evento che dal 21 al 23 ottobre ha affascinato e richiamato migliaia di palermitani nel quartiere storico.
Il Quarumaro Gioè
La terza fase del progetto - narrazione e disegni - è cominciata lo scorso 14 ottobre a Santa Chiara. In quell’occasione è stata letta la prima avventura di PeppeSenzaSuola, protagonista delle favole di Ballarò Tale, le cui avventure attraversano i vicoli del quartiere, e dal laboratorio di disegno sono stati scelti quelli che sono diventati il murales della nuova Piazzetta Schiera.
Si è assistito alla realizzazione del primo murales per mano dei bambini del quartiere, seguiti da Igor Scalisi Palminteri, e alla velocità con la quale l’opera è diventata parte integrante della trasformazione e rinascita di Ballarò.
Il fascino di Ballarò Tale è la stessa immediatezza con la quale è possibile osservare come le memorie raccolte, in poco tempo (e a progetto ancora in corso), facciano già parte della storia del territorio, come ne rappresentino non solo il passato ma anche il presente in continuo movimento. Il primo muro ne è già simbolo: la riqualificazione di piazzetta Schiera, restituita ai residenti del quartiere, ripulita, rinnovata, trasformata in piccolo teatro, impreziosita dal muro dipinto dai bambini, racconta l’eco del racconto stesso: la storia di quartiere trasformata in fiaba, letta ai bambini, disegnata e pitturata da loro stessi, comincia a rivelare la sua nuova favola: racconta una memoria e una trasformazione, quella promessa mesi fa, arricchita dalla realtà in continuo divenire di un quartiere unico, ricco di culture, le cui storie stratificate sono facilmente rappresentate dai "muri narrativi" di Ballarò Tale.
Ci saranno altri laboratori (ai quali seguiranno altri murales), altre storie nelle storie di PeppeSenzaSuola.
Il Calzolaio Antimo
La realizzazione del secondo murales è cominciata il 31 ottobre, dai disegni prodotti durante secondo laboratorio, che ha avuto luogo nelle scorse settimane presso la biblioteca Le Balate e presto: un evento aperto a tutti in cui racconteremo i progressi raggiunti dal progetto fin a ora, proietteremo video, racconteremo altre storie: ci saranno nuovi disegni, altri muri narrativi, altra magia.
Alberto Nicolino racconta la fase di scrittura: «Dopo la scelta delle storie tra quelle registrate (il quarumaru Gioè, il calzolaio Antimo, Mama Africa, il signor Chimento, e la nascita della piazzetta Mediterraneo) la sfida era quella di trasformare testimonianze di vita reale in narrazioni appassionanti per i bambini. Scrivere un racconto fiabesco mi dicevo. Ma in che forma? E per fare arrivare cosa?
La via mi è stata indicata dalle memorie d’infanzia del signor Chimento. Memorie durissime, di un bambino abbandonato e sfruttato, ma anche pieno di vita e curiosità, che viveva senza casa e senza genitori, sempre a piedi scalzi. Nel gioco della scrittura è diventato Peppe SenzaSuola: è lui il filo conduttore della narrazione che attraversa i vicoli del quartiere. Per ogni personaggio che incontra una piccola avventura che si conclude con un abbraccio. Tutte insieme sono Le avventure di Peppe SenzaSuola a Ballarò. Il suo sguardo e la sua immaginazione, così legati alle necessità del corpo e dell’anima, rivelano, spero, la poesia nascosta tra le pieghe della vita; e i personaggi che incontra, reali protagonisti della vita di un quartiere che spesso non ha voce, diventano espressione di desideri, di rivendicazione e bisogno di libertà».
Igor Scalisi Palminteri racconta la fase di pittura: «C’è chi i muri li costruisce, noi li coloriamo perché abbiamo bisogno di un quartiere più bello, di una città più bella.
Il nostro strumento è la pittura. I bambini usano i pennelli e i colori in maniera spontanea quasi senza filtri e inibizioni. Io "approfitto" della loro visione per dire ai più grandi di riappropriarsi della purezza perduta.
Dentro Ballarò Tale la pittura si confronta con il racconto ed esso prende le mosse in un modo molto semplice. Alberto racconta le avventure di Peppe SenzaSuola a Ballarò ai bambini, loro disegnano su dei fogli di carta quello che immaginano e io divento il loro "pantografo". Il pantografo è una macchina destinata a riprodurre disegni in varie scale di grandezza. Quindi mi reco prima dei bambini al muro individuato e disegno i contorni delle figure che tutti insieme coloreremo, grandi e piccoli. E la magia è fatta».
Cos'è Ballarò Tale
- paginafan: www.facebook.com/ballarotale