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Salemi, un paese "tappezzato" letteralmente di pane...

Torna a Salemi la Festa di San Giuseppe, con i suoi altari, le sue cene, i suoi pani

08 marzo 2017
Salemi, un paese ''tappezzato'' letteralmente di pane...

Tradizione, arte, musica, teatro, artigianato, laboratori: torna a Salemi, dal 12 al 19 marzo, la Festa di San Giuseppe. Un programma ricco e variegato quello che animerà la cittadina del Trapanese, inserita tra i Borghi più belli d’Italia, dove tornerà alla ribalta un rito che affonda le proprie radici nel folclore e nella cultura contadina. Dopo il successo del 2015, quando sulla Festa di San Giuseppe si accesero persino i riflettori dell’Expo di Milano, e la conferma del 2016, Salemi metterà in mostra anche nell’edizione 2017 i celebri Altari di pane così come le Cene, nate come ex voto dedicato al Santo, in cui si potranno degustare centinaia di piatti tipici della tradizione. Per visitare Altari e Cene ci sarà tempo fino al 26 marzo.

Il Castello Normanno Svevo, ospiterà la terza edizione della mostra "Ritualità, tradizione e contemporaneità del pane" ideata e curata da Giuseppe Maiorana, in collaborazione con il Polo Museale regionale d’arte moderna e contemporanea-Palazzo Riso e il dipartimento di Architettura dell’Università di Palermo. La mostra si prolungherà fino al 9 aprile.
In mostra gli artisti: Gabriele Gandolfo David, Sandro Scalia, Maria Grazia Inserillo e Pablo Dilet che hanno realizzato una residenza producendo opere site specific e la coppia Umberto Leone e Ute Pika e il Micromuseo del Grano e del Pane, ospiti di questa edizione.

Di tutte le site specific, vogliamo porre l’attenzione sull’installazione di Pablo Dilet, che ha letteralmente "tappezzato" le vie principali di Salemi con la parola PANE.
"Pane è insieme un grido di dolore e di speranza. Un atto di fede ed un gesto quotidiano. Pane è condivisione, pane è legame. E' presente e futuro. Pane è insieme tradizione e contemporaneità". Queste le premesse sulle quali Pablo Dilet, pseudonimo del giornalista Dario La Rosa (Palermo 1980), ha sviluppato la propria opera, composta da una scritta impressa e reiterata lungo le strade cittadine e da una cornice all'interno della quale "galleggia" un pane inchiodato. La parola è impressa in bianco sulle strade di marmo del centro storico e, come in un percorso guidato, conduce l'osservatore all'interno del castello medievale, dove è invece appeso il "Pane chiodato" all'interno di una cripta a vetro.

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08 marzo 2017
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