Sapevate che dietro la Capra Girgentana c'è il mito della capra Amaltea?
Nutrice di Zeus e abitante di Creta, la mitica capra si trasferì ad Akragas, la più bella città dei mortali
Lunghissime corna a spirale e un vello folto e candido. Vivace, molto intelligente e complice dell'uomo. Sul mento ha una barbetta e, sulla fronte, un ciuffo folto, che gli allevatori tagliano "a frangetta" (con l'eccezione del caprone)
Il suo nome deriva dall'antico nome di Agrigento, Girgenti, e stava scomparendo. Stiamo parlando dell'inconfondibile e curiosa Capra Girgentana.
Proprio per il suo aspetto assolutamente particolare e per la peculiare bontà del suo latte, la Capra Girgentana ha sempre avuto un posto d'onore al centro di miti e leggende. La leggenda più celebre è sicuramente quella che la associa alla capra-ninfa Amaltea, la nutrice del padre degli dei, Zeus.
Il mito di Amaltea
"L'infanzia di Giove", Nicolas Poussin (1635-1637)
Stando alla mitologia greca, sappiamo che questo bellissimo animale era agile, scattante, fiero ed aveva il dono dell'eterna giovinezza. Le sue eleganti corna, voluttuosamente attorcigliate, risplendevano al sole, specialmente al mattino e al tramonto, e si ergevano sulla bianca fronte per più di un metro di altezza!
Il suo manto era più soffice dei morbidi fili di seta, carezzevole e dolce come i capelli di un bimbo. La mite e dolce capra si distingueva per la sua tenerezza e in più, dopo averla munta, si poteva gustare un latte miracoloso!
Si pensa che, per nutrire Zeus bambino, fu scelta lei per il suo nome. Amaltea, infatti, significa "allevatrice" e deriva dal latino alma mater (madre nutrice).
Saturno (Crono) che divora i suoi figli, Francisco Goya (1819-1823)
Il mito racconta che Crono, dio del tempo e padre di Giove, decise che tutti i figli nati da lui e da Rea, la Grande Madre, dovessero morire, perché una delle creature da lui generate lo avrebbe spodestato. Onde evitare ciò, il dio del tempo ingoiava vivi i suoi nascituri.
Per mettere fine a tale mostruosità, giunto il momento di partorire Zeus, Rea si rifugiò nella caverna del monte più alto di Creta e qui incontrò Amaltea che di quella grotta aveva fatto il suo rifugio. Dopo aver partorito la creaturina, la Grande Madre compì la sua scelta e l'eroico inganno: diede da ingoiare a Crono una pietra abilmente avvolta in panni e affidò alla coraggiosa capra il nascituro per salvarlo.
L'arrivo di questo bimbo speciale fece felice la capretta che si affezionò a lui in modo viscerale: mai in passato nessun altro lattante era stato tanto amato, né mai lo sarebbe stato in futuro.
Come detto, il latte di Amaltea era miracoloso: possedeva qualità così straordinarie che nessun latte di donna ha mai avuto o avrà mai. E fu proprio grazie a questo nutrimento divino che quel neonato divenne il dio di tutti gli uomini e gli dei: il grande Zeus.
Amaltea raggiunge la Sicilia: ecco la prima Capra Girgentana
Giove gioca con la capra Amaltea, Pietro Bardellino
Mentre la capretta si dilettava nel suo ruolo di divina nutrice, le capitò di ascoltare le parole del poeta Pindaro che raccontavano della più bella città dei mortali, Akragas.
Il racconto del poeta risvegliò lo spirito inquieto di Amaltea che decise di andar via da Creta per approdare proprio ad Akragas (l'attuale Agrigento).
Nella valle fiorita di Akragas, la capra-ninfa tornò a essere felice, ma il suo destino non si era ancora compiuto! Infatti, nel frattempo a Creta, Crono aveva scoperto l'inganno ordito da Rea e s'infuriò. Trovò dove la capra si era spostata e, agitando convulsamente la sua implacabile falce, colpì una delle sue corna spezzandola alla radice!
La capretta la raccolse da terra, la riempì di fiori e di frutta e la donò al suo bimbetto. Da questo doloroso episodio nacque il mito della celebre cornucopia: portatrice di abbondanza, ricchezza e fortuna ai mortali.
Nella meravigliosa valle di Akragas, Amaltea mise alla luce tanti piccoli, tutti di straordinaria bellezza e produttrici del ineguagliabile latte, circostanza che fece diventare ancora più bella, ricca e rigogliosa quella che noi oggi conosciamo come Valle dei Templi.
Quando la capra Amaltea morì, Zeus la pose nell'universo degli astri. Chiunque, infatti, alzando gli occhi al cielo può vederla splendere ogni sera (è il satellite più vicino al pianeta Giove).
- Nella mitica Valle dei Templi (Guidasicilia)
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