Scrivere un curriculum? Istruzioni per uso
Il semiologo Gianfranco Marrone, dell’Università di Palermo, spiega che la questione è tutt'altro che accademica...
"Che tipo di testo è un curriculum? La questione, avendo investito Giuseppe Conte (quasi premier, per cinque giorni), è tutt'altro che accademica".
Lo scrive il semiologo docente all'Università di Palermo, Gianfranco Marrone su Doppiozero.
"Così, se uno dice che ha studiato in una biblioteca americana non sta mentendo, sta solo - e non è poco - sbagliando a inserirlo in un curriculum - osserva - perché non avrebbe modo di documentarlo con un apposito certificato su carta intestata e firma del capo bibliotecario. Il problema non è dunque dire, o occultare, la verità, ma dire le cose nel posto giusto, al momento giusto, alle persone giuste".
"Sembra un po' come il solito tempo per Agostino: una cosa che tutti sappiamo cos'è, ma quando dobbiamo definirla ecco che scappa da tutte le parti. Così, internet è piena di gente che ti dà consigli sul miglior modo di stilarlo, di saputelli che sciorinano le regole d'oro per la sua compilazione ideale, ma non c'è quasi nessuno che riporta, non so, le sue origini storiche, le sue trasformazioni nel tempo descrivendo, appunto, la sua forma testuale", osserva ancora il professore.
"L'unica cosa di cui si è certi è che si tratta di un che di freddamente istituzionale, di mediamente azzimato, che fa della persona che esso deve presentare una sommatoria di stereotipate competenze ritenute socialmente utili: le conoscenze linguistiche, il saper fare informatico, il tipo di laurea, di studi postlaurea e di luoghi dove li si è svolti, gli incarichi di lavoro, poco altro. Il curriculum sarebbe insomma un documento che, etimologicamente, dovrebbe rispecchiare il corso di una vita, e che però seleziona a monte che cosa di tale vita è pertinente e cosa va omesso, cancellato, rimosso". [ANSA]