Se la videoarte racconta il rapporto tra natura e disabilità mentale
La rassegna palermitana "Intermezzo 2018" presenta "Birds singing, sandy ground", di Domenico Mangano e Marieke Van Rooy
"Birds singing, sandy ground", di Domenico Mangano e Marieke Van Rooy
Terzo appuntamento per la rassegna di videoarte Intermezzo 2018, curata da Agata Polizzi e inserita tra le iniziative di Palermo Capitale Italiana della cultura 2018.
Fino al 7 ottobre 2018 a Villa Zito
Prosegue a Villa Zito la rassegna di videoarte Intermezzo 2018. Questa volta il pubblico potrà conoscere "Birds singing, sandy ground", opera di Domenico Mangano e Marieke Van Rooy: un progetto di videoarte in cui i problemi sociali e la qualità della vita entrano in contatto in modo curioso e inevitabile.
Siamo a Beetsterzwaag (Frisia, Paesi Bassi), e in una zona residenziale sorge un quartiere dal nome curioso: De Wissel, Il Cambio.
Sembra tutto ordinario: il morbido terreno di sabbia, il canto degli uccelli liberi in natura: in realtà, in questo luogo un istituto sanitario olandese si impegna quotidianamente per permettere ai disabili mentali di migliorare la qualità della loro vita…
Uccello che canta, terreno sabbioso…
di Federico Modica
Tutto ha inizio come in una fiaba... Qualcuno, mentre in bicicletta pedala sereno tra i sentieri di un bosco - inebriato da balsamici odori e dai bagliori filtrati dalle rigogliose fronde degli alberi -, si perde.
Si rende conto di essersi smarrito trovandosi davanti un villaggio... un villaggio immerso nel bosco. La meraviglia è tanta e questa aumenta quando nei vialetti del villaggio, tra un recinto dove pascolano due grossi e quieti cavalli bianchi ed edifici dalle linee rigorose e semplici sormontati da tetti d'ardesia, vede passeggiare gli abitanti del luogo…
C'è un tizio dinoccolato e strambo che, andandogli incontro di sghembo, volteggia in aria una borsa vuota e sgonfia. "È la mia borsa! È la mia borsa! È la mia borsa!" ripete il tizio, muovendosi per traiettorie imprevedibili.
Dall'altra parte del recinto dei cavalli, un uomo in carrozzina porta a passeggio un pony dal manto arruffato. L'uomo ha dei lineamenti selvaggi, come sbozzati in un tronco; manovra la sua carrozzina muovendo due leve che sembrano bastoni da sci... prima uno poi l'altro, prima uno poi l'altro... Scivola tra i viali silenzioso e con un'andatura così regolare che sembra fluttuare nell'aria. Il cavallino, corto di zampa, gli va appresso con impegno. I suoi zoccoli si sentono appena...
All'improvviso, da dietro, una sventagliata di pietrisco lo risveglia dal trans nel quale è caduto. Si gira e vede distante, vicino ad una voliera piena di colorati pappagalli, un giovanotto scarmigliato lanciargli manate di pietruzze. "Cosa vuoi tu? Chi sei tu?".
Alza le mani dal manubrio in chiaro segno di resa ma non dice niente. Non gli viene da dire niente mentre continua a pensare: "Ma dove sono finito?"
Come in una fiaba ispirata a "The Wind in the Willows"... pedalando la bicicletta di Albert Hoffman.
Sulla bici a pedalare spensierato, Domenico Mangano. Un bambino di un metro e ottanta dal sorriso tenero e dagli occhi buoni. Un bimbo di 41 anni che decenni fa da Palermo è andato a vivere ad Amsterdam.
Nel Paese dei tulipani, Domenico ha messo su famiglia e ha continuato a fare la cosa che gli riesce meglio (oltre a sorridere teneramente): l'Artista…
Fotografa, dipinge quadretti, ironizza su tutto e cerca di sorridere impegnandosi con invidiabile costanza nel trovare la levità nell'esistenza.
Lui conosce bene il cinismo, sa cos'è l'ignavia e per tanto tempo ha saputo guardare negli occhi il disfattismo, ma di tutto questo corredo di gattopardiana memoria lui non è mai voluto esserne rappresentante. Eppure, nei suoi lavori troverete tutti questi elementi, ma utilizzati come ingredienti per cucinare una sicilianità assolutamente diversa da quella conosciuta, che contempla l'internazionale, o meglio, che contempla l'universale e di questo una declinazione alla Leggerezza (di calviniana memoria).
In Olanda Domenico fotografa, dipinge, ironizza e… va in bicicletta. Senza aver assunto il 25/esimo campione di dietilammide dell'acido lisergico, in mezzo ad un bosco della Frisia un giorno scopre il villaggio De Wissel (Il Cambio), un centro che ospita persone con disabilità mentali e handicap multipli. Un villaggio che sembra l'esatto contrario della Palermo di Ciprì e Maresco, dove i "freaks" sono a colori e la loro esistenza non sembra una condanna diversa da quella vissuta da chiunque. Anzi...
Domenico riesce a vivere per cinque settimane (grazie alla Kunsthuis Syb e al supporto della Mondriaan Fonds) in questo luogo, e tutto da solo, con il suo solito sguardo lieve, realizza Birds singing, sandy ground, un mediometraggio di rara delicatezza, privo di qualsivoglia retorica o intento moraleggiante.
Domenico filma e fotografa questa reale sur-realtà e porta ciò che ha visto e vissuto sullo schermo. E lo fa a modo suo: con sentimento (e non con sentimentalismo). È la rappresentazione di un microcosmo in cui il tempo sembra essersi arrestato, governato da regole proprie e dalle ripetizioni, con una propria, straziante poesia.
"Birds singing, sandy ground" è il primo film di una trilogia portata avanti da Domenico Mangano e Marieke Van Rooy chiamata "The dilution project", tre film sulla malattia mentale, sui movimenti antipsichiatrici degli anni Settanta e sull’influenza che hanno esercitato sui sistemi organizzativi di alcune comunità olandesi.