Si torna in palestra e in piscina, ma non sarà come prima… Tutto quello che c'è da sapere
Adesso ci si può dedicare a perdere i chili presi durante il lockdown, ma stando attenti agli obblighi di legge e alle mille cautele
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Lunedì 25 maggio c'è stata la ripartenza di palestre, piscine e centri sportivi. La riapertura ha riguardato più di 8000 tra palestre e centri fitness presenti sul territorio nazionale. Una riapertura attesa da circa 18 milioni di italiani che fanno attività sportiva e sono attenti al wellness.
Stando ad un'indagine del Consiglio per la ricerca Crea, le risposte alla seguente domanda: "Durante il lockdown quante volte hai praticato attività fisica di tipo sportivo (es. attività di allenamento come pilates, yoga, attività aerobica, camminata veloce o running intorno al palazzo, ecc.)?", ci dicono il perché l'apertura di palestre e centri sportivi fosse tanto attesa.
Infatti, il 28% degli intervistati ha risposto di non aver praticato alcun tipo di attività fisica, il 13% ha ridotto la frequenza, il 17% ha fatto attività una o due volte la settimana, il 23% tre o quattro volte la settimana, il rimanente 19% si è dedicato all'attività fisica individuale per cinque o più volte la settimana.
La maggior parte invece ha mangiato di più, per un aumento di peso stimato dalla Coldiretti in quasi 2 chili a testa (LEGGI).
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Insomma, finalmente si può dire basta ai chili di troppo ed eliminarli senza fare addominali in salotto, cyclette in corridoio e corsette attorno al palazzo: dopo quasi tre mesi si torna a fare allenamento nei luoghi deputati.
La riapertura di palestra e piscine però, essendo rimasti ambienti a forte rischio contagio, prevede tutta una serie di restrizioni e norme, che in parte sono destinate a cambiare il modo di allenarsi.
Il nuovo "codice" sono le linee guida aggiornate e approvate dalla Conferenza delle Regioni e poi attuate nel dettaglio attraverso protocolli ad hoc per garantire l'allenamento in sicurezza per clienti e istruttori.
D'ora in poi la parola d'ordine è "PRENOTARE" corsi e lezioni, in modo da evitare il più possibile gli assembramenti e migliorare la gestione degli spazi. Le novità cominciano dalla porta: sia in palestra che in piscina si entra con la mascherina. Altro obbligo, disinfettarsi le mani all'ingresso e uscendo, grazie ai dispenser, spesso preferiti ai guanti.
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È prevista, ma non obbligatoria, la misurazione della temperatura con termoscanner per non far entrare chi ha più di 37 gradi e mezzo. In ogni caso, all'ingresso i clienti devono firmare un'autocertificazione sulle proprie condizioni di salute (se hanno contratto il Covid, se hanno fatto la quarantena ecc) e i gestori delle attività conserveranno i dati per 14 giorni.
In palestra sono richieste scarpe ginniche 'dedicate' (lo erano in realtà già prima). Step successivo sono gli spogliatoi: si entra pochi per volta (ma alcuni potrebbero restare chiusi), si sta a un metro di distanza e i vestiti vanno messi nelle proprie borse, lasciate negli armadietti. Durante gli esercizi bisogna stare lontani almeno 2 metri dalle altre persone e non c'è l'obbligo della mascherina.
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In piscina la superficie a disposizione di ognuno arriva a 7 metri quadrati, mentre deve esserci almeno 1 metro e mezzo tra sdraio e lettini delle persone, se non sono conviventi. In più' una differenza: gli istruttori di nuoto devono avere la mascherina anche se non a stretto contatto con gli utenti.
Alle piscine sono richieste analisi chimiche, oltre alle batteriologiche e, per tutti vale l'obbligo di disinfezione degli attrezzi (da quelli in sala pesi ai galleggianti in acqua) a ogni uso o a fine giornata se presi solo da un cliente. Cambia pure l'accesso alle docce: consentito a 'numero chiuso', oppure nelle palestre ridotto al minimo.
Ogni sport ha le sue peculiarità, anche se comune a tutti è la pratica della sanificazione. Ad esempio per il tennis bisogna indossare un guanto sulla mano non dominante (o disinfettarla dopo ogni game) e la pallina non va raccolta con le mani prima di mandarla all'avversario, ma usando racchetta e piede.