Storia delle api nere che vivono nel Tempio della regina degli dèi
Scoperto un alveare di ape nera sicula nascosto nel Tempio di Hera, a Selinunte
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Insetti pronubi antichissimi, hanno popolato per millenni la Sicilia donando squisito nutrimento a greci e romani. Hanno rischiato poi la scomparsa, abbandonati da chi se ne prendeva cura quando, negli anni '70, iniziarono a importare i loro "parenti" dal nord Italia, e sono state salvate grazie all'amore dell'entomologo siciliano, Pietro Genduso, che dopo averli studiati per decenni, ha trasmesso la sua passione ad un suo studente, Carlo Amodeo.
Quest'ultimo, all'incirca quarant'anni fa, dopo averne trovato fortuitamente alcune famiglie, per proteggerle ha deciso di preservarle portando le colonie in isolamento sulle isole di Vulcano e Filicudi, riuscendo così a salvarle dall'estinzione.
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Stiamo parlando delle Api Nere Sicule e lo stiamo facendo perché, come storia che si fa circolare ritornando al principio, recentemente ne è stato scoperto un alveare nascosto in una cavità del primo gradino nel Tempio E di Selinunte. Ebbene, dalle analisi scientifiche è emerso che questo alveare naturale di ape nera, che vive pacifica tra i ruderi, conserva "un patrimonio genetico autentico".
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In verità, negli anni, diversi sciami di api nere sono stati salvati all'interno o al confine del Parco archeologico più esteso d'Europa, ma "non era mai successo che fosse individuato un alveare naturale rimasto per molti anni praticamente "puro", esempio unico di biodiversità di notevole interesse per entomologi, agronomi, università e istituti di ricerca", ha raccontato Felice Crescente, direttore del Parco.
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Grande giardino incontaminato di 280 ettari, Selinunte, oltre a essere un parco archeologico, è un idilliaco habitat per le specie autoctone, sia animali che vegetali. In questi luoghi vi è una tradizione del miele che risale a oltre 2.500 anni fa, in epoca greca e romana. Tanto che sia il letterato Varrone che il poeta Virgilio qui si occuparono di apicoltura e sempre qui un santuario è dedicato a Zeus Meilichios (ovvero "dolce come il miele").
Il direttore del Parco e l'apicoltore Vito Salluzzo - che alleva ape nera sicula nel sito archeologico - hanno dunque deciso di ripulire l'area vicino all'alveare così da poter essere conosciuto da visitatori e studiosi, tutelato e valorizzato.
LE API NERE SICULE
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Le api che entrano ed escono dalla cavità del Tempio di Hera sono piccole e nere e, soprattutto, molto docili. È proprio questa la caratteristica che contraddistingue l'Apis mellifera siciliana, tanto docile che non servono maschere nelle operazioni di smielatura.
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L'ape nera siciliana è molto produttiva - anche a temperature elevate, oltre i 40° quando le altre api si bloccano - e sopporta bene gli sbalzi di temperatura. Caratteristiche molto importanti per la produzione in aree dal clima molto caldo. La nera sicula inoltre sviluppa precocemente la covata, tra dicembre e gennaio, evitando quindi il blocco della covata invernale comune alle altre specie, e consuma meno miele delle altre api.
Il miele di ape nera sicula non è invece diverso, dal punto di vista organolettico, da quello prodotto con le api di altre razze. Immaginiamo però, che quello elaborato all'ombra delle millenarie colonne selinuntine avrà sicuramente un sapore diverso, un gusto capace di evocare storie antichissime e leggendari personaggi. Un motivo in più per apprezzare il Parco di Selinunte anche a livello multisensoriale.
- Lunga vita all'Ape Nera Sicula! (Guidasicilia)