Storia e leggende del Castello di Caccamo
Giuseppe Famà ci fa vedere e ci racconta uno dei più suggestivi castelli d'Italia
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[Testo e video a cura di Giuseppe Famà] - La Sicilia è ricca di tante bellezze. Tante bellezze rare sotto gli occhi di tutti, e per questo spesso date per scontate e ignorate con indifferenza… Tante bellezze rare che iniziano a mancare quando si va via, per scelta o per bisogno, dall'Isola.
Video di Giuseppe Famà
Caccamo con il suo castello è una di queste straordinarie bellezze. Un castello che non è esagerato definire uno dei più suggestivi in Italia. Favoloso perché si affaccia su un fiume, il fiume San Leonardo, perché sovrasta tutto il borgo e perché ricco di leggende. Un castello da raccontare in una fiaba.
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Le prime notizie su questo castello risalgono al 1160, con "storie e leggende" intrecciate a tal punto da divenire una cosa sola. Il nobile Matteo Bonello, uno dei primi proprietari, era acerrimo nemico di Re Guglielmo I detto il "Il Malo", e utilizzò il Castello di Caccamo, insieme ai suoi compagni, come rifugio, dopo il fallimento della famosa "Congiura dei Baroni".
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Una congiura fallita per mano del popolo che, spaventato dai tumulti, liberò il sovrano costringendo Bonello a rifugiarsi dietro le mura inespugnabili del castello, sperando così di riuscire a sfuggire alla vendetta del Re, che inesorabile arrivò sotto forma di inganno. Re Guglielmo, infatti, invitò Bonello a corte, con la promessa del perdono e quest'ultimo cadde nella trappola.
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Fatto prigioniero, Matteo Bonello fu sottoposto a terribili torture che lo portarono alla morte. Ecco, una delle leggende del castello narra che il suo fantasma vaghi irrequieto tra le sale del maniero e preminentemente nel "salone della congiura". Qualcuno racconta di averlo anche visto trascinarsi a fatica per le sale, con il volto deturpato.
Un'altra leggenda vuole che, agli "ospiti meno graditi", venisse riservata nel castello una stanza con una piccola cappella nella quale davanti all'altare è visibile - ancora oggi - una fessura che pare venisse usata per eliminarli.
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Queste affascinanti narrazioni di una Sicilia lontana da noi, lasciano spazio alla vista meravigliosa di cui si gode dalle varie terrazze, che sazia gli occhi e sana l'animo, mostrando una porzione dell'Isola che dalle colline dell'entroterra arriva al mare cristallino di Cefalù.
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Tornando alla Storia (vera) del castello, questo divenne poi, dal 1302 al 1392, proprietà dei Chiaramonte che lo ampliarono e fortificarono ulteriormente; tanto che resistette agli attacchi degli Aragonesi. Altri lavori vennero fatti eseguire da Giacomo De Prades tra cui alcune torri, scuderie, un salone per le udienze e un grande salone per le armi.
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Nel 1400 durante il suo massimo splendore, Giovanni Alfonso Henriquez, Vicerè di Sicilia, consegnò a Caccamo il suo "Stemma": una testa di cavallo che un tempo, si narra, fosse quello di Cartagine con l'aggiunta di tre gambe: il Triscele.
Pertanto, se capitate nei paraggi di Caccamo, non dimenticate di visitare questo luogo poiché sarà capace di meravigliarvi lasciandovi più ricchi, giacché la Storia è arricchimento del sapere e la bellezza arricchimento per l'anima.