Una grande storia siciliana, quella di Cantine Settesoli
Dal 1958, della cooperazione siciliana, quella di Settesoli è una lunga storia di responsabilità sociale
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La differenza tra un'azienda vinicola privata e una cantina cooperativa riguarda soprattutto la responsabilità sociale. Nella seconda infatti, vengono messi insieme il prodotto, il territorio, chi ci lavora e di conseguenza la prosperità delle famiglie dei lavoratori.
In Sicilia, la storia della cooperazione vitivinicola comincia nel 1958 con le Cantine Settesoli, ed è questa la storia che vi vogliamo raccontare...
Cantine Settesoli: la nascita della cooperazione siciliana parte da qui
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La storia di Cantine Settesoli inizia in un momento storico e culturale non favorevole per la viticoltura siciliana. A quell'epoca, si è alla fine degli anni '50, il sistema tradizionale di vendita dell'uva era basato sulla presenza del mediatore, una figura commerciale che acquisiva la quasi totalità della produzione, ma solo ad un prezzo estremamente vantaggioso… per sé.
Un sistema di vendita che si reggeva su un presupposto fondamentale: il prezzo dell'uva era stabilito a priori ed era bassissimo, adatto esclusivamente alle esigenze del mercato e non dei coltivatori.
Un ordinamento che un piccolo gruppo di viticoltori con vigneti nell'areale di Menfi, incrinò grazie ad un'intuizione, incredibile per l'epoca: fondare una cooperativa a cui conferire l'uva e che potesse non solo acquistare il prodotto, ma anche trasformarlo in un bene di maggior valore economico, ossia, il vino. Era nata Cantine Settesoli, che oggi è una delle più importanti cooperative vinicole europee, con export in oltre 40 paesi nel mondo.
L'evoluzione: la differenziazione e il viaggio verso l'aumento del valore
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Con la nascita della cooperativa si aggiunge alla coltivazione anche la produzione vinicola, inizialmente destinata in modo quasi esclusivo alla vendita di sfuso. Per arrivare alla prima bottiglia è necessario aspettare fino al 1974 quando, con un'altra intuizione folgorante, i soci guidati dall'allora presidente Diego Planeta scelgono di confezionare e commercializzare parte della produzione.
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L'evoluzione successiva è datata 1999, anno di nascita del marchio Mandrarossa, oggi pluripremiato top brand di Cantine Settesoli, che risponde all'esigenza di aumentare la qualità e il valore di una parte della produzione. Legato alla sperimentazione, attentissimo alla gestione del vigneto e alla qualità dell'uva, Mandrarossa è il marchio portatore di un messaggio di innovazione e qualità che molti non ritenevano possibile per una cantina cooperativa.
Dopo più di 60 anni, valore non solo all'uva ma anche al territorio
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Fin dalla loro nascita, Cantine Settesoli ha creato un indotto sul territorio menfitano che si è sviluppato negli anni, fino a dare vita ad una vera economia parallela perfettamente integrata con il territorio e con la produzione vinicola. Questo indotto ha inizialmente favorito la nascita di altre cantine private, la produzione e la vendita di macchinari e attrezzature agricole (trattori, rimorchi, fitofarmaci), fino ad arrivare allo sviluppo nelle forniture di servizi settoriali (ad esempio i trasporti).
La vera innovazione però arriva con la stabilizzazione di un'economia circolare che coinvolge non solo l'indotto vinicolo, ma anche lo sviluppo turistico. Per questo motivo si può parlare di una sostenibilità a 360 gradi.
Oggi, Cantine Settesoli non solo produce vino di qualità dalla forte identità territoriale, sia convenzionale che biologico, ma costituisce un modello di gestione etica della cantina intesa come comunità, punto di riferimento economico e sociale di un intero territorio.