Una nuova luce per i fari siciliani
Da Capo Zafferano a Capo Milazzo, decine di proposte per avere in concessione i fari siciliani
L'immobile più gettonato è il Faro di Punta Polveraia a Marciana, nell'isola d'Elba: sono sette le offerte arrivate per il recupero e il riuso di questa imponente struttura nell'ambito del secondo bando di gara - targato Difesa Servizi spa e Agenzia del Demanio - che ha proposto in concessione fino a 50 anni, 20 tra fari, torri ed edifici costieri di proprietà dello Stato.
Complessivamente sono 54 le proposte pervenute in tre mesi da parte di investitori immobiliari italiani e stranieri, associazioni, singoli imprenditori e imprese del settore alberghiero.
Con l'apertura in seduta pubblica dei plichi, comincia la fase di valutazione delle offerte. Quella "più vantaggiosa", in base alla componente progettuale (valutata con punteggio pari al 60%) e alla componente economica (40%), si aggiudicherà la concessione.
Ovviamente, l’imponente edificio di Punta Polveraia (un faro costruito nel 1909, struttura di due piani e che si estende per 2.769 metri quadrati) non è l’unico bene che i privati chiedono in concessione. Tra questi sei le strutture site in Sicilia. Quattro proposte interessano il riuso del faro di Capo Mulini ad Acireale (Catania), quello di Capo Faro a Santa Maria di Salina, il faro di Capo Zafferano a Santa Flavia (Palermo) e il faro di Punta del Pero, a Siracusa. Tre proposte, poi, per il faro di Punta Libeccio sull'isola di Marettimo e per il faro di Capo Milazzo; due per il faro di Punta Spadillo a Pantelleria e infine una per lo Stand Florio, un edificio costruito nel 1905 sul litorale meridionale di Palermo.
"Il grande interesse verso il progetto Valore Paese Fari 2016 conferma ancora una volta la validità dell'idea ed è il frutto di una proficua collaborazione tra le amministrazioni centrali, territoriali, le comunità locali e il mondo dell'imprenditoria", ha commentato l'ad di Difesa Servizi Spa Fausto Recchia.
"Ancora una volta - ha aggiunto il direttore dell'Agenzia del Demanio, Roberto Reggi - gli imprenditori, le associazioni e i cittadini hanno risposto con entusiasmo a un progetto importante: far tornare a nuova vita queste strutture, infatti, vuol dire non solo recuperarle, grazie a progetti di valorizzazione, ma soprattutto metterle a disposizione della comunità, creare nuova occupazione, alimentare la rinascita dei bellissimi luoghi in cui si trovano. Il numero delle offerte ricevute ha invece confermato che se si lavora bene per costruire operazioni di recupero realmente appetibili, la partecipazione c'è e i risultati arrivano".