Uno Stretto da unire, per unire
Messina e Reggio Calabria ci provano con un progetto comune per rilanciare la vocazione turistica dell'area
Reggio Calabria e Messina sono una cosa sola. Lo dicono la storia, la conformazione geografica, i comuni disastri naturali come quel terremoto che nel 1908 le ha quasi rase al suolo. Oggi riscoprono una comune vocazione turistica. Lo sostengono con forza i club di territorio del Touring club (Tci) delle due città metropolitane dello Stretto, che per questo lo scorso dicembre hanno convocato attorno ad un tavolo - anzi due, uno a Reggio Calabria di mattina, uno a Messina, nel pomeriggio - amministratori e docenti per ragionare su come trasformare in realtà la naturale propensione all'unità delle due aree.
Le due città dello Stretto per lungo tempo sono state le "Cenerentole" delle due regioni, ignorate o al massimo solo visitate di sfuggita dai turisti che scelgono la Calabria o la Sicilia.
Negli anni - spiegano dal Touring - la valorizzazione dei gioielli archeologici e architettonici delle due città, il museo Archeologico e i suoi Bronzi a Reggio, la cattedrale a Messina, ha via via attirato sempre più turisti. "Si tratta però solo di gente di passaggio, che al massimo soggiorna una notte. Ma quest'area - dice Domenico Cappellano, responsabile regionale del Touring Calabria - merita di più". E deve puntare più in alto per ambire a uscire dalle storiche secche della disoccupazione strutturale che l'affligge. Per questo - sottolineano dal Touring - è necessario creare un sistema integrato, a partire dai trasporti. Onerosi, scarsi e concentrati esclusivamente nella fascia diurna, al momento i collegamenti fra le due sponde dello Stretto sono uno dei grandi ostacoli alla conurbazione delle due città. "Eppure - continua Cappellano - sia la storia, sia i dati dei flussi ci dicono che una tendenza in questo senso c'è già. E non è semplicemente relativa al pendolarismo universitario".
Ne sono consapevoli anche le due amministrazioni di Reggio Calabria e Messina, che per volontà dei due sindaci, Giuseppe Falcomatà e Renato Accorinti, da tempo lavorano a politiche e programmi comuni. Già da tempo, è stato firmato un protocollo mirato a costruire azioni comuni per "una adeguata continuità territoriale tra le due coste come diritto inalienabile dei cittadini". Ma adesso, dicono dal Touring, bisogna lavorare anche per mettere a sistema gli assets naturalistici, paesaggistici, storico-culturali dell'area per trasformarla in un hub turistico. E bisogna farlo in maniera concreta.
Per realizzare tali intenti comuni, attori principali saranno il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, il Museo Regionale di Messina (MuMe), il Parco Archeologico della costiera jonica di Reggio Calabria, le Isole Eolie, la costa ionica del messinese e la sua perla, Taormina, il Parco dei Taureani a Palmi ed infine il Parco Nazionale dell'Aspromonte che racchiude la montagna meno antropizzata d'Europa. [Informazioni tratte dall’articolo di Alessia Candito - RepubblicaViaggi.it]