Vi presentiamo il Museo dei Carretti Siciliani "Gullotti"
A Bronte c'è un museo "casalingo" nato dalla passione familiare di una stirpe di carrettieri
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Come la città di Roma ha il suo Colosseo, Parigi la sua Torre Eiffel, New York la sua Statua della Libertà, la Sicilia ha un propria meraviglia identificativa: il Carretto Siciliano, uno dei simboli più conosciuti e significativi dell'iconografia folcloristica della Sicilia…
Una passione nata da bambino. Appartenente a una stirpe di carrettieri, Alfredo Gullotti è stato da sempre attratto dal Carretto Siciliano, forse l'unico mezzo di trasporto al mondo dipinto come un opera d'arte.
"Mio nonno e il bisnonno sono stati carrettieri, e io anziché privarmi dei loro strumenti di lavoro ho deciso di salvarli ed esporli".
Così è nato il Museo del Carretto Siciliano "Gullotti", in una rimessa della sua proprietà sita in Contrada Cantera, a Bronte, poco distante dalla Locanda del Carrettiere che gestisce con la moglie Lorenza.
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Qui si possono ammirare quaranta esemplari perfettamente conservati e quattrocento reperti, tra pezzi di ricambio, sponde e ruote. Un museo della memoria, "così che i bambini siciliani - dice Alfredo - sapranno sempre cosa ha portato in dono al mondo la vanità dei siciliani". Sì perché, secondo Alfredo, è stata proprio la "vanità" a spingere i proprietari di carretti a intagliarli e decorarli in modo che risultassero più belli rispetto a quelli dei colleghi.
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Opere d'arte con le ruote, Alfio è solito chiamare i carretti "veicoli di trasmissione culturale" e, nel suo caso specifico, anche familiare visto che i carretti esposti sono appartenuti al capostipite, Don Carmelo Gullotti, al figlio Pippo e infine ai nipoti Carmelo, Biagio e lui.
I Gullotti, nell'arco di sessanta anni hanno raccolto carrozze, calessi, sponde, ruote, pennacchi e ornamenti dei cavalli, tutte espressioni del folklore di questa parte della Sicilia e del mondo (ormai scomparso) del Carretto Siciliano e dei suoi Carrettieri.