Adrano, antica cittadina immersa nell'incanto del Parco dell'Etna
Tra il vulcano più grande d'Europa e il maggiore fiume di Sicilia
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A circa 560 metri sul livello del mare, alle falde del vulcano più grande d'Europa, sorge Adrano, antica cittadina immersa nell'incanto del Parco dell'Etna.
Adrano ha una splendida posizione geografica tra l'Etna e il Simeto, il maggiore dei fiumi siciliani, e il suo territorio è arricchito da agrumeti verdissimi, gole, cascate, grotte, boschi rigogliosi, ambienti incontaminati con scenari naturali unici. Molto grazioso anche il vecchio centro storico, con le sue stradine strette, lastricate in pietra lavica e con alcuni monumenti che vale la pena di visitare come il Castello Normanno, la Chiesa Madre, il Monastero di Santa Lucia e il Teatro Bellini.
Ingresso della Villa Comunale di Adrano - di giomodica, CC BY 3.0
La città fu fondata da Dionigi e chiamata Adranon in onore del dio siculo della guerra Adrano. I greci associarono il dio oltre che alla guerra, anche al fuoco, identificandolo con Efesto e quindi con il vulcano Etna.
Secondo la leggenda il dio Adranon era seguito da un corteo di mille cani che facevano le feste a tutti gli ospiti, ma sbranavano i mentitori e i ladri. Ben presto venne costruito un tempio in onore del dio e attorno ad esso nacque il primo centro abitato risalente al 400 a.C.
L'Etna visto dalle Campagne di Adrano - ph. di Enrico Cartia - flickr.com, CC BY-SA 2.0
Nel 344 a.C in questi luoghi si svolse la famosa battaglia di Adranon tra Leontini e Corinzi. Passata sotto il dominio romano la città conobbe un lungo periodo di decadenza, rinascendo poi durante la dominazione araba quando divenne un potente borgo feudale. Sotto i normanni assunse il nome di Adernò diventando un'importante contea. A partire dal XIV secolo appartenne al nobile Matteo Sclafani e poi alla famiglia dei Moncada alla quale rimase sino all'abolizione dei diritti feudali. Solo nel 1929 fu ripristinato l'originario nome di Adrano.
Le tappe del nostro itinerario
Castello normanno
Il nostro itinerario inizia dalla piazza principale del paese, dove si affaccia il Castello catalano, il monumento civile più prestigioso e simbolo di Adrano. Il castello fu costruito all'inizio del XIV secolo su un precedente castello normanno. Il conte Giovanni Tommaso Moncada (1461-1501) fece restaurare la torre facendola circondare da un bastione dotato di quattro torri angolari.
Inizialmente il maniero fu abitato dai rappresentanti dei conti Moncada, ma nel '600 i piani superiori erano disabitati e si usava solo il piano terra come carcere. Nel 1693 un disastroso terremoto lo demolì, lasciando in piedi solo i muri perimetrali.
Il castello fu restaurato nel '700 mentre nel secolo successivo la torre era agibile solo fino al primo piano e veniva utilizzato come carcere. Oggi i locali del castello sono stati adibiti a Museo Archeologico, che ospita diversi reperti trovati nel territorio comunale.
Castello della Solicchiata
ph. www.vivict.it
Un altro castello, quello della Solicchiata, sorge a circa 2 km da Adrano. Il maniero fu fatto costruire nel 1875 dal barone Don Antonino Spitaleri nella sua tenuta di Solicchiata, per usi rurali e civili e anche per un'attività industriale. L'interno fu realizzato con pietra lavica, mentre l'esterno era circondato da un grande fossato con ponte levatoio che lo rendeva molto simile ai castelli del medioevo. L'interno fu adibito ad azienda vinicola, con attrezzature per la lavorazione dell'uva, per la confezione di alcool e di vini pregiati e apprezzato da molti enologi non solo siciliani.
Chiesa Madre
Un altro monumento simbolo di Adrano è il Teatro Bellini, voluto nel '700 da alcune famiglie nobili locali che lo fecero edificare sulle rovine dell'antica Chiesa di San Vito. La struttura rimase attiva sino al 5 luglio 1829. Il teatro fu ricostruito dall'architetto Vincenzo Costa nel '46. Nella facciata anteriore, possiamo notare tre figure allegoriche: la tragedia, la musica e la commedia.
Bella anche la Chiesa Madre che originariamente era una semplice cappella e successivamente i conti di Modica la trasformarono nella chiesa principale della città. Nel XVI sec. fu trasformata in basilica a tre navate, nel XVIII sec. si aggiunse la cupola, mentre rimase incompleto il campanile. Tale problema fu risolto nel XIX secolo quando l'architetto Carlo Sada, costruì un imponente campanile che aveva anche la funzione di prospetto.
L'interno ospita un altare policromo, la cantoria decorata in oro, l'organo e opere d'arte dal '400 al '700, oltre che i monumenti sepolcrali dei nobili della zona. Sopra l'ingresso principale è collocato il polittico ligneo, capolavoro del manierismo siciliano che rappresenta l'incredulità di San Tommaso e La Sacra Famiglia, circondate dai Santi Pietro e Paolo, mentre nella lunetta è raffigurato il Padre Eterno. Gli studiosi sono divisi a proposito dell'attribuzione dell'opera che per alcuni è stata realizzata da Salvo di Antonio, nipote di Antonello da Messina; secondo altri l'opera è attribuibile ad un anonimo del '500 allievo di Cesare da Sesto (1477-1523).
Monastero di Santa Lucia
Da non perdere la Chiesa e il Monastero di Santa Lucia (del 1596) caratterizzata da una forma ellittica, con la cupola che chiude a conchiglia l'ampio spazio circolare. Fra le decorazioni settecentesche, altari marmorei, un coro rococò e il maestoso altare centrale con copertura a baldacchino. L'interno invece, è decorato con splendidi affreschi e dorature.
Ponte dei Saraceni
Da vedere, fuori dall'abitato di Adrano, il Ponte dei Saraceni, un ponte in pietra risalente al IX secolo sul fiume Simeto. Collega il territorio di Adrano (CT) con quello di Centuripe (EN), presso il passo del Pecoraio, e benché sia denominato Ponte dei Saraceni sembra essere stato costruito in epoca medievale normanna.
Il versante del vulcano sul quale sorge Adrano non è stato interessato da recenti eruzioni e ciò ha reso possibile la formazione di rigogliosi boschi che coprono il fianco del vulcano sino a 1500-2000 metri. Nelle zone collinari ha trovato il suo habitat ideale il leccio mentre salendo sino ad un altitudine di 1400 m il leccio si mischia con le roverelle, dando vita ad un paesaggio variopinto e di grande bellezza. Questo tipo di vegetazione è molto diffusa nel Bosco di Prato Fiorito, una delle aree più belle e meno conosciute dell'Etna.
Qui si possono ammirare antichi crateri spenti come Monte Turchio, Monte Minardo, Monte Gallo, oggi ricoperti da fitta vegetazione. Salendo ancora di quota sino ai 2.100 metri troviamo il piano mediterraneo con boschi di pino laricio. Al di sopra dei 3000 m s.l.m. e fino ai crateri Sommitali è presente il deserto vulcanico in quanto la continua attività eruttiva del vulcano impedisce ogni forma di vita vegetale. Intorno ai 1800m s.l.m. troviamo il Piano Galvarina con l'omonimo rifugio alle cui spalle si può ammirare un bel cono vulcanico che richiamò anche l'attenzione dello scrittore tedesco Wolfang Goethe durante il suo viaggio in Sicilia.