Alcamo e il Castello dei Conti di Modica
Nella patria di Cielo d'Alcamo noto esponente della scuola poetica siciliana di Federico II
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Alcamo nacque durante il dominio arabo come Manzil Al Qamah, lungo la via commerciale che conduceva da Palermo a Mazara del Vallo, protetta dalle due fortezze di Bonifato e di Calatubo.
Nel XIV secolo, sotto la dominazione dei Ventimiglia, dopo il definitivo abbandono dell'abitato sul Bonifato, si sviluppò, attorno al castello protetto da una cinta muraria. Dal '400 al '700 nascono gli ordini religiosi intorno ai quali si formeranno, fuori delle mura, i nuovi quartieri.
Alla fine del '600, con l'edificazione dell'imponente Chiesa del Gesù, il Piano Maggiore, che unisce la città nuova a quella vecchia, diventa il fulcro del barocco alcamese e il centro della città.
Dopo l'Unità d'Italia, con la trasformazione degli edifici appartenuti agli ordini religiosi in scuole, ospedali e caserme, e con l'abbattimento delle mura di difesa, inizia l'espansione edilizia fino alle pendici del Monte Bonifato e il declino della parte antica della città. Negli ultimi anni, con il restauro dei principali monumenti il centro storico è tornato ad assumere la funzione di vero e proprio salotto cittadino.
Le tappe del nostro itinerario
Castello dei Conti di Modica
All'interno del tessuto urbano di Alcamo (TP), tra piazza Castello e piazza della Repubblica, è ubicato il Castello dei Conti di Modica fatto erigere secondo una leggenda nell'827 d.C. dal capitano saraceno Adelkam. In realtà il maniero venne costruito nel 1350 dai fratelli Enrico I e Federico III Chiaromonte, che lo avevano conquistato ai Peralta, signori di Alcamo.
È molto probabile che Federico III Chiaromonte abbia iniziato la costruzione del castello erigendo la torre di nord-ovest che infatti risulta autonoma per quanto rigurda l'impianto delle scale. Nonostante sia stato più volte rimaneggiato, esso rimane la più significativa testimonianza del periodo aureo vissuto da Alcamo sotto la dinastia dei Modica.
In questo periodo potenti famiglie locali come i Peralta, Chiaromonte, Ventimiglia e Cabrera Conti di Modica lottavano tra loro per il controllo della produzione del frumento e delle grandi vie commerciali. In posizione dominante rispetto all'impianto urbano e per la sua consistenza volumetrica il maniero rivestì per secoli una funzione difensiva.
La possente struttura ha forma rettangolare con quattro torri ai vertici, due delle quali rettangolari e le altre due cilindriche, tutte con copertura a botte. Per tutto il '300 le torri a pianta quadrata erano state le più frequentemente realizzate, ma verso la fine del secolo si tornò invece, ad apprezzare i vantaggi di quelle cilindriche, ossia la maggiore resistenza al lancio di proiettili.
Nella torre quadrata più alta venivano rinchiusi e torturati i prigionieri, la seconda torre circolare mostra ancora oggi uno stemma con un'aquila incoronata e la testa di Federico II o di un Peralta, la terza quadrata ospitava i locali per le sentinelle e la quarta gli alloggi per i sovrani che si trovavano di passaggio: re Martino con la regina Maria nel 1392 dopo la sconfitta dei Chiaromonte, l'infante Eleonora d'Aragona e l'imperatore Carlo V con la sua corte al ritorno dall'impresa di Tunisi del 1535 solo per citarne alcuni. Alla custodia del castello erano addetti il castellano e altri dodici compagni vincolati da un solenne giuramento.
Nel 1685 la volta del piano superiore della torre maestra crollò causando la morte di numerosi prigionieri e trascinando con se le altre. Dopo un abbassamento di un terzo della sua altezza, negli anni ha subito numerose manomissioni e crolli causati da un cedimento delle fondamenta. Il maniero è circondato da robuste mura di cinta per evitare che il nemico durante un assedio potesse accostare alle pareti rocciose macchine da guerra ed espugnarlo facilmente.
L'edificio si sviluppa intorno ad un cortile di forma rettangolare, mentre ai lati nord, est e sud del perimetro sono addossati corpi con numerosi ambienti disposti su due livelli ed una cappella. Il castello aveva tre porte: la prima, detta segreta, a mezzogiorno dalla quale si accedeva al fossato, la seconda ad arco acuto sul fronte ovest con un portone ligneo in buono stato di conservazione. Essa fu allargata per permettere il passaggio dei carri. La terza porta dava sul piazzale a settentrione e conduceva alla scala principale che dopo il 1626 fu pavimentata in marmo rosso di Alcamo (anno di inaugurazione della cava).
Il prospetto occidentale che un tempo dava sulla cittadella è ornato di eleganti bifore incorniciate da ghiere intagliate. La costruzione della cittadella fu avviata intorno al 1379-80 da Guarniero Ventimiglia, con concessione di Federico IV, sul lato ovest del castello. Il centro era guarnito di due torri angolari rettangolari verso ovest, una delle quali, la torretta della Trinità si può ammirare in una stampa risalente al 1770 nella quale si distinguono i contorni delle mura che circondavano Alcamo.
Dalla torretta le mura continuavano sino alla torre cilindrica di nord-ovest delimitando una piazza d'armi dove avveniva la rassegna della cavalleria e fanteria e venivano consumate le esecuzioni capitali.
Quando le mura furono abbattute, una serie di costruzioni private crebbero sulla piazza compreso il Teatro Comunale nel 1850, sostituito da un cinema nel 1961. Gli ultim lavori di restauro hanno agito sul ripristino delle merlature e di molte porte e finestre, occluse dai lavori di adattamento a carcere. Il Castello è oggi sede museale, al suo interno, infatti, vi si trovano il Museo Etnografico e l'Enoteca Storica Regionale, l'unica della Sicilia Occidentale.
Basilica di Maria Santissima Assunta
Alcamo fu patria di Cielo D'Alcamo, noto esponente della scuola poetica siciliana, vissuto alla corte palermitana di Federico II nella prima metà del XIII sec. e autore dell'opera giullaresca 'Contrasto d'Amore', (meglio conosciuto come 'Rosa fresca aulentissima') che fu in assoluto la prima opera letteraria scritta in italiano volgare.
Alcamo è un vero e proprio scrigno di tesori artistici. I più importanti, a parte il castello, sono la sontuosa Basilica di Maria Santissima Assunta (la Chiesa Madre), edificata nel 1332 ma modificata e ampliata nei secoli successivi.
A pianta basilicale, a tre navate divise da due file di colonne di marmo rosso proveniente dal monte Bonifato, custodisce numerose opere di notevole valore storico ed artistico come gli affreschi della volta ed altri dipinti del fiammingo Guglielmo Borremans; il bellissimo crocifisso in mistura (composizione di sostanze resinose), l'alto rilievo 'Il transito della Vergine' e una custodia in marmo con i Santi Filippo e Giacomo entrambi di Antonello Gagini, la statua di San Pietro di Giacomo Gagini.
Chiesa dei SS. Paolo e Bartolomeo
Splendida la Chiesa dei SS. Paolo e Bartolomeo, la più alta espressione del barocco alcamese, costruita nel 1689 e sfarzosamente decorata dagli stucchi di Vincenzo e Gabriele Messina e dagli affreschi di Antonino Lo Grano.
Il prospetto è stato realizzato nel 1782 su disegno di Emanuele Cardona. La Chiesa ospita pregevoli opere d'arte tra cui la tela del trapanese Giuseppe Felice 'San Pietro e San Paolo' del 1701, la 'Madonna del Miele', databile tra la fine del '300 e l'inizio del '400, il più antico dipinto che si trova ad Alcamo, attribuita a Barnaba da Modena.
Chiesa dei SS. Cosma e Damiano
ph. Daniele Pugliesi - Opera propria, CC BY-SA 3.0
La Chiesa dei SS. Cosma e Damiano fu fondata intorno al 1500 ma la sua struttura attuale, realizzata dall'architetto frà Giuseppe Mariani, è del 1721. L'interno, di stile barocco, è a navata unica esagonale. Di notevole pregio sono le statue in stucco eseguite nel 1722 dallo scultore palermitano Giacomo Serpotta, e due tele del fiammingo Guglielmo Borremans.
Ma la visita della città non può esaurirsi senza una escursione alla Riserva del Bosco d'Alcamo, sul Monte Bonifato dove si trovano i resti del trecentesco Castello dei Ventimiglia. Incorporata nella cinta muraria si trova la Chiesa della Madonna dell'Alto, costruita nel '600, e sotto il Castello i resti di un'ampia cisterna di epoca araba, localmente chiamata 'Funtanazza'.