Alla scoperta della Riserva Naturale Pino d'Aleppo
Sulle sponde del fiume Ippari l'ultimo insediamento di Pinus halepensis
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Tra i fiumi Ippari e Acate, in territorio di Vittoria, Comiso e Ragusa, si estende la Riserva naturale Pino d'Aleppo, un'area naturale protetta del ragusano che si estende per circa 3000 ettari tra riserva (zona A) e preriserva (zona B) e comprende la parte finale del fiume Ippari, nella Piana di Vittoria, al limite sud occidentale dell'altipiano ibleo.
Istituita nel 1990 con il D.A. n. 536/90 dell'Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Siciliana la riserva ha lo scopo di "salvaguardare le formazioni residue autoctone di Pinus halepensis e di ricostituire la pineta nelle aree a gariga degradata per azione dell'uomo".
La zona, proprio per la sua posizione, è stata denominata 'plaga mesopotamim' cioè terra tra i due fiumi che richiama alla mente la zona mediorientale in cui nacque la civiltà mesopotamica.
Le tappe del nostro itinerario
Fiume Ippari
Il fiume Ippari scorre per una ventina di chilometri in una valle che anticamente aveva i versanti ricoperti di boschi. Sembra che un tempo fosse navigabile e la sua portata d'acqua molto consistente perchè alimentato da tre fonti.
Ippari era il dio dei cavalli e il fiume vi fu dedicato perchè molto probabilmente nella valle dovevano esserci molti allevamenti di equini. Fu citato dal poeta greco Pindaro che lo chiamava 'Ipparis', dall'autore latino Silio Italico per il quale era 'Hipparin', dall'astronomo e geografo greco Tolomeo chiamato 'Ipòron', da Vibio denominato 'Hyparius' e durante il Medioevo quando veinva chiamato 'Fiume Cammarana'.
La pineta
La pineta si trova proprio nel territorio dell'antica colonia siracusana di Camarina e da qui, un tempo, i tronchi tagliati venivano trasportati mediante le acque del fiume e trascinati verso la foce. Tra il promontorio di Camarina e gli scogli di Scoglitti esisteva poi una palude, formatasi a causa della sabbia accumulata dal vento tra i due versanti della valle dell'Ippari, prima che il fiume raggiungesse il mare.
Dopo una pestilenza, nel 265 a.C., i coloni greci chiesero all'oracolo di Delfi se era il caso di bonificare la palude. La Pizia diede responso negativo ma i camerinesi non ne tennero conto e la prosciugarono ugualmente. Nella prima metà del '900 queste aree umide costiere furono completamente bonificate attraverso la costruzione di canali artificiali. La riserva oggi è frammentata in piccole aree interrotte da serre e vigneti.
Situata tra il centro abitato di Vittoria e Santa Croce Camerina, la riserva naturale ospita l'ultimo insediamento di Pinus halepensis (Pino d'Aleppo) allo stato spontaneo in Sicilia. Si tratta di una conifera sempreverde con corteccia grigia e fessurata con sfumature rossastre e foglie aghiformi che può raggiungere anche i dieci metri di altezza.
Gli esemplari di questa specie spesso presentano portamento contorto per l'azione del vento, la chioma di solito è tondeggiante verso l'alto e di colore pallido, altre volte è variamente suddivisa sui rami e sui tronchi contorti. Nel sottobosco invece, cresce la macchia mediterranea con cespugli di rosmarino, timo e Lentisco. Lungo la valle del fiume Ippari una pineta unica in Sicilia custodisce l'ultimo lembo dell'originaria foresta, che ricopriva in passato un territorio assai vasto, dove resistono gli ultimi esemplari di Pino d'Aleppo allo stato naturale e spontaneo, che ormai sono spariti dal resto dell'isola.
La presenza di una fitta e rigogliosa foresta è attestata anche in una Ode del poeta greco Pindaro. La vallata del fiume Ippari ospita anche qualche raro esemplare di Lentisco di Ilatro comune e di Alaterno o qualche esemplare isolato di Terebinto e Corbezzolo. Lungo le sponde del fiume si trova anche una vegetazione ripariale costituita dal Pioppo, dal Salice bianco, dal Salicone e da un folto canneto di Arundo donax.
Vicino al mare invece, ha trovato il suo habitat naturale la Quercia spinosa, il Ginepro rosso e la Ginestra bianca. All'interno della riserva inoltre, crescono rigogliosi l'Artemisia, la Palma nana, l'Efedra fragile, l'Euforbia, la Calicotome, il Timo, l'Ononide, il Rosmarino, la Spazza forno, l'Erica, la Ferula, la Salsapariglia e varie specie di Orchidee e di Cisti.
La fauna - La fauna è arricchita dalla presenza di numerosi vertebrati tra cui diversi mammiferi come la Donnola, il Riccio, l'Istrice, il Coniglio, la Lepre, la Volpe, il Topo quercino, il Ratto, l'Arvicola, varie specie di Pipistrello, gatti e cani inselvatichiti. La pineta inoltre, è il luogo ideale per la nidificazione di diversi uccelli come il Cardellino, il Verzellino, il Merlo, l'Upupa, il Colombaccio, la Tortora, la Gazza, la Gallinella d'acqua, la Ballerina gialla e la Ballerina bianca.
Tra i rapaci figurano la Poiana, il Gheppio, il Falco di palude, mentre tra i rapaci notturni sono presenti la Civetta e il Barbagianni. Alcuni stagni sulla costa sono il luogo ideale per la sosta di alcuni uccelli migratori provenienti dall'Africa come il Cavaliere d'Italia, l'Airone cinerino, la Garzetta, il Germano reale, la Marzaiola, la Volpoca, il Piro piro piccolo, il Martin pescatore e il Gruccione.
Tra gli invertebrati figurano numerosi rettili, tra cui numerosi esemplari di ofidi, come il Colubro leopardino. Sono state osservate anche numerose specie di lucertole, ramarri i cui maschi sono riconoscibili per la colorazione verde smeraldo del corpo e azzurro turchese della gola, gongoli e tartarughe, mentre tra gli anfibi sono presenti rane verdi e rospi. Il fiume sino al secolo scorso brulicava di pesci come le Tinche, le Anguille, la Gambusia tanto utile per combattere la malaria dato che si nutre di larve di zanzare. Presente ancora oggi il granchio di fiume e alcuni insetti come i lepidotteri, i coleotteri, i ditteri e gli ortotteri.