Attraverso la Valle d'Agrò
Un viaggio attraverso monti, costeggiando fiumi, per arrivare fino al mare più blu della Sicilia
Foto di Francesco Miano - Wikipedia in italiano, CC BY 2.5
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La Valle d'Agrò giace sul versante orientale dei monti Peloritani, nella provincia messinese. Deve il suo nome all'omonimo torrente che ne solca il fondo per tutta la sua lunghezza.
Fin dalla remota antichità, la valle è stata sede di una intensa attività agricola, della quale rimangono tracce evidenti nei terrazzamenti, ormai in parte inutilizzati, che ricoprono parte delle fiancate collinari. La Valle dell'Agro venne colonizzata sin dai tempi dei Fenici, che in Sicilia insediarono numerose basi commerciali e vere e proprie città.
Sono nove i comuni della valle ed essi partecipano al Consorzio Val d'Agrò ed all'Unione dei comuni delle Valli joniche dei Peloritani.
L’itinerario che vi proponiamo è un viaggio attraverso questi piccoli paesi, alla scoperta di una Sicilia poco conosciuta e assolutamente sorprendente.
Le tappe del nostro itinerario
Santa Teresa di Riva
Santa Teresa di Riva è limitata a nord e a sud, rispettivamente da due corsi d'acqua: il Torrente Savoca e la Fiumara d'Agrò. Nel cuore del centro urbano, quartiere Portosalvo-Barracca, scorre il piccolo corso d'acqua chiamato Torrente Portosalvo.
Nel centro abitato esistono tre torri di un certo interesse storico appartenute al sistema difensivo cinquecentesco delle torri costiere della Sicilia.
Il Santuario di Santa Maria del Carmelo è la chiesa matrice e sede dell'arcipretura della città di Santa Teresa di Riva e del Vicariato di San Basilio Magno. L'attuale edificio sacro (ricostruito nel 1929) è stato eretto sull'area precedentemente occupata da un'antica chiesa del 1507.
Accanto alla chiesa, nel quartiere Bucalo, sorge la "Torre Saracena" che, a dispetto del nome, non è stata edificata dai Saraceni ma a difesa contro le loro scorrerie. Situata nel quartiere Sparagonà vi è la "Torre dei Bagghi". Prende il nome dal fatto che si trovava nel bel mezzo di un antico quartiere di case, "u bagghiu", tra loro accomunate da un grande cortile. Non si conosce con precisione l'epoca della sua edificazione.
Da visitare anche Villa Carrozza, esempio di stile liberty. La villa risale al 1870 e sorge sulla via Roma nel quartiere Torrevarata, in mezzo ad un parco.
SantAlessio Siculo
Centro prettamente turistico, Sant'Alessio Siculo si affaccia sul mare. Anticamente prese il nome di Arghenrion Akron che Tolomeo Alessandrini battezzò "Capo d'argento".
A destra il paese è delimitato da un promontorio su cui si staglia il castello saraceno del dodicesimo secolo. Il maniero ha pianta poligonale sormontata da un torrione cilindrico.
Il centro abitato conserva ancora elementi di particolare interesse storico-architettonico: Santa Margherita dove si distingue una casermetta borbonica sovrastata da una Trinacria con la testa di Gorgone, cinta da cornucopie e spighe, simbolo di abbondanza e fertilità e con i resti dell'abside di un'antica chiesetta
A sud Sant'Alessio è un susseguirsi di scogli e laghetti che, nell'insenatura di Salò, realizzano l'ideale habitat di pesci pregiati. Particolare e suggestiva la pesca delle costardelle che si pratica nel periodo estivo.
Forza dAgrò
Foto di trolvag - Forza D'agrò, CC BY-SA 3.0
Forza d'Agrò è situato su un cucuzzolo alla quota di 420 m s.l.m. Il primo insediamento risale al X secolo, con il nome di Vicum Agrillae, mentre l'attuale denominazione risale al XIV secolo.
I monumenti più rilevanti sono la chiesa madre, dedicata alla Santissima Annunziata (secolo XVI), il convento Agostiniano, la chiesa della Santissima Trinità ed il castello normanno (XIV secolo), del quale rimangono soltanto dei ruderi.
Come un balcone sul mare Jonio, dal suo belvedere è possibile ammirare la costa da Messina a Siracusa, con Taormina e Castelmola, la baia di Giardini-Naxos e l'imponente mole del vulcano Etna.
Nel 1971, il centro storico di Forza d'Agrò (assieme a quello della vicina Savoca) è stato scelto da Francis Ford Coppola per l'ambientazione di numerose scene presenti in tutti i film della saga della famiglia Corleone, a partire da Il padrino.
Savoca
Foto di Tatiana Berestova - Savoca, CC BY-SA 2.0
Savoca è borgo arroccato sopra un colle bivertice roccioso. È anche nominata "paese dalle sette facce" e "Terra ferace di gagliardi ingegni". Città d'arte, dal 2008 è inserita nel circuito dei Borghi più belli d'Italia e dal 2016 ricopre il terzo posto nella classifica dei 10 villaggi più belli del mondo.
Per un approfondimento leggi l'itinerario di Guidasicilia "Savoca, il paese dalle sette facce".
Limina
Foto www.filippodagira.it
Limina rappresentava il limite fra le comarche di Messina e Taormina e proprio la posizione geografica ne determinò il nome che deriva dal latino Limen, appunto limite, confine. Percorrere le viuzze del centro è come intraprendere un viaggio nel tempo per riscoprire i segreti di una vita semplice, legata a fede e tradizione, e che si esprime nella sobria architettura delle chiese di San Sebastiano e delle Preci.
Il terremoto del 1908 flagellò lo sventurato comune segnandolo gravemente. Delle numerose opere d’arte andate perdute a causa della distruzione delle chiese e del castello, dovuta ai movimenti franosi sviluppatisi in seguito alla distruzione dei boschi che circondavano il centro abitato, è rimasta una statua marmorea di probabile scuola Gaginiana raffigurante l’Annunziata (un tempo sita nella omonima Chiesa dell’Annunziata che oggi ospita la locale stazione dei Carabinieri) ed alcuni quadri in parte restaurati, tutti custoditi nella Parrocchia di S. Sebastiano Martire.
Per quanto riguarda gli immobili aventi pregio storico-artistico meritano menzione, oltre ad alcune costruzioni sparse per l’abitato e agli innumerevoli intagli in pietra - portali, finestre, balconi e decorazioni varie - che adornano moltissime facciate.
Roccafiorita
Foto www.blogtaormina.it
Adagiato alle pendici del monte Kalfa, Roccafiorita risulta essere il comune meno popolato della Sicilia e il meno esteso dell'intera Italia insulare.
Affascinate e di grande interesse il Santuario della Madonna dell'Aiuto, del quale si iniziò la costruzione nel 1944 sul monte Kalfa. L’anno dopo vi fu collocata l'effigie sacra della Madonna. Da allora il monte, considerato consacrato alla Vergine, è noto anche come Montagna della Madonna dell'Aiuto, diventando un centro di fede e di pellegrinaggio. Oggigiorno è uno dei più noti santuari della Provincia di Messina.
Antillo
A circa 50 Km da Messina, a 480 metri sul livello del mare, sui Peloritani meridionali, sorge Antillo. Il paese derivò il suo nome dal greco Antillos che significa soleggiato. Non esistono molte testimonianze storiche sull'origine della località, sappiamo solo che appartenne al comune di Savoca fino al 1846, quando un decreto di Ferdinando II, Re delle Due Sicilie, lo rese comune autonomo.
Il centro storico offre angoli e scorci di viuzze irte ma affascinanti; lungo la stradina che dalla fontana "Acquavena" porta lungo la via Roma fino a dietro la Chiesa della Madonna della Provvidenza con il suo splendido campanile. Di particolare interesse architettonico sono il Monumento ai Caduti e il Monumento al Mondo Contadino.
Casalvecchio Siculo
Abbarbicato a metà costa sul monte Sant'Elia, Casalvecchio Siculo sorge a 39 km da Messina, a 20 da Taormina. Seguendo l'orografia del terreno il paese ha caratteristiche prettamente medioevali con un susseguirsi ed incrociarsi di viuzze che si dipanano spesso in sottopassi tipici dell'architettura medievale spagnola e araba.
Paese di antico insediamento, subì l'influsso sia dei Bizantini che degli Aragonesi. Di queste due presenze restano ampie testimonianze quali vecchi palazzi e antiche chiese e monasteri.
Questo villaggio merita una visita soprattutto per uno degli edifici religiosi più affascinanti della Sicilia: la Basilica di San Pietro e Paolo risalente all’epoca tardo-bizantina. La chiesa venne costruita nel 1116 da Ruggero II, ed è una delle chiese più insolite della Sicilia.
La merlata chiesa a tre navate apparteneva ad un monastero basiliano greco-ortodosso, stile che si rispecchia anche nell'interno tipicamente ortodosso-bizantino. La costruzione esteriore a forma di blocco, fatta di lava nera, mattoni rossi e pietra calcarea dorata, assomiglia quasi ad un castello ed è stata già proposta per la lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Furci Siculo
Foto www.sicily.co.uk
Accogliente e vivace centro turistico balneare adagiato tra rigogliose colline e il mare, si affaccia sullo Jonio con un splendida spiaggia, lungo la S.S. 114, tra le fiumare Pagliara e Savoca. È probabile che il luogo dove sorge Furci fosse abitato già dai Siculi e prima ancora dai Fenici; prima, quindi, della colonizzazione Greca in Sicilia.
Il nome Furci, secondo alcuni, deriverebbe dal Greco Bizantino, "fourchion", a significare la sua posizione in mezzo alle due fiumare.
Collina e mare, dunque.
Col mare Furci Siculo ha sempre avuto un legame intenso, non soltanto per i flussi di villeggianti attratti dalle sue spiagge dorate, ma anche per il pesce freschissimo che si può gustare in uno dei tanti ristoranti della riviera. Qui, non a caso, c’è il museo del mare e della pesca. Inoltre si può visitare lo splendido giardino comunale, con un teatro cavea all’aperto. Tante, inoltre, le chiese e i palazzi storici da visitare.