Caltagirone, città della ceramica
Simbolo della città la suggestiva scala di Santa Maria del Monte, fatta di lava e maiolica
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A circa 70 km a sud ovest da Catania, tra i Monti Erei ed Iblei sorge Caltagirone, importante centro noto per la millennaria tradizione della produzione della ceramica.
Caltagirone è una città d'arte, uno dei principali riferimenti dell'arte ceramica in Italia, una vera e propria perla che custodisce numerosi capolavori di grande rilievo grazie ai quali si è conquistata l'appellativo di 'Città della ceramica'.
Cattagiruni (come lo chiamano i suoi abitanti) è un grosso comune di 39.333 abitanti facente parte dei comuni della Val di Noto, proclamati dall'Unesco patrimonio mondiale dell'umanità.
La città è relativamente giovane infatti è stata completamente distrutta in seguito al disastroso terremoto del 1693 e poi ricostruita da architetti come Battaglia, Gagliardi e Bonaiuto i quali le hanno conferito uno stile decisamente barocco, successivamente arricchitosi di suggestioni liberty.
Caltagirone presenta un assetto urbanistico in cui la parte del centro storico che si trova in alto, è distinta dalla zona moderna più a sud-est. Una passeggiata per i caratteristici quartieri del centro storico può riservare ai visitatori piacevoli ed inaspettate sorprese.
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Le tappe del nostro itinerario
Piazza Municipio
La visita della città non può che partire da Piazza municipio, dominata dalla grandiosa facciata del palazzo comunale disegnato in stile neoclassico dall'architetto Giambattista Nicastro. A fianco sorge la Galleria Luigi Sturzo, antica casa senatoria trasformata in seguito in teatro lirico e oggi in luogo dove si svolgono numerosi appuntamenti culturali.
Di fronte si trova l'elegante palazzo della Corte Capitanale, sede della Galleria d'arte fotografica Anaf Luigi Ghirri, uno dei pochi edifici sopravvissuti al terremoto del 1693. Sulla piazza si affaccia anche la seicentesca balconata di Palazzo Bonanno con i caratteristici mensoloni figurati.
Scala di Santa Maria del Monte
A pochi metri dal municipio, il simbolo della città la scala di Santa Maria del Monte, con i suoi 142 gradini in piatra lavica, decorati da formelle in maiolica che alternano motivi geometrici, floreali e animali e che costituisce il punto di collegamento tra la città vecchia (superiore) e la parte nuova.
La via Roma costituisce l'asse principale di Caltagirone e taglia in due la città, arrivando sino ai piedi della suggestiva scalinata che ogni anno per la festa di San Giacomo, il 25 Luglio, viene illuminata da 'coppi' di carta multicolore. In cima alla scala la Chiesa Madre, il cui altare maggiore ospita una tavola con la Madonna di Conadomini del XIII secolo. Ai due lati si estendono i due vecchi quartieri di S. Giorgio e di S. Giacomo che racchiudono, nelle intricate viuzze, molti edifici religiosi.
Nel vicino corso Amedeo si affaccia la Chiesa del Collegio dei Gesuiti, ricca di opere d'arte e di splendidi intarsi marmorei. Di li a poco ci si imbatte in piazza Umberto in cui si affacciano la cattedrale di San Giuliano di Saverio Fragapane, edificio barocco che ha subìto notevoli rimaneggiamenti, tra i quali il più rilevante è la sostituzione della facciata agli inizi del '900, e il prospetto del palazzo Cresimanno Gravina.
Carcere Borbonico
ph. Enzo Piluso
Imboccando la via Roma e proseguendo verso sud si incontra il settecentesco Carcere Borbonico, edificio dalla mole imponente e squadrata in pietra arenaria, progettato alla fine del '700 dall'architetto siciliano Natale Bonajuto ed adibito a carcere per circa un secolo. Attualmente ospita un piccolo museo civico con una mostra permanente di opere contemporanee in ceramica. In una sala è conservato il fercolo di S. Giacomo in legno dorato ed argento (fine XVI sec.), utilizzato fino al 1966 per la processione del 25 luglio.
Villa Comunale
Proseguendo per Via Roma si incontra il Ponte San Francesco, il Palazzo Sant'Elia, il Tondo Vecchio del XVIII, l'ingresso Nord alla Villa comunale, bellissimo giardino tra i più eleganti d'Italia, disegnato verso la metà del secolo scorso da G.B.Filippo Basile ed ispirato ai giardini inglesi. Il giardino si sviluppa in una serie di sentieri ombreggiati che celano spazi più ampi abbelliti da opere in ceramica, statue, fontane e uno splendido palchetto della musica dalle forme arabeggianti ornato da maioliche.
Accanto alla villa un teatrino settecentesco che è anche l'accesso al Museo della Ceramica che raccoglie oggetti a partire dalla preistoria sino al '900. Attraverso i manufatti si scoprono l'evoluzione delle forme e delle decorazioni. Ai piedi della scala, sulla destra si trova via L. Sturzo, fiancheggiata da alcuni bei palazzi, tra cui Palazzo della Magnolia, ricca di decorazione floreale in terracotta, opera di Enrico Vella, le due chiese ottocentesche di S. Domenico e del SS. Salvatore, al cui interno si trova il Mausoleo di Don Luigi Sturzo ed una Madonna col Bambino di Antonello Gagini. Alla fine di via Sturzo si giunge alla Chiesa di S. Giorgio (XI-XIII sec.) ove è conservata la tavola del Mistero della Trinità attribuita al fiammingo Roger van der Weyden.
Dalla parte opposta rispetto alla scala, via Sturzo continua in via Vittorio Emanuele che conduce alla Basilica di S.Giacomo, patrono della città, al cui interno si trova la cassa argentea che racchiude le reliquie del santo, realizzata dai Gagini.
Chiesa dei Cappuccini
Da non perdere il Convento dei Padri Cappuccini che ospita un famoso presese, un museo ed una ricca pinacoteca con dipinti dal '500 ad oggi, oltre all'annessa Chiesa di Santa Maria di Odigidria.
La Chiesa conserva all'altare, una bella pala di Filippo Paladini raffigurante il trasporto dall'Oriente all'Occidente della Madonna dell'Odigitria portata a spalla da monaci basiliani. Il centro storico inoltre, ospita una miriade di negozietti che espongono i prodotti tipici dell'antica arte ceramica come mattonelle, candelieri, piatti, lampade, vasi ecc.
Qui la produzione tradizionale di stoviglie e manufatti vari si va evolvendo sempre più verso forme artistiche decorate a mano, come figure in terracotta o i più recenti presepi artistici le cui figure sono in ceramica. Proprio al presepe sono dedicate numerse esposizioni permanenti e non come il Museo internazionale del presepe, nei locali dell'ex biblioteca comunale, con una collezione di circa 1000 pezzi donati dall'avvocato Luigi Colaleo dal '700 ai nostri giorni.