Cammino dei Santuari Madoniti
Collega tutti i Santuari madoniti attraverso i sentieri che anticamente percorrevano i pellegrini
Foto di Alberto Genduso
Un cammino di quattro giorni (dal 25 al 28 aprile 2019), lungo circa 80 km, che collega tutti i Santuari madoniti attraverso i sentieri che anticamente percorrevano i pellegrini. Un trekking per risanare lo spirito, trovare la pace con se stessi e ciò che ci circonda, che tocca ben cinque Santuari: quello dello Spirito Santo di Gangi, della Madonna dell'Olio di Blufi, della Madonna dell'Alto di Petralia, la chiesetta della Madonna delle Nevi di Piano Battaglia e infine il santuario della Madonna di Gibilmanna.
Parliamo del Cammino dei Santuari Madoniti, organizzato dall'Associazione sportiva dilettantistica Madonie Outdoor, nell'ambito della rete siciliana dei cammini sacri "Vie Sacre Sicilia". Il cammino ha un forte valore simbolico perché parte dalle quote più basse della zona sud del comprensorio Madonita e, man mano che si sale, ci si eleva non solo di quota ma anche spiritualmente, sino a raggiungere il santuario Mariano più alto d'Italia e uno dei più alti d'Europa (quasi 2mila metri), quello della Madonna dell'Alto di Petralia Sottana, da dove si apre un panorama immenso su tutte le montagne siciliane e il mare sottostante.
Partendo dalla zona sud delle Madonie, si attraversano campagne ricche di coltivazioni e piccoli allevamenti di bestiame e di storia, come ipogei risalenti a circa 2000 anni a.C., una villa con terme romane, un mulino ad acqua. Scendendo in direzione nord invece, si possono ammirare gli ultimi esemplari di Abies Nebrodensis al mondo, un albero della famiglia delle Pinaceae, endemico della Sicilia.
Nel cuore di Piano Battaglia si possono osservare dei geositi riconosciuti Patrimonio dell’Unesco per la presenza di coralli, mentre nei pressi di Gibilmanna i frassineti da manna.
Equipaggiamento necessario: scarpe da trekking con caviglia alta, zaino, abbigliamento idoneo al periodo, occhiali da sole, cappello, guanti, crema solare, almeno 1 Lt di acqua al giorno, pocho o k-way (antipioggia), sacco a pelo e stuoino (tappetino).
Equipaggiamento consigliato: macchina fotografica, spirito di adattamento, fiducia in se stessi ed in chi vi accompagna.
Note: il cammino è aperto a tutti gli adulti ed ai ragazzi di almeno 14 anni, purché allenati. E' possibile partecipare anche ad una parte del cammino o ad una sola delle tappe.
Info: Cell. 347 3237734 oppure scrivere a info@madonieoutdoor.it
Le tappe dell'itinerario
Santuario dello Spirito Santo di Gangi
Prima tappa del cammino è il Santuario dello Spirito Santo di Gangi. Il Santuario ha origini sono molto antiche e leggenda vuole che nel luogo in cui sorge l'attuale Santuario ci fosse anticamente un'edicola intitolata allo Spirito Santo, nella quale era collocato un masso con l'immagine dell'Eterno Padre con una colomba sul petto.
Il dipinto venne successivamente seppellito e dimenticato finché non fu ritrovato da un contadino sordomuto che si accorse, con stupore, che da una lesione del sopracciglio gocciolava sangue. Spaventato corse in paese a raccontarlo parlando. I suoi concittadini, colpiti dal miracolo, cercarono di trasportarlo dentro il centro abitato, ma non riuscendo a smuoverlo neanche con l'aiuto di buoi, decisero di erigere un tempio in loco.
Fonti storiche più attendibili ci riferiscono che nel luogo esisteva invece, un'edicola con un dipinto del Cristo Pantocratore, simile a quello di Cefalù. Successivamente venne costruita una chiesetta dedicata a Santa Caterina d'Alessandria e solo nel 1576 la piccola chiesa subì una trasformazione architettonica con l'assunzione del titolo dello Spirito Santo.
Nel corso del '700 e '800 la chiesa assunse l'aspetto odierno, con la realizzazione della cappella laterale dedicata alla Madonna della Provvidenza e degli affreschi di Crispino Riggio e di Tommaso Pollace.
La Chiesa è Santuario Giubilare e luogo di devozione e di pellegrinaggio, dove il giorno successivo alla Pentecoste si celebra una festa molto caratteristica, cui partecipano 40 statue di Santi delle diverse chiese di Gangi che danno luogo "a cursa e i miracula di santi".
Santuario della Madonna dellOlio a Blufi
Foto di Alberto Genduso
Seconda tappa, la visita al Santuario della Madonna dell'Olio che sorge in aperta campagna, sul declivio di una estesa collina, a 660 m. di altitudine e che in primavera offre un meraviglioso spettacolo di colori. La denominazione 'Madonna dell'Olio' si pensa derivi da un olio minerale, probabilmente petrolio misto ad altri idrocarburi, che sgorga da una fonte vicina che sarebbe un'ottima cura per malattie cutanee e come vermifugo. Conosciuto sin dall'antichità fu citato addirittura dal filosofo greco Aristotele in uno dei suoi trattati scientifici, il 'Meteorologicorum'. Una leggenda racconta della presenza, nei pressi del Santuario, di una sorgente di olio commestibile che poi sarebbe stato mutato nell'olio attuale perché ne veniva attinto più del necessario.
Foto di Alberto Genduso
Un cambiamento di ubicazione della sorgente sarebbe avvenuto nel secolo XIX, a causa dell'esaurimento della prima, più vicina alla chiesa. D'impianto settecentesco, l'edificio ha un'elegante facciata, stravolta dalla demolizione in tempi recenti del campanile a vela che la sovrastava e dalla costruzione di un campanile in cemento armato.
A unica navata, con volta e colonne decorate con stucchi che riproducono motivi ornamentali e floreali. L'altare maggiore custodisce la statua della Madonna, in legno dipinto, dello scultore gangitano Filippo Quattrocchi (1734-1818), recentemente restaurata. Il primo altare di sinistra ospita la statua di san Giuseppe, in legno dipinto, eseguita da autore anonimo nel 1838. Dopo avere visitato il Santuario sistemazione, cena e pernotto in camerata con sacco letto.
Santuario della Madonna dellAlto
Foto madonieoutdoor.it
La terza tappa ci porta alla volta del Santuario della Madonna dell'Alto. A 1827 metri sul livello del mare, adagiato su Monte Alto, il Santuario è un luogo incantato che infonde pace e serenità ed è stato inserito nel Registro delle Eredità Immateriali Locali dell’Unesco (REIL). Il sentiero che vi conduce alterna fitti boschi a radure di pietra, lungo le pareti scoscese. E' composto da una chiesa, una sacrestia e da un romitorio provvisto di stanze per ospitare i pellegrini.
Fondato nel 1328 da San Guglielmo Gnoffi da Polizzi Generosa, detto l’eremita delle Madonie, custodisce, all’interno della chiesa, il simulacro marmoreo della Vergine col Bambino, scolpito nel 1471 presso la prestigiosa bottega di Domenico Gagini. La statua rappresentante la Madonna dell'Alto, alta quasi un metro, è di pregevolissima fattura ed è conservata in un bellissimo altare rivestito in marmi del 1749.
Nel 1912 è stato aggiunto alla parete sinistra della chiesa un altare con una statua del SS. Crocifisso in cartapesta mentre, sulla parete sinistra, è custodito un pregevole tela di scuola siciliana raffigurante lo 'Spasimo di Sicilia', copia del più famoso Spasimo di Raffaello Sanzio. Sulle pareti della chiesa o in altre stanze adiacenti sono presenti gli ex-voto che testimoniano le grazie ricevute dai devoti. Dal 2011 il Santuario della Madonna dell'Alto è affiliato alla Basilica di Santa Maria Maggiore in Roma. La notte del 14 agosto, i fedeli partendo da Petralia Sottana lo raggiungono dopo 4-5 ore di cammino a piedi e sino a qualche anno fa, alcuni percorrevano l'ultimo tratto in ginocchio.
Foto madonieoutdoor.it
Si racconta che anticamente, vicino alla torre di Roccella, fu rinvenuta una cassa contenente la statua marmorea della vergine. Gli scopritori, mossi da devozione, tentarono di trasportarla nella vicina Termini ma non ci riuscirono. Quindi fu posta su un carro trainato da buoi e lasciata alla sorte. Dopo un lunghissimo tragitto, i buoi si fermarono dove ora sorge il santuario e dall'altezza di quella montagna diedero il titolo di Maria Santissima dell'Alto. Le Raffigurazioni di questa leggenda si trovano in due formelle dell'altare marmoreo in cui è custodita la statua.
Chiesetta della Madonna delle Nevi
Foto madonieoutdoor.it
Per la quarta tappa, zaino in spalla e si parte in direzione Piano Battaglia (1572 m s.l.m.), località di villeggiatura e di sport invernali, e frazione di Petralia Sottana. Piano Battaglia si trova nel cuore delle Madonie, tra il complesso montuoso di Pizzo Carbonara (1979 m s.l.m.) e Monte Mufara (1865 m s.l.m.), in un contesto paesaggistico e ambientale di alto valore. La località ospita la piccola chiesetta dedicata alla Madonna delle Nevi, santa patrona del Parco delle Madonie. Qualche anno fa la chiesa è stata rimessa a nuovo, il tetto in eternit sostituito.
Santuario Madonna di Gibilmanna
Foto madonieoutdoor.it
L'itinerario si conclude con l'ultima tappa verso il Santuario di Gibilmanna (frazione di Cefalù), dedicato alla Santissima Vergine e appartenente all'omonima diocesi. Si trova a circa 800 m s.l.m., sulle pendici occidentali del Pizzo Sant'Angelo, sulla cui cima anticamente esisteva una chiesetta dedicata a San Michele Arcangelo. Quello di Gibilmanna fu uno dei sei monasteri benedettini che San Gregorio Magno (540-604; pontefice dal 590) fece erigere a proprie spese, prima di essere eletto pontefice.
La veduta dallo spiazzale di fronte alla chiesa di Gibilmanna - ph Archenzo, CC BY-SA 3.0
Si racconta che il giorno di Pasqua del 1534 durante una tempesta di mare trovò riparo nel borgo medievale del Castello di Roccella un’imbarcazione che trasportava una statua raffigurante una Madonna con il Bambino. La statua caricata su un carro trainato da buoi, lasciati in libertà, dopo giorni di viaggio si fermò nel promontorio che sovrasta Cefalù dove sorgerà l’attuale Santuario di Maria SS. di Gibilmanna.
Nel 1535 Padre Sebastiano Majo da Gratteri, si stabilì a Gibilmanna, ottenendo in tal modo la facoltà di rifondare la chiesa ed il convento. Il frate fu il fondatore della comunità cappuccina del Santuario e sembra che durante la celebrazione della messa Padre Sebastiano, nell'antica chiesetta, ebbe una apparizione di Gesù, che lo invitò a dipingerlo così come lo vedeva. Il quadro da lui dipinto si trova oggi esposto in Santuario. Nel 1619 fu eletto 'guardiano' del convento padre Sigismondo da Pollina, coadiuvato dal fratello Germano Urbano che decisero di erigere una nuova chiesa al posto dell'antica cappella benedettina, troppo piccola per i tanti pellegrini, che fu aperta al culto nel 1625.
Nella nuova chiesa fu trasferita la venerata immagine della Madonna con Bambino, un affresco in stile bizantino dell'antica cappella benedettina, la statua della Vergine e un antico Crocefisso ancora di stile bizantino, collocato sulla parete laterale della stessa cappella e che secondo una leggenda avrebbe parlato ad uno dei padri guardiani del convento. Per l'altare maggiore venne realizzato un nuovo dipinto raffigurante l'Assunta. Nel 1785 venne sistemato l'altare per la cappella della Madonna del palermitano Baldassarre Pampilonia che comprende le statue in marmo di San Giovanni Battista di Scipione Casella e di Sant'Elena di Fazio Gagini. La facciata della chiesa fu rifatta in stile neogotico nel 1907. Nel 1954 papa Pio XII dichiarò Maria Santissima di Gibilmanna patrona della diocesi e della città di Cefalù. Nel 1958 venne inaugurato nel convento il Seminario Serafico.
Dopo il pranzo a sacco si può rientrare alle località d'origine o decidere di pernottare in loco e proseguire l'indomani per Cefalù.