Campobello di Licata, Città d'Arte
Dalla selva oscura sino all'Empireo, un viaggio dantesco nella splendida Valle delle pietre dipinte
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Su un altopiano della valle del fiume Salso, tra verdi colline ricche di vigneti, frutteti e campi di grano, sorge Campobello di Licata, un comune collinare della provincia di Agrigento situato a 316 metri sul livello del mare. La cittadina che conta circa 11.500 abitanti si colloca nel cuore della Sicilia centro meridionale a 25 Km dalla costa del Canale di Sicilia e a 50 Km a est della Valle dei Templi di Agrigento.
Nel 1980 Campobello di Licata avvia un processo di trasformazione culturale incoraggiato dalla presenza dell'artista italo-argentino Silvio Benedetto (artista di fama internazionale nato il 21 marzo 1938 a Buenos Aires in Argentina da una famiglia di artisti) ed ha assunto l'aspetto di 'Città d'Arte' per le numerose opere dell'artista, che si è cimentato nella realizzazione di piazze, spazi verdi, fontane, sculture, ceramiche e murales fino alla grandiosa 'Valle delle pietre dipinte'.
Alla periferia del paese ad esempio, sorge il Centro Polivalente per i Servizi Socio-culturali che costituisce il fulcro della vita culturale della cittadina ospitando una ricca biblioteca, videoteca, ludoteca ed un ampio ed attrezzato Auditorium nel quale si tengono spesso convegni, seminari, tavole rotonde ecc. Al suo interno è collocata la Trilogia dipinta da Silvio Benedetto, che comprende: 'La presa delle terre', 'La miniera' e 'La semina' e, sulla balconata esterna della Torre dell'Osservatorio, il 'Micro-macro cosmo'.
L'enogastronomia - Campobello di Licata è anche un centro enogastronomico di notevole importanza: il suo piatto tipico è 'lu mpurnatu' (l'infornato), uno squisito timballo di ziti con ragù di maiale, cavolfiori, uova, pecorino ed altre essenze. Il tutto può essere accompagnato dai deliziosi vini locali 'Maria Costanza', 'Terre della Baronia', 'Bianco di Nera', 'Federico II' delle Cantine Milazzo, che hanno conquistato i mercati internazionali dopo avere vinto prestigiosi premi enologici.
Le tappe del nostro itinerario
Asilo de "I Mille Bambini"
All'ingresso della cittadina, arrivando dalla S.S. 123, il visitatore viene accolto dai gioiosi murales che ricoprono le pareti esterne della Scuola Materna di Via Edison intitolati 'I mille bambini'. Passeggiando per le strade si rimane colpiti dalle diverse piazze vaste e belle che si aprono una dopo l'altra e che costituiscono luoghi di svago, incontro, dove si svolgono spettacoli soprattutto durante le tradizionali feste e nei mesi estivi.
Piazza XX Settembre
Piazza XX Settembre è la piazza principale della città. Su di essa si affacciano la Chiesa Madre ed il Palazzo Municipale. La facciata di quest'ultimo nel 1981 è stata arricchita da sei grandi murales di Silvio Benedetto dedicate alle tradizioni popolari: 'Il mondo pagano ed il mondo cristiano', 'La partenza dell'emigrato', 'Il lavoro della vigna', 'Le donne alla fontana', 'La lotta fratricida tra Caino ed Abele' e 'La zolfara'. La Chiesa Madre invece, ospita una Madonnina delle Grazie di scuola gaginesca del '500, un Crocifisso ligneo del '700 e le statue della Madonna dell'Aiuto del Quattrocchi (1770 - 1780) e di San Giovanni Battista del Bagnasco (1826).
La parte settentrionale della piazza è chiamata 'Lu scanaturi', una sorta di 'foro' della città dove ci si incontra, si concludono affari e si fa politica. Splendida la pavimentazione con marmi e graniti policromi in stile barocco moderno, arricchita da mosaici di pietre dure e bassorilievi e da panchine in pietra di Comiso, aiuole fiorite e alberi di ficus. Nella zona meridionale, la piazza si apre attraverso due statue in bronzo sempre di Silvio Benedetto 'il Seminatore' e la 'Donna con Quartara' a grandezza naturale, adagiate su due massi di marmo rosso di Castelvetrano.
Piazza Aldo Moro
Piazza Aldo Moro è un dinamico asse diagonale culminante nell'affascinante 'Fontana delle fanciulle' con marmi lavorati, pietre grezze e bronzi. Da notare anche qui l'artistica pavimentazione con marmi, graniti e travertini.
Piazza Tien An Men
In Piazza Tien An Men, vera e propria agorà del paese, è stato realizzato l'omaggio al lavoro, sia manuale che intellettuale. Il monumento al lavoro manuale in bronzo si articola in 'Le grandi mani' e 'L'insieme degli attrezzi di lavoro'.
Il monumento al lavoro intellettuale è scolpito su pagine di pietra che richiamano la grande poesia europea da Omero a Dante, da Shakespeare a Goethe. Per la pavimentazione sono utilizzati materiali ricchi e poveri, sezioni di graniti lavorati accostati ad altre pietre spezzate.
Da non perdere i murales e le sculture in piazza Martiri di Modena e in via Momigliano, trasformate in eleganti e monumentali salotti all'aria aperta, frequentati da giovani e vecchi attratti anche dai numerosi locali pubblici.
Parco della Divina Commedia
L'opera più grandiosa in assoluto di Silvio Benedetto è il 'Parco della Divina Commedia' che si trova sulle pendici meridionali del colle su cui sorge Campobello di Licata. In una vecchia cava di pietra, attraverso un percorso sinuoso che prima scende verso l'Inferno e poi risale attraverso il Purgatorio al Paradiso sono sparsi 110 monoliti di travertino di Alcamo sulle cui facciate levigate sono dipinti i vari personaggi della Divina Commedia di Dante Alighieri.
Il visitatore così ripercorre il viaggio dantesco nel mondo ultraterreno, continuamente coinvolto in visioni e panorami di grande bellezza e suggestione a partire dalla 'selva oscura' sino alla visione di Dio, in cima al colle su un enorme masso. Una di queste pietre policrome, 'Eva oggetto inquietante', è divenuta la 'pietra che viaggia' ed è stata scelta sia per il soggetto, che consente una fruizione al di fuori del generale contesto tematico, sia per le sue dimensioni che consentono minori difficoltà di trasporto e di collocazione su pavimentazioni urbane.
La zona archeologica
A circa 5 km dal centro urbano di Campobello di Licata si sviluppa una delle aree rurali più belle del territorio la Contrada Iacopo Filippo (meglio conosciuta localmente come Iachinu Filì) che ospita 'Il Parco Antico di Iachinu Filì'. L'area è uno stretto costone calcareo con andamento Est/Ovest, esteso per circa 1,5 ettari prospiciente il torrente Iacopo Filippo nel quale sono state rinvenute numerose tombe a grotticella dell'età del bronzo, riutilizzate durante il periodo tardo-romano e bizantino.
L'abitato castellucciano (periodo castellucciano - età del bronzo dal 2000 - 1450 a.C.) probabilmente sorgeva sulla collina ai piedi del versante orientale del banco calcarenitico. In età medievale o post-medievale dovette infine sorgere un fabbricato rurale che costituisce un esempio tipico delle architetture rurali della zona.