Castelbuono, il Medioevo in Sicilia
Luogo ideale per un fine settimana da dedicare alla cultura e alla tradizione siciliana
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Adagiata in una valle alle pendici del Colle Milocca, tra i rilievi di Pollina, San Mauro Castelverde, Geraci, Gibilmanna e Isnello, sorge Castelbuono, città a pochi chilometri dall'azzurro mare di Cefalù, immersa in un lussureggiante bosco di querce, castagni, ciliegi e frassini.
Per la vicinanza alla costa e le sue bellezze naturali, la presenza umana in loco è antichissima tanto da arrivare al neolitico quando i Sicani, cacciati dai Siculi che si erano stanziati sulle coste, erano penetrati nell'entroterra.
Foto © Roberto Bonomo
Castelbuono è il luogo ideale per trascorrere un weekend sia in estate quando la frescura dei boschi ristora dal caldo estivo o nel periodo natalizio, quando i quartieri medioevali e gli addobbi a festa, contribuiscono notevolmente a creare un'atmosfera suggestiva e particolare.
Il visitatore può inoltre approfittare per gustare le squisite specialità locali a cominciare dai dolci a base di manna (prodotto dolciastro che si ricava attraverso l'incisione della corteccia dei frassini della zona) come i panettoni, o la testa di turco (dolce a base di crema di latte, farina, uova, strutto, scorza di limone, sfoglia e cannella in polvere) oppure i formaggi o le tante specialità a base di carne di cinghiale delle Madonie.
Pillole di storia - Agli inizi del 1300 i Ventimiglia, signori della contea di Geraci, decisero di costruire un castello sul poggio dominante l'antico "casale d'Ypsigro", già abitato da circa 300 persone. La costruzione del castello fece crescere la piccola comunità tanto che, nel 1454, Giovanni I Ventimiglia fece trasferire la sua corte a Castelbuono portando con se la sacra reliquia del teschio di Sant'Anna, donata alla famiglia dal Duca di Lorena.
Nel XV secolo la città divenne un vero e proprio centro culturale capace di accogliere artisti del calibro di Francesco Laurana e altri maestri lombardi e toscani che curarono l'espansione urbanistica della città feudale, che tenderà ad assumere caratteristiche di capitale nel XVI sec. I Ventimiglia difatti, cercarono di creare un piccolo stato autonomo dal punto di vista economico e nel 1595 Giovanni III ottenne il titolo di principe di Ventimiglia, mentre nel 1632 Castelbuono divenne città.
Foto di Matthias Süßen - Opera propria, CC BY-SA 4.0
Per tutta la metà del secolo sorsero chiese, conventi e fontane e i Serpotta lavorarono alla cappella di Sant'Anna. Nell'800 con la scomparsa della grande nobiltà la città scoprì la presenza attiva di famiglie che ne tennero alto il prestigio con eminenti figure quali Francesco Minà Palumbo. Agli inizi del '900 il comune acquistò il castello dei Ventimiglia e la reliquia di Sant'Anna.
Le tappe del nostro itinerario
Castello dei Ventimiglia
La storia di Castelbuono è legata a filo doppio a quello del Castello dei Ventimiglia, fatto costruire nel 1316 sul Colle San Pietro dal Conte Francesco I Ventimiglia, su una costruzione bizantina.
Il maniero è diventato il fulcro attorno al quale è cresciuto il Paese. Il castello si presenta con quattro torri angolari, più una cilindrica tipica dell'architettura angioina. All'interno, il primo piano è stato adibito a Pinacoteca d'Arte moderna e contemporanea che contiene sculture e pitture di artisti come Bardi, Cagli, Carmassi, Schifano, Ortega.
Il secondo piano ospita la Cappella di Sant'Anna, patrona di Castelbuono, che custodisce in un urna d'argento il prezioso teschio della Santa e i magnifici stucchi dei fratelli Giuseppe e Giacomo Serpotta.
Acquistato e restaurato dal Comune all'inizio del XX secolo, nei locali attinenti alla cappella è sistemata la mostra dei tesori e dei sacri arredi della cappella palatina, mentre il salone di rappresentanza sarà utilizzato per ospitare incontri culturali, concerti e altro. Il castello ospita anche il Museo Civico di Castelbuono l'Istituzione Culturale cui il Comune affida la conservazione e valorizzazione del patrimonio monumentale, storico, artistico, letterario ed etno-antropologico.
Madrice Vecchia
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Partendo dal castello e percorrendo il corso principale, Via Sant'Anna, si arriva al cuore della città, Piazza Margherita, sulla quale si affacciano a sinistra, l'antico Banco di Corte dei Ventimiglia, oggi sede dell'ufficio turistico, e a destra la splendida Madrice Vecchia, dedicata a Maria Assunta. Al centro della piazza è collocata una bella fontana cinquecentesca.
La Madrice fu fatta costruire da Francesco II Ventimiglia nel 1362, ma originariamente era sprovvista del portico che fu aggiunto solo nel XVI secolo. La struttura presenta una merlatura di tipo ghibellino e si presume sia stata fatta realizzare dai Ventimiglia che, nella lotta tra guelfi e ghibellini, parteggiavano per questi ultimi. Inizialmente la struttura era a tre navate, ma solo nel XV secolo se ne aggiunse una quarta per motivi di capienza.
Sull'altare maggiore un grandioso polittico del XVI secolo, dedicato alla Vergine e attribuito ad Antonello De Saliba, troneggia sovrastato dal Padre Eterno ligneo che regge il mondo. Di particolare importanza sono un ciborio di marmo, opera di Mastro Giorgio da Milano del XVI sec., e una Cripta sotto il Presbiterio, dove vi era il Sacramento.
Chiesa della Natività di Maria
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In piazza Parrocchia sorge invece, la Chiesa della Natività di Maria, edificata nel 1602 per volere del Principe Giovanni Ventimiglia. Prima del terremoto del 1819, la chiesa aveva nel prospetto due campanili e alla sommità una cupola.
Pochi anni dopo il sisma cominciò la sua ricostruzione e al suo interno ospita una Croce pensile di Pietro Ruzzolone, un ostensorio d'oro del sec. XVI di Bartolomeo Tantillo, una portantina settecentesca con disegni di Giuseppe Velasquez.
Ai lati del transetto vi sono due altari degli inizi del XVIII sec. di Vincenzo Messina, che con Giuseppe Serpotta nel 1683, contribuì a decorare la Cappella Palatina dedicata a Sant'Anna nel Castello dei Ventimiglia.
Chiesa e Convento di San Francesco
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Assolutamente da non perdere è il complesso della Chiesa e del Convento di San Francesco, edificato nel 1332 e ristrutturato nel XVIII sec. La Chiesa conserva nel pronao un affresco del XIV secolo, raffigurante 'Santa Maria di Bisanzio', una Madonna del Gagini e gli sportelli dell'organo cinquecenteschi di scuola veneziana.
Attiguo alla chiesa uno splendido chiostro settecentesco e annesso, nella cappella dedicata a Sant'Antonio, c'è il mausoleo dei Ventimiglia del XV secolo, di Francesco Laurana. Belli anche la Chiesa e il convento di Sant'Antonio, costruiti nel 1606 ad opera dei Padri Minori Osservanti che vi trasferirono il patrimonio artistico della Chiesa di S.Maria del Soccorso.
Di particolare interesse la visita al Museo Naturalistico 'Francesco Minà Palumbo', che ospita ricchissime collezioni di piante, pietre ed insetti del territorio delle Madonie.
Fontana di Venere Ciprea
Lungo Corso Umberto I è ubicata la splendida fontana di Venere Ciprea, eretta nel 1614 al tempo del Marchese Giovanni III Ventimiglia. La fontana ha un impianto a prospetto verticale ed è adornata da una serie di statue che provengono da ritrovamenti archeologici.
Sull'attico c'è la statua di Afrodite al bagno, del tutto simile all'originale greco dello scultore Doidalses, che si trova agli Uffizi di Firenze. Al centro il bellissimo gruppo di Venere e Cupido, mentre ai lati del fonte vi sono quattro deliziose metope con scene d'amore.