Dalla Fonte Aretusa al fiume Ciane, attraverso il mito
Due leggende greco-romane ti accompagnano in un itinerario lungo i corsi d'acqua siracusani
La Fontana d'Aretusa in Sicilia, Abraham Louis Rodolphe Ducros (1781)
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L'itinerario che proponiamo ti porterà in un mondo incantato, popolato da divinità e ninfe, dove la storia si confonde con la fantasia dando luogo alle leggende più belle di Sicilia.
Ci troviamo a Siracusa presso la Fonte Aretusa, una sorgente d'acqua dolce che sgorga da una grotta a pochi metri dal mare. La sorgente fu sempre cara ai Siracusani divenendo sin dall'antichità simbolo della città. In realtà si tratta di uno dei tantissimi sfoghi della falda freatica iblea, la stessa falda che alimenta il fiume Ciane sul lato opposto del porto grande di Siracusa.
Questa mitica fonte fu celebrata, nel corso dei secoli, da diversi poeti. Fra questi i più noti sono Virgilio, Pindaro, Ovidio, Silio Italico, Milton, André Gide e Gabriele D'Annunzio. Persino il serioso Cicerone ne parlava nelle sue Verrine descrivendola come "una fonte incredibilmente grande, brulicante di pesci e così situata che le onde del mare la sommergerebbero se non fosse protetta da un massiccio muro di pietra".
Le tappe del nostro itinerario
Fonte Aretusa
Foto di Fabio Cecchin - fonte, CC BY-SA 2.0
Il mito della Fonte Aretusa trova la sua logica nella profonda unione fra le colonie greche e i loro fondatori. Pausania e Strabone ci tramandano che la ninfa Aretusa era una fedele ancella di Artemide (dea della caccia). Trascorreva le sue giornate correndo libera tra i boschi del Peloponneso, cacciando animali e raccogliendo fiori.
Foto di Maurizio Formati - Opera propria, CC BY-SA 4.0
Un giorno la vide il giovane Alfeo (dio fluviale figlio dell'Oceano) e se ne innamorò perdutamente. Il sentimento purtroppo, non era ricambiato dalla giovane ninfa che fuggì in Sicilia per sbarazzarsi di lui. Qui si rivolse alla sua protettrice Artemide che la tramutò in una fonte nei pressi del porto di Siracusa, a Ortigia, isola sacra ad Artemide.
Alfeo, che doveva essere un tipo ostinato, chiese anche lui aiuto agli Dei. Zeus, commosso (e forse anche un po' scocciato dalla sua insistenza), lo trasformò in un fiume della Grecia, presso Olimpia, permettendogli così di raggiungere Aretusa percorrendo sottoterra tutto il Mar Jonio e sfociando nei pressi dell'amata fonte.
Ancora oggi, come ai tempi dei Greci, sul lungomare Alfeo ad Ortigia, vicino la Fonte Aretusa sgorga una sorgente nota come "Occhio della Zillica" che la fantasia popolare ha identificato spesso con l'innamorato Alfeo. Da allora, narrano i poeti greci, quando ad Olimpia si sacrificavano degli animali lungo il fiume Alfeo, la Fonte Aretusa si tingeva di rosso.
Oggi, dopo i lavori del 1847, la fonte, ricca di papiri, anatre e ancora "brulicante di pesci", è circondata da alte mura sormontate da piccole ringhiere.
Fiume Ciane
Foto di Marchal from Germany - P1020015SAT110812a, CC BY 2.0
Un'altra leggenda affascinante riguardante Siracusa è quella legata ai due fiumi Ciane e Anapo, il cui corso si unifica nel tratto finale per riversarsi in una foce unica nel Porto Grande della città. Il mito, conosciutissimo nell'antichità, fra l'altro tentava di spiegare in chiave fantasiosa il susseguirsi delle stagioni. Stiamo parlando del mito del ratto di Persefone (Proserpina per i Romani) ad opera di Ade (Plutone).
Persefone, figlia di Zeus e di Demetra (Cerere), dea della vegetazione e dell'agricoltura, era solita raccogliere fiori insieme ad alcune ninfe sulle rive del lago di Pergusa, nei pressi di Enna. Il dio Ade, vedendola si innamorò di lei e, senza perder tempo, pensò di rapirla portandola nel suo regno sotterraneo.
Foto di Marco Brunetti - fonte, CC0
L'unica dei presenti che ebbe il coraggio di reagire fu la ninfa Ciane, che si aggrappò al cocchio del dio, nel tentativo inutile di trattenerlo mentre stava per sprofondare nuovamente sottoterra in direzione dell'Averno. Ade, incollerito, percosse la ninfa col suo scettro biforcuto, trasformandola in una doppia sorgente dalle acque color turchino (cyanos in Greco vuol dire appunto turchino).
Il giovane Anapo, innamorato di Ciane, fu trasformato a sua volta, dagli dei nel fiume omonimo che ancor oggi, dopo aver ricevuto le acque del fiume Ciane, si versa nel Porto Grande.
A rimettere pace in famiglia sembra sia stato ancora una volta Zeus che convinse il perfido fratello a trattenere Persefone nell'Ade solo per quattro mesi all'anno, durante i quali la madre, Demetra, intristita per la mancanza della figlia, ci manda l'inverno. Il ritorno di Persefone sulla terra coincide invece con l'arrivo della primavera. La natura infatti, festeggia il suo ritorno risvegliandosi.
Foto di pjt56 --- - Opera propria, CC BY-SA 3.0
La foce unica di Anapo e Ciane si trova oltre il Porto Grande, sullo sfondo dei palazzi di Ortigia. Oltre ad una infelice storia d'amore, la Fonte Aretusa e il fiume Ciane sono accomunate da un'altra cosa. Sulle loro sponde infatti, cresce rigogliosa la piante del papiro, utilizzata ancor oggi dagli artigiani locali per realizzare disegni colorati, simili a quelli degli antichi Egizi.