Gangi, perla delle Madonie
L'Arte e la Cultura nel luogo che ha dato i natali allo Zoppo di Gangi e al Quattrocchi
Foto di Filippo Barbaria
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Sul versante meridionale del monte Marone, ad un'altitudine di 1.011 metri sul livello del mare sorge Gangi, paesino madonita caratterizzato da pittoreschi vicoli medioevali fiancheggiati da graziose casine in pietra. Il nome Gangi deriva, molto probabilmente, dal greco Engyum (dall'arabo Hangias), che era la città greca fondata da coloni provenienti da Minoa.
L'originaria Gangi era situata nell'attuale contrada Gangivecchio, dove sono stati ritrovati reperti di epoca romana e medioevale. L'attuale centro abitato invece, venne edificato nel XIV secolo, intorno al Castello dei Ventimiglia e fu governato in successione dalle famiglie dei Ventimiglia, Graffeo e Valguarnera.
ph. Salvatore Di Venuto
Per la purezza dell'aria, la tranquillità e la serenità dell'ambiente, Gangi è una località ideale per trascorrere qualche giorno di relax in tutte le stagioni magari fermandosi a gustare gli squisiti formaggi, la ricotta e gli altri prodotti tipici.
Nel periodo estivo infatti, il paese offre una piacevole frescura che rende superfluo l'uso del condizionatore, mentre in inverno il paesaggio si ricopre di neve, imbiancando i tetti a spiovente delle case, le stradine e la caratteristica Torre dei Ventimiglia.
Le tappe del nostro itinerario
Piazza San Paolo
La visita può iniziare da piazza San Paolo, su cui si affaccia l'omonima chiesa (XVI sec.) dalla semplice facciata in pietra, arricchita da un bel portale ornato di bassorilievi.
Sulla biforcazione di Via Castello e del Corso Umberto I si trova invece la Chiesa della Baida, improntata allo stile tardo manierista che mostra un disegno armonico in pietra da taglio, un sontuoso e ricco portale, in basso, finestre campanarie, in alto.
La costruzione risale al XIV secolo. Lungo Corso Umberto troviamo anche il Palazzo Mocciaro, uno degli edifici più antichi ed allo stesso tempo più belli di Gangi perché custodisce diversi splendidi affreschi.
Palazzo Bongiorno
Proseguendo per il corso principale, Corso Umberto, troviamo Palazzo Bongiorno. La nobile famiglia dei Bongiorno, una delle più ricche di queste zone, fece edificare questo massiccio palazzo nel XVIII sec.
L'elemento di maggiore interesse risiede negli eleganti affreschi a trompe l'oeil (opera di Gaspare Fumagalli, pittore romano attivo a Palermo intorno alla metà del XVIII sec.) che ornano le sale del piano nobile.
Torre Ventimiglia
Piazza del Popolo è la piazza principale del paese ed è dominata dalla Torre Ventimiglia, edificata nel XIII secolo come torre di avvistamento e poi trasformata in torre campanaria durante la costruzione della Chiesa Madre.
I due piani inferiori presentano artistiche finestre ogivali, ad esili bifore. La torre è di stile gotico ed è stata recentemente restaurata dalla Provincia Regionale di Palermo. In un angolo della piazza, una piccola grotta ospita la Fontana del Leone (1931), in ricordo dell'assedio che Gangi dovette subire nel gennaio del 1926 dal 'prefetto di ferro' Mori, inviato da Mussolini in Sicilia con lo scopo di sconfiggere la mafia.
In quell'occasione la zona fu occupata militarmente e rastrellata fino a quando banditi, piccoli mafiosi rurali e vecchi latitanti, furono stanati tutti. L'ultimo che fu catturato si chiamava appunto Leone.
Dal belvedere sottostante la Torre dei Ventimiglia è possibile ammirare un magnifico panorama che si apre sui tetti delle case della parte bassa del paese e sulle verdeggianti campagne circostanti. Sulla sinistra, ai piedi del monte Marone, si scorge una torre cilindrica di epoca medioevale, detta saracena per via della sua forma e il Convento dei Cappuccini.
Quest'ultimo insieme alla Chiesa di Santa Maria degli Angeli (entrambi edificati dal 1695 al 1710) è sistemato ai piedi dell'abitato sul versante meridionale di monte Marone, formando un unico edificio quadrangolare che si compone di quattro ali. La pianta è rettangolare, a due navate, coperta da volte a botte.
Chiesa Madre San Nicolò
Adiacente alla torre dei Ventimiglia c'è la Chiesa Madre, edificata nei XVII sec. che ospita alcune opere d'arte pregevoli come la grandissima tela, che occupa il lato sinistro del presbiterio, che rappresenta il Giudizio Universale (1629), considerato il capolavoro di uno dei due Zoppi di Gangi, Giuseppe Salerno.
La composizione è dominata dalla figura centrale del Cristo ai cui piedi si inginocchiano la Madonna e S. Giovanni Battista. La chiesa conserva inoltre alcune pregevoli opere lignee di un altro grande artista siciliano che ebbe i natali proprio a Gangi e cioè Filippo Quattrocchi, tra cui si distingue il San Gaetano (in fondo alla navata destra).
Due grandi Artisti, un solo Zoppo - Gangi città d'arte ha dato i natali a moltissimi esponenti di rilievo della cultura Siciliana. Nella seconda metà del '500, nella Gangi feudale ventimigliana, nascono Gaspare Vazzano (1562) e Giuseppe Salerno (1570), maestri dell'arte pittorica siciliana.
Entrambi gli artisti erano soliti firmare le loro opere con lo pseudonimo 'Zoppo di Gangi' tanto da creare una gran confusione tra gli storici dell'arte per quanto riguarda l'attribuzione delle loro opere che ancora oggi non hanno attribuzione certa. La Chiesa Madre di Gangi ospita un capolavoro assoluto di Giuseppe Salerno che è il Giudizio Universale di cui abbiamo già parlato, mentre sono sicuramente attribuite a Gaspare Vazzano gli affreschi del cappellone della Chiesa Madre.
Un altro grande artista da ricordare è sicuramente Filippo Quattrocchi, scultore ligneo gangitano attivo fra '700 ed '800, che fu maestro nell'arte dell'intagli. Da Gangi Quattrocchi eseguiva le diverse committenze che arrivavano da Palermo, da diversi paesi dell'isola e specialmente dalla Madonie. Tra le sue opere del Quattrocchi a Gangi, si trova il gruppo dell'Annunziata, nella chiesa di Santa Maria, il quale è un autentico capolavoro.
Palazzo Sgadari
Continuando a camminare per Corso Umberto, si incontra l'ottocentesco Palazzo Sgadari il cui pianterreno ospita il Museo Civico che raccoglie reperti archeologici provenienti da Monte Alburchia e da Gangi Vecchio.
I rinvenimenti che vanno dall'epoca arcaica ad età paleocristiana vedono nei casi più importanti reperti che vengono datati tra il VII ed il VI sec. a.C. Gli altri due piani del palazzo presentano delle sale affrescate. Il proseguimento ideale di corso Umberto è Corso Fedele Vitale, sul quale si affacciano le botteghe romane, risalenti ai XVI sec.
In fondo alla via si trova il Castello dei Ventimiglia, sorto nella prima metà del sec. XIV per volere di Francesco I Ventimiglia, conte di Geraci. La Chiesa di San Cataldo si trova quasi al termine del Corso G. F. Vitale. Essa risale alla prima metà del secolo XIV. La facciata dà sulla piazzetta omonima.
Dall'angolo anteriore sinistro si eleva il campanile quadrato, dalla cui base si innalza una guglia conica a piastrelle smaltate. L'interno comprende una navata mediana, più ampia, con cupola, e due piccole navate laterali. La volta presenta un complesso decorativo artistico con tre affreschi sulla navata centrale, raffiguranti S. Cataldo.
Santuario dello Spirito Santo
Per visitare Gangi bassa bisogna tornare indietro fino a Via Madrice e da qui raggiungere la Chiesa del SS. Salvatore che ospita un crocifisso ligneo di Fra' Umile da Petralia e l'Andata al Calvario di Giuseppe Salerno. Proseguendo si raggiunge la Chiesa di S. Maria di Gesù, del XV sec., epoca a cui risale anche la torre campanaria, alleggerita da monofore e bifore.
La facciata della chiesa è arricchita da un bel portale ornato di bassorilievi. All'interno si possono ammirare opere del Quattrocchi, in particolare il gruppo ligneo dell'Annunciazione, considerato unanimamente un autentico capolavoro. Da non perdere inoltre, il Santuario dello Spirito Santo. Secondo la tradizione popolare un contadino sordomuto, nel XVI sec., lavorando nei campi trovò un'immagine di Cristo dipinta sulla roccia che miracolosamente iniziò a parlare.
Il santuario fu costruito sul luogo del ritrovamento ed è meta di pellegrinaggi. L'immagine sulla roccia è oggi nascosta da un dipinto del Vazzano dietro l'altare. All'interno della chiesa sono affreschi di Crispino Riggio e di Tommaso Pollace.